L’amico incauto di Raskolnikov
Romanzo drammaticamente moderno che, attraverso la ricerca e il recupero di un linguaggio essenziale, tanto ispirato quanto ragionato, racconta e sperimenta la sacralità della passione, fino a sviscerarne aspetti inauditi, L’amico incauto di Raskolnikov narra la passione per la natura del luogo che si abita, per l’ideale a sostegno della propria esistenza, per la donna di cui si cade innamorati, come capisaldi di una letteratura che si propone alla stregua di un’esperienza intellettuale e allo stesso tempo artigianale, quale racconto del mistero insondabile dell’anima esposta alla tragedia della propria libertà. Sullo sfondo di una città della costa del meridione d’Italia, Jacopo, protagonista e voce narrante, viene a trovarsi, fatalmente, in un corpo a corpo con i demoni della sua vita, dove il timore di smarrire il senso della bellezza e dell’incanto verso la superficie delle cose diventa affannosa e complessa resistenza. Il filo conduttore che intreccia l’intera azione letteraria è dato dalla scissione dell’io Jacopo/Raskolnikov – sì, proprio lui, il personaggio dostoevskiano qui rivisitato –, ossia lo scontro tra un io impacciato e uno sfrontato, covo dell’inespressa bassezza che si annida nel profondo dell’animo umano.