“Lava” su Sugarpulp
LAVA, recensione
Il romanzo, pubblicato da Arkadia Editore nella collana SideKar, si è un giallazzo di grande atmosfera. La narrazione ti avvolge il lettore e ti senti spiazzato tra suspense, azione e sorprendenti momenti di introspezione.
Una storia che lascia il segno
La vicenda ha inizio con una lettera misteriosa che arriva al commissario Aurelio Di Giannantonio, un personaggio che colpisce per la sua complessità e il suo sguardo disincantato sulla vita.
L’invito a contattare uno studio notarile a Torre del Greco si rivela l’incipit di un viaggio che porta il protagonista a scoprire di essere beneficiario di un’eredità inattesa: una casa ai piedi del Vesuvio. Tuttavia non si tratta soltanto di una questione patrimoniale, bensì il filo di Arianna che lo conduce in un labirinto di ricordi, identità perdute e segreti nascosti.
Credo che il punto di forza della trama sia il modo in cui Nissirio mescola il mistero investigativo con il viaggio personale del protagonista. Di Giannantonio non cerca soltanto di risolvere il mistero che aleggia intorno a Raffaele Sorrentino, l’uomo che gli ha lasciato la casa, ma (o forse soprattutto) cerca anche di fare i conti con la propria memoria e le scelte che lo hanno definito.
Un protagonista umano e riflessivo
Aurelio Di Giannantonio non è l’eroe classico dei gialli. E lo scrivo in senso molto positivo. È un uomo segnato dal tempo e dalle sue decisioni: il trasferimento da Roma a Venezia, il suo rapporto con Maria Quaranta e una carriera che, seppur ricca di successi, non lo ha mai del tutto gratificato. Sono questi dettagli che lo rendono estremamente umano. Per il lettore quindi è facile empatizzare subito con lui. Le sue riflessioni, a volte amare e a volte nostalgiche, danno profondità al romanzo, facendolo emergere dal semplice schema del giallo. Il suo rapporto con Maria è uno dei motori emotivi del libro. Lei rappresenta un ancoraggio affettivo, ma il viaggio lo pone in una condizione di solitudine che amplifica i suoi dubbi e le sue insicurezze. Questo contrasto tra il legame stabile e l’esigenza di esplorare il passato è una delle dinamiche più interessanti del libro.
Un’ambientazione che è personaggio
Al di là dei personaggi uno dei grandi protagonisti di LAVA è l’ambientazione. Nissirio descrive con cura e amore sia Venezia che Torre del Greco, rendendole vive e palpabili. Se Venezia è il regno dell’acqua, con le sue calli silenziose e la sua umidità onnipresente, Torre del Greco è il regno della terra, dominato dalla presenza inquietante del Vesuvio. I dettagli dell’ambiente vesuviano, dai vicoli di Sant’Anna alle strade di basolato nero, dipingono un paesaggio che fatto di memoria e mistero. Nissirio riesce a rendere l’ambiente un’estensione delle emozioni del protagonista: il vulcano diventa una metafora del tempo che cova sotto la cenere, pronto a esplodere.
Una scrittura elegante
Lo stile di Patrizio Nissirio è elegante ma non eccessivamente letterario. L’autore mantiene un tono moderno e perfetto per la narrativa di genere che tanto amiamo. I dialoghi sono vivaci e realistici, e la narrazione fluisce con un ritmo ben calibrato che alterna momenti di riflessione a sequenze più dinamiche. Le descrizioni sono evocative senza essere ridondanti, offrendo al lettore immagini vivide che lo accompagnano lungo tutto il viaggio. Un punto particolarmente interessante è l’uso del dialetto e delle espressioni locali, che arricchiscono l’ambientazione senza appesantire il testo. Questi inserti conferiscono autenticità ai personaggi e al contesto.
Tra ricordo, perdita e senso del Tempo
Oltre al mistero e all’introspezione, LAVA affronta temi universali come il ricordo, la perdita e il significato del Tempo. Il viaggio del commissario Di Giannantonio è anche una riflessione sul passato e sul modo in cui ci definisce. Il romanzo si interroga sul valore delle scelte e sulla necessità di affrontare i fantasmi che abitano la nostra memoria. Con LAVA Patrizio Nissirio offre un romanzo che è molto più di un giallo: è un’immersione nell’animo umano, in cui il mistero si intreccia con la ricerca di sé. La trama avvincente, i personaggi ben delineati e l’ambientazione straordinaria rendono questa opera un’esperienza di lettura coinvolgente e arricchente. Lo ripeto, questo è un giallazzo. Consigliatissimo a tutti gli amanti del genere, ma anche chi è alla ricerca di un buon romanzo capace di uscire dagli schemi sorprendendo il lettore.
Giacomo Brunoro
Il link alla recensione su Sugarpulp: https://tinyurl.com/ye246yjb