La paura come risorsa
Il Messaggero Sardo
La paura come risorsa
3 giugno 2011
Ogni uomo possiede solo quella parte di terra sulla quale poggia i piedi”: questa splendida frase tratta dall’ “Anabasi di Alessandro” di Flavio Arriano basterebbe da sola a dare un senso a ciò che Graziano Milia ha voluto dire nel suo bel libro “La paura come risorsa”, appena uscito per Arkadia. Si potrebbe aggiungere che forse neppure di quei due brandelli di terra l’uomo può considerarsi padrone. Avrebbe ragione così l’ultimo dei grandi poeti dialettali galluresi, Bastianu Sanna, scomparso da poco: “Lu tarrenu di l’omu si ni ridi / candu ‘ntendi chi iddhu è lu patronu”. Ma nel nostro caso poco cambia. Milia ci ha dato un nuovo libro nel quale, fra le trame della politica e della contingenza storico-sociale ed economica che stiamo attraversando, germogliano anche altri interessi, come quelli culturali e artistici, “giardini di pensiero” che fungono da contraltare al tempo incerto, all’ombra della paura, alla quale, comunque non si può negare una funzione salvivica. Funzione non legata a un senso inerte di redenzione a tutti i costi, ma anche e soprattutto a uno scossone di pensiero e di azione che abbia il potere di cambiare sorti e seminare germi di rinnovamento. Quando l’ho conosciuto io, come sindaco di Quartu, e non era ancora presidente della Provincia di Cagliari e del Consiglio della Autonomie locali della Sardegna, parlava come ora scrive. Allora si trattava di poesia del concorso “Michelangelo Pira” e, tra le righe, di cento altre cose. Oggi ne “La paura come risorsa”, spuntano, fra le cento altre cose, anche il sentimento elegante della poesia: una prova di equilibrio tra il docente di storia di ieri e l’uomo di potere e di coscienza di oggi. Complimenti e non solo per il libro.
Franco Fresi