L’amore nell’età grande
Prologo
Nella quiete profonda di un’isola greca, in un tempo in cui lo scrittore, compiuti i settanta anni, pensò di ragionare
sull’antica questione della differenza di età nell’amore, non sapeva ancora che presto avrebbe smesso di essere amato, per cui tutto sommato era rimasta ancora una questione, per così dire, accademica.
E siccome da diverso tempo oramai per lui ragionare era lavorare sulla parola scritta, si propose qualcosa di decisamente ambizioso. Per farlo avrebbe scelto la forma del romanzo.
Pensava a un racconto, reale e immaginario insieme, che attraversasse i confini, veri o inesistenti che fossero, di una
storia d’amore.
Idea insulsa, si era detto subito, ma poi ci aveva ripensato e non ci aveva impiegato molto a convincersi della validità
della sua scelta.
Quel romanzo avrebbe provato a scriverlo. Se non altro sarebbe stato un modo per mettere ordine a quello strano impasto di fantasia ed esperienza che si portava dietro, come una sorta di bagaglio costruito nel tempo grazie ai molti anni trascorsi a viaggiare per il mondo.
E poi, dopo tanti libri di viaggio, era bello sperimentare parole sull’amore: purché impregnate di vita vissuta.
E si può concepire anche questo tipo di viaggio, nel piacere e nella sofferenza di una relazione d’amore tra un uomo e
una donna di età molto diversa.