“La Sardegna nuragica” su L’Unione Sarda
L’Unione Sarda
16 gennaio 2016
La vita quotidiana della Sardegna ai tempi dei nuragici raccontata da Mulas
L’interesse del grande pubblico per la civiltà nuragica rischia di distorcere la ricostruzione del passato, assecondando suggestioni e ansie identitarie. Il caso dei Giganti di Mont’e Prama è emblematico. Perché l’attenzione del mondo dei non specialisti diventi risorsa e favorisca processi di conoscenza e valorizzazione del patrimonio di cui l’Isola dispone, è necessario che si agevoli la diffusione delle verità dimostrate dall’archeologia. Il volume “La Sardegna nuragica. Società, religione, vita quotidiana”, edito da Arkadia nella collana Historica paperbacks, è valido e snello strumento di divulgazione. Scritto da Francesca Mulas, giornalista, specializzata in Archeologia all’Università di Cagliari, vuole «fare chiarezza, con un linguaggio semplice ma rigoroso, sui punti fermi e su quelli ancora oscuri della storia nuragica alla scoperta di una civiltà grandiosa e antichissima». La trattazione si apre col capitolo dedicato alla definizione cronologica dell’età nuragica. I successivi si articolano attorno a grandi temi: architettura civile, religiosa e dei morti, espressioni artistiche, cose, lavoro e vita quotidiana, uomini e donne dei nuraghi. L’ultimo capitolo, il nono, dà al libro una struttura circolare. Intitolato “I dilemmi dell’archeologia sarda”, richiama le finalità esposte nell’introduzione: evidenziare i dati acquisiti, liberare il campo da false interpretazioni e dare respiro ai grandi interrogativi che sono motore della ricerca scientifica. Le genti nuragiche «vivevano in armonia o in perenne stato di difesa? Perché non hanno lasciato documenti scritti? Quali erano le conoscenze tecniche, i rapporti commerciali, l’organizzazione sociale del popolo nuragico? Che ruolo aveva l’isola nel Mediterraneo? Quale patrimonio i Sardi di oggi hanno ereditato dagli antenati che abitavano qui decine di secoli fa?». Ci si affidi al lavoro degli archeologi per trovare risposte, è l’avvertimento al lettore che l’autrice richiama anche nelle conclusioni. La fantasia nulla aggiunge al fascino già straordinario del popolo dei nuraghi.
(Manuela Arca)