“La scrittrice obesa su” Puzzle Book
5 domande a Marisa Salabelle, autrice del romanzo “La scrittrice obesa”
Abbiamo chiesto a Marisa Salabelle di raccontarci un po’ il personaggio protagonista de “La scrittrice obesa”, romanzo pubblicato da Arkadia che sta riscuotendo un bel successo di pubblico. Ecco quanto ci ha rivelato nella nostra intervista.
1)
Susanna Rosso, la protagonista del tuo ultimo romanzo, ha due passioni, ma potremmo meglio dire una doppia bulimia, quella per il cibo e quella per la scrittura. Si alimenta e sopravvive grazie alle “parole” e al cibo, e lo fa come in una relazione tossica, diremmo oggi. Come nasce l’idea di una protagonista così particolare?
In un periodo per me difficile, nel quale non riuscivo a trovare il modo di pubblicare alcune cose che avevo scritto, ho avuto l’idea di questo personaggio, che sotto certi aspetti è una me stessa molto drammatizzata e sovraccaricata. Forse perché da adolescente sono stata in notevole sovrappeso e ne ho sofferto molto, mi è sembrato naturale che la mia eroina, oltre che malata di scrittura, fosse anche malata di cibo. Immaginarla intenta a scarabocchiare su uno dei suoi quadernetti con in mano un grosso panino trasudante unto era un tutt’uno. Susanna è per me l’emblema della frustrazione, della scontentezza di sé, ma anche di un concetto molto elevato delle proprie capacità: un mix esplosivo, che infatti la porta alla follia e infine alla morte.
2)
Susanna si sente una scrittrice incompresa, ce l’ha con il mondo dell’editoria che non la considera e pertanto scrive lettere infuocate e irriverenti a editori, scrittori, cantanti e altri personaggi famosi. Sono lettere esilaranti. Perché il vortice di autodistruzione in cui si trova Susanna ci fa sorridere?
Ho voluto che il personaggio di Susanna fosse drammatico ma al tempo stesso comico: tutto il suo tormento per non essere compresa e accolta raggiunge eccessi comici, perché lei sembra non rendersi conto dell’assurdità di certi suoi comportamenti e soprattutto delle cose che scrive. È una vera grafomane, perciò non si limita a racconti e romanzi ma scrive lettere a chiunque le venga in mente: ai suoi artisti e scrittori preferiti ma anche a quelli che detesta, vivi e morti, veri e immaginari. E se magari inizia una lettera in tono garbato e cerimonioso, poi la mano le sfugge e inizia a lamentarsi delle ingiustizie che crede di patire, infarcisce le lettere di parolacce e finisce per insultare lo stesso destinatario.
3)
L’incipit della storia inizia con Susanna che viene ritrovata morta nel suo appartamento: sembra un giallo ma non lo è. Ti piace spiazzare il lettore?
Eccetto Gli ingranaggi dei ricordi, tutti i miei romanzi iniziano con la scoperta di un corpo. Due di essi (L’ultimo dei Santi e Il ferro da calza) sono apertamente dei gialli, quindi ci sta; uno (L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu) è un romanzo ibrido, tra biografia di un personaggio e cronaca di un’indagine; La scrittrice obesa invece non è un giallo, ma la protagonista muore comunque e ho voluto aprire la narrazione con la scena del suo ritrovamento, in un ambiente che definire degradato è un eufemismo. Sì, un po’ mi piace spiazzare il lettore, e infatti almeno uno dei miei lettori si è detto deluso di non aver trovato un giallo ma tutt’altra storia. In generale mi piace uscire dagli schemi, dagli stereotipi, raccontare qualcosa di diverso, per esempio una protagonista non bella e non simpatica: Susanna in questo non è la sola!
4)
A un certo punto della storia, la protagonista comincia a confondere la realtà con la fantasia: incontra persone nella sua vita quotidiana e le trasforma in “personaggi” ma succede anche l’inverso, “scambia” le persone reali per quelle raccontate nei suoi racconti o romanzi.
Sì, lei vive talmente a fondo le sue storie che le sembra di incontrare quotidianamente i personaggi creati dalla sua fantasia. Inizialmente le succede con una suora che bussa alla sua porta perché sta facendo un giro tra i parrocchiani: Susanna si convince che si tratti di un personaggio di un suo romanzo. Man mano che perde lucidità i personaggi vengono a trovarla sempre più spesso e si affollano nella sua cucina e nel suo salotto, rimproverandola per i destini infelici che ha dato loro. In un certo senso è “normale” che a uno scrittore le figure che ha creato sembrino reali, ma nel caso di Susanna è il confine tra realtà e fantasia che è saltato.
5)
Attraverso questo romanzo riesci a proporre una riflessione interessante sul mondo dell’editoria. Che cosa consiglierebbe Susanna oggi ai nuovi scrittori? E cosa suggerisci come autrice a chi vorrebbe pubblicare le proprie storie?
Il mondo dell’editoria non è facile e spesso succede che autori o autrici meritevoli non riescano a trovare la strada per le loro opere. Nella mia esperienza, riuscire a pubblicare alcune delle cose che avevo scritto è risultato difficilissimo, tuttavia a un certo punto, quando non ci speravo più, ho conosciuto un’agente letteraria che ha apprezzato il manoscritto che le avevo mandato e ha fatto in modo di farlo pubblicare: è così che è uscito il mio primo romanzo, L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu. Perciò mi sento di dire, a chi ama scrivere e vorrebbe pubblicare, di non scoraggiarsi e di tentare in ogni modo, nonostante rifiuti o silenzi. Oggi, grazie a internet, è molto più facile fare conoscenza con scrittori, editori, agenti, e questo è sicuramente un vantaggio. Invece sconsiglio l’autopubblicazione e soprattutto l’editoria a pagamento, che non serve a conquistare notorietà e successo, e in definitiva è una sorta di truffa ai danni di chi scrive.
MARISA SALABELLE
Marisa Salabelle è nata a Cagliari il 22 aprile 1955 e vive a Pistoia dal 1965. È laureata in Storia all’Università di Firenze e ha frequentato il triennio di studi teologici presso il Seminario arcivescovile della stessa città. Dal 1978 al 2016 ha insegnato nella scuola italiana. Nel 2015 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu (Piemme). Nel 2019 ha pubblicato il suo secondo romanzo, L’ultimo dei Santi (Tarka). Entrambi i romanzi sono stati finalisti al Premio letterario La Provincia in Giallo, rispettivamente nel 2016 e nel 2020. Nel settembre 2020 è uscito il romanzo storico-famigliare Gli ingranaggi dei ricordi (Arkadia Editore) e nel 2022 Il ferro da calza (Tarka), un giallo con ambientazione appenninica. Suoi articoli e racconti sono apparsi su riviste online e antologie cartacee.
Alessandra Cafiero
Il link all’intervista su Puzzle Book: https://bit.ly/3Z7vRjN