Le possibilità
Il desiderio
Entri in chiesa. Ci sei andato per accendere una candela. È il tempio di Tutti i Santi, il più antico della città
in cui abiti.
A queste cose tu non credi granché, ma hai deciso di chiedere una grazia alla Provvidenza. Per te è la prima volta, e un po’ ti vergogni, ma seguirai l’impulso che ti ha spinto a entrare. Accendere la candela sarà come una preghiera, o un gesto di magia, un modo per invocare che accada ciò che ti è necessario.
Pensi: “Accenderò la candela se queste sono vere candele, non quelle false che si accendono automaticamente introducendo una moneta, simulando di essere candele mentre forse nemmeno meritano questo nome”. Solo così continuerai a giocare al gioco che ti sei proposto di giocare.
Sono vere candele. Il gioco prosegue.
Sei solo. Mediti su ciò che desideri. Il silenzio ti aiuta a trovare le parole più giuste per trasferire l’incombenza, l’energia necessaria all’azione.
Accendi la candela con attenzione, con speranza, trasmettendo un autentico senso di importanza. Si direbbe che in queste cose ci credi. E magari in questo istante ci credi davvero.
Il corpo sembra trasformarsi, per un istante, imbevuto di una strana eccitazione. Un corpo connesso. Un
corpo vivo.
Il fuoco crepita, piccolo, ma improvvisamente pieno di forza. Una fiamma minuscola eppure miracolosa. Una fiamma capace – chi lo sa? – di cambiare il mondo, completamente.
Non sapremo mai qual era il desiderio. Non sapremo mai se fu soddisfatto. E se per caso lo fu, non sapremo mai quanto e come ebbe a che vedere con l’aver acceso quella candela.