“La mentalità della sardina” su La poesia e lo spirito
Olivia Crosio, “La mentalità della sardina”
Olivia Crosio, La mentalità della sardina, Arkadia Editore, 2022
Il nuovo romanzo di Olivia Crosio La mentalità della sardina è stato per me una piacevolissima scoperta degli ultimi mesi (anche se è uscito nel settembre 2022). Non solo per la gradevolezza dello stile e della storia – il viaggio lungo la Via Francigena di una donna insoddisfatta della piega che, dopo tanti anni, il suo matrimonio ha preso –, ma per la capacità che ha di calare i lettori nei singoli luoghi e situazioni. È quasi un’opera teatrale in movimento, con molteplici incontri e confronti tra tipi umani diversissimi, scenari attinti dalle ultime tappe del cammino – dalla Garfagnana a Roma – e micro-angoli d’Italia che diventano come palcoscenici di una rappresentazione viandante.
Per quanto, indubbiamente, figlia dell’oggi, delle sue noie e delle sue tentazioni di “fuga”, quest’opera ha, come nascosta in sé, un’anima medievale, che trasuda dalle pagine quasi come se le pietre delle mura e delle case che costellano il percorso sporgessero dalla carta, portando i lettori nel lì – o meglio, nel qui – non solo della narrazione, ma della dimensione senza tempo che è propria dei gioielli d’arte sparsi perfino nei punti meno noti del territorio italiano.
Olivia Crosio, tra l’altro, è un’ottima traduttrice, nota per aver tradotto romanzi di successo internazionale come Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg (da cui il famoso film diretto da Jon Avnet Pomodori verdi fritti alla fermata del treno) e Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding (da cui l’omonimo film di Sharon Maguire). La grande padronanza linguistica che dimostra in questo romanzo è certo frutto anche di questa esperienza, ma senza dubbio il brio che ha saputo imprimere all’intreccio narrativo di questo romanzo è frutto delle sue doti di autrice. Lo si vede da come sonda la psicologia in apparenza semplice, ma in realtà fatta di sentimenti complessi e stratificati, dei suoi personaggi: dalla protagonista, Angela, depressa da un marito che col tempo ha perso ogni verve, a lui stesso, che proprio non capisce i motivi del disagio della moglie, e a Viola, la giovane compagna di viaggio incontrata lungo la strada, che ostenta grinta e sicurezza ma è ferita dentro un po’ come tutti, e ad altri ancora che non anticipo per non svelare troppo.
Non so quanta parte di tutto ciò sia autobiografica, ma non credo così tanto – a parte il percorso della Francigena, che Olivia ha seguito davvero. Forse, come si dice nelle ricette di cucina, “quanto basta”; alla faccia di chi denigra l’autobiografismo, dimenticando che tutto, almeno in una certa misura, è autobiografico – a parte le scempiaggini scritte dalle intelligenze artificiali.
Raccomando dunque questo libro non solo a chi ama camminare, ma a chi desidera leggere narrativa intelligente e divertente, ben scritta e – cosa rara – capace di dimostrare che superficie e profondità non sono quei poli opposti che a volte si pensa che siano, ma forse, piuttosto, i termini di un dialogo che attraversa ogni passo e ogni attimo di quel cammino articolato che è la vita.
Giovanni Agnoloni
Il link alla recensione su La poesia e lo spirito: http://bitly.ws/LV2i