“La vita in più di Marta S.” su Border Liber
La vita in più di Marta S. Paola Musa e ciò che trapassa con noi
Recensione di Martino Ciano. In copertina: “La vita in più di Marta S” di Paola Musa, Arkadia editore
Un gioco della mente o ciò che davvero accade nel passaggio tra la vita e la morte? Il romanzo di Paola Musa ci pone sul misterioso confine su cui nessuno potrà fornirci certezze, se non altro perché parliamo di una condizione irreversibile. “La vita in più di Marta S” si diverte a unire la narrativa con il meglio delle idee che circolano sulla reincarnazione, chiamando in sua difesa il matematico Roger Penrose e lo psichiatra Brain Weiss, personalità illustri che sul perdurare della coscienza dopo la morte hanno detto diverse cose. Logicamente, sono tutti argomenti che godono di molto scetticismo, ma l’intento del libro di Musa non è quello di stabilire cosa sia vero e cosa sia falso. Partiamo dalla protagonista del romanzo, ossia Marta Scacchi, ingegnere che lavora nell’industria del sesso. L’interesse per tale attività avrebbe inizio fin dall’adolescenza, quando la maggior parte del suo tempo lo passa nel Sexy Shop del padre. Ma a ciò bisogna aggiungere anche certe visioni, accompagnate da vere e proprie ossessioni, che si manifestano in lei fin dalla tenera età. Immagini innate, istinti che secondo Marta provengono da un passato remoto che non appartiene alla sua attuale esistenza. Da qui la costruzione di un fantasioso viaggio a ritroso che investiga, senza volerlo, sull’eros in ogni sua forma. Marta si convince di portare sulle spalle quello che potremmo definire un debito karmico. Nulla la schioda dall’idea di aver bazzicato per necessità o per curiosità luoghi di promiscuità e di disinibizione. Raccoglie prove e si domanda quale sia il senso del suo passaggio terreno. Ciò che innesca alcuni suoi quesiti è l’esplosione del palazzo nel quale abita. Un incidente da cui si salva ma che permetterà anche l’incontro con Virgilio, un infermiere che in lei risveglia un timore ancestrale. Musa costruisce tutto sospendendo il suo personaggio tra mondi onirici e reali, tra lucidità mentale e stati alterati della coscienza, fino a giungere a episodi di regressione che spalancano le porte sulle vite precedenti. Per gli argomenti toccati, il romanzo spazia anche in gradevoli divagazioni che rendono ancora più solide le convinzioni della protagonista, spingendo pure noi a una leggera quanto interessante autoanalisi. “La vita in più di Marta S”, infatti, non si ferma all’apparenza, non spara nel mucchio dei mondi possibili ma dà voce a un personaggio che incarna le preoccupazioni della nostra epoca. Vita, morte, sesso, edonismo, eros, promiscuità e invadenza del cyberspazio. Insomma, tra le pagine del libro troveremo frammenti che riescono a legarsi con naturalezza. La personalità di Marta è una metafora della nostra coscienza collettiva. La protagonista attinge da più parti pur di dare una spiegazione alla propria inquietudine; va addirittura al di là della vita e della morte, creando una mappa della sua evoluzione spirituale. Ma questo attraversare i secoli nasconde una triste realtà: l’impossibilità di appartenersi del tutto, di conoscersi completamente, di dominarsi da cima a fondo.
Martino Ciano
La recensione su Border Liber