“La sposa del nord”: la vera storia di Giselda Fojanesi nella Catania del 1872
L’Unione Sarda
27 agosto 2014
Letterature – Cultura, pag VIII
Il nuovo romanzo di Piero Isgrò. La bella amante di Giovanni Verga. “La sposa del nord”: la vera storia di Giselda Fojanesi nella Catania del 1872
«Egli era un uomo che non aveva capito niente di niente della vita e degli uomini, ed era simile a quegli attori, i quali, per quanto eccellenti, non hanno alcuna comunicativa con il pubblico». Questo il lapidario commento riservato dal commediografo siciliano Antonio Aniante al conterraneo Mario Rapisardi, figura centrale de “La sposa del nord” (Arkadia, 205 pagine, 16 euro), il nuovo romanzo di Piero Isgrò. Siamo nella Catania del 1872, dove grazie ai buoni uffici di Giovanni Verga la giovane e attraente Giselda Fojanesi è sbarcata dalla Toscana per insegnare italiano e religione alle ragazze di buona famiglia. La madre sogna per lei un matrimonio vantaggioso, e l’occasione si presenta a seguito dell’incontro con Mario. Per Giselda sarà come precipitare in un girone dantesco, tra vessazioni, violenze e umiliazioni da parte del consorte – poeta da strapazzo, uomo gretto e paranoico – e della famiglia di lui, bigotta e retrograda. reagirà a tutto ciò dedicandosi ai libri e coltivando nuove amicizie, senza dimenticare l’antico amore per Verga, tra le cui braccia troverà il conforto e la passione inesistenti in casa Rapisardi. La vicenda è autentica: nel 1883, dopo la scoperta del tradimento, Giselda verrà ripudiata dal marito, fino a quel momento ottimo amico del futuro autore del Verismo. Al lettore è offerto uno spaccato della Sicilia post unitaria dove la fanno da padrone mentalità e tradizioni dure a morire, estranee a una donna del nord che trasformerà l’adulterio in atto di ribellione, doloroso ma necessario, per opporsi all’annullamento della propria dignità di donna. Con buona pace dell’onore siculo dello sciagurato Rapisardi, che suscita quasi compassione se pensiamo che, come scrive ancora Aniante, «la sua seconda moglie dopo appena un mese di vedovanza andò a nozze con un altro amico fraterno».
(Fabio Marcello)