“Lava” su Giochi linguistici
Lava di Patrizio Nissirio
Ma perché quei pensieri erano sbucati fuori dalla lava rappresa dei ricordi proprio ora? Aveva forse a che vedere con quei luoghi? C’era qualcosa che aveva visto, sentito, odorato che aveva ravvivato il fuoco?
Lava di Patrizio Nissirio
Trama Lava – Aurelio Di Giannantonio, commissario romano cinquantenne in servizio a Venezia, riceve una misteriosa lettera che lo desta dalla sua quotidianità fatta dell’amorevole presenza della sua compagna Maria Quaranta e, soprattutto, di tanto lavoro. La lettera proviene da uno studio notarile di Torre del Greco e annuncia un inaspettato lascito. Di Giannantonio, che non ama lasciare le cose in sospeso, decide di andare in fondo alla questione. Parte così per Torre del Greco e qui scopre che il lascito proviene da un certo Raffaele Sorrentino, un nome che non dice niente al nostro commissario. L’inaspettata eredità si rivela essere una casa con annesso terreno nella frazione di Sant’Anna, alle pendici del Vesuvio. Il commissario non riesce a venire a capo dell’identità del misterioso benefattore nemmeno dopo aver effettuato un sopralluogo sulla proprietà. Dopo una visita al paese, in cerca di qualche indizio che gli faccia comprendere il perché dell’eredità, la sua attenzione si sposta su un altro fatto. Il suo occhio da investigatore viene, infatti, attirato da un manifesto ingiallito che invita ad una veglia in ricordo di due bambine scomparse nel nulla due anni prima. Contro il buon senso, che gli direbbe di tornare a casa e, in parte, contro la sua compagna che lo attende a Venezia, il cold case finirà ben presto per assorbire tutte le energie del commissario, determinato a trovare delle risposte a quelle domande, rimaste come congelate per due anni nella comunità di Sant’Anna. In questo suo indagare, fuori dalla sua giurisdizione, il commissario Di Giannantonio, per indole solitario, si circonderà inaspettatamente di un manipolo di improbabili aiutanti pescati nella comunità. Prime fra tutte le sorelle Ascione, che dirigono un ristorante con i loro mariti, ma che si riveleranno preziose – oltre che nello scarrozzare il commissario in lungo e largo per il paese – soprattutto per la rete del sentito dire che offriranno alle indagini. Ma non disdegnerà nemmeno una presenza più ortodossa, quella dell’Ispettore De Sanctis, incaricato di svolgere le indagini ai tempi della scomparsa delle bambine. Nel ligio e leale collega, il commissario Di Giannantonio troverà una buona spalla. Man mano che i giorni di permanenza si susseguono, diventando settimane, il commissario si ritroverà sempre più invischiato in un vortice incandescente di eventi all’ombra del Vesuvio. Per venire a capo di questi misteriosi eventi, dovrà scavare nei ricordi sedimenti sotto una coltre di lava. Lì si nascondono i segreti che il tempo ha cancellato. A nulla varranno i rimproveri della compagna, che lo vuole al sicuro vicino a sé. Nonostante la sua caparbietà metta a repentaglio la loro relazione – e, come scoprirete – persino la sua vita, il commissario andrà imperterrito per la sua strada, come rispondendo ad un un imperativo morale dentro di sé. Perché dietro quella testardaggine si nasconde qualcosa ti cui si sente il disperato bisogno: il senso di giustizia.
Il commissario Di Giannantonio
Proseguono le avventure per il commissario romano trasferitosi a Venezia, questa volta in trasferta a Torre del Greco. Il personaggio del commissario Di Giannantonio, nato dalla penna di Patrizio Nissirio, era già presente in due dei suoi precedenti romanzi: Silenzio (2019) e D’inverno, Venezia(2021). La sequenzialità delle storie ben si adatta a questo personaggio, che sembra essere uscito fuori dallo schermo di una serie televisiva – cosa che tra l’altro viene citata dalle stesse sorelle Ascione, amanti di gialli, per dare un tocco di meta-letteratura – , con le sue caratteristiche ben marcate, che lo rendono perciò ben riconoscibile: fedele alla legge e alla sua Maria, buona forchetta e sigaro toscano alla mano che accende sempre, o quasi, dalla parte sbagliata. Aurelio Di Giannantonio è un palladino dei nostri giorni, che lotta contro i mulini a vento, e, aiutato dalla finzione letteraria, ci riesce pure a sconfiggerli.
Lava di Patrizio Nissirio tra noir introspettivo e thriller esistenziale
Sono le riflessioni del commissario a impreziosire Lava. Aurelio di Giannantonio osserva, fa domande e pensa. Riflette sulle brutture, sulle ingiustizie con cui, nel suo ruolo di commissario, si confronta ogni giorno. E quando si trova davanti alla maestosità del Vesuvio, si lascia trasportare in uno stato contemplativo sulla condizione umana e sul contrasto tra la natura e l’artificiosità della nostra cultura.
Il Vesuvio non aveva fretta, né piani omicidi. Semplicemente faceva la sua parte, incurante del traffico e del cemento con cui gli umani tentavano di strangolarlo. Quando avesse perso la sua inconsapevole pazienza, gli sarebbe bastata qualche ora, al massimo qualche giorno, per pareggiare il conto. L’uomo, al contrario, si muoveva tra costrizioni autoimposte: il tempo così come lo pensava, la creazione di un marchingegno chiamato orologio; il Bene e il Male, in perenne sterile conflitto, nel quale eravamo danni collaterali, immemori di aver noi stessi inventato queste gabbie. Con un profondo respiro al commissario sembrò, per un attimo, di essersi avvicinato al presente eterno e indifferente della natura. Il cratere non si accorse di lui, né delle preoccupazioni che un momento dopo quel secondo di osmosi con l’universo tornarono a stringergli la bocca dello stomaco.
Lava di Patrizio Nissirio
Ma Aurelio Di Giannantonio, prima che un commissario, è innanzitutto un uomo. Così pensa che sta invecchiando, che molti ricordi gli scivolano tra le dita e quelli che riesce a trattenere rimandano le immagini malinconiche di un bambino sensibile e solitario. L’uomo che è diventato, sembra a volte perdersi nella modernità che viaggia alla velocità della luce, ma forse il bambino che fu può diventare la chiave per redimere il tempo e i luoghi. Lava di Patrizio Nissirio, pubblicato da Arkadia editore, è un giallo introspettivo, o un thriller esistenziale, come lo ha definito lo stesso autore, proprio per quel suo saper offrire pensieri sulla natura umana, che valgono già da soli la lettura. Anche per quelli di voi che non prediligono i gialli.
Il link alla recensione: https://tinyurl.com/aj8kuwxk