“La lanterna nera” su SoloLibri
La lanterna nera di Alberto Frappa Raunceroy
Arkadia Editore, 2020 – La straordinaria crescita intellettuale di una giovanissima svizzera nel 1600, vero raggio di sole mentre intorno a lei dilagano il fanatismo religioso, l’ignoranza e la superstizione.
Elke è storpia, nessuno la sposerà e i genitori dovranno mantenerla in casa per sempre; in compenso risparmieranno sulla dote nuziale. Il padre non si rammarica: un domani, almeno uno dei figli potrà accudire i genitori anziani e sarà certamente lei. È lo spaccato di una famiglia europea del 1600, rappresentato nel nuovo titolo dell’udinese Roberto Frappa Raunceroy, un altro dei suoi romanzi storico-religiosi filosofici, La lanterna nera, pubblicato a maggio 2020 per le edizioni cagliaritane Arkadia (166 pagine). Un testo relativamente breve, ma indubbiamente riuscito e di ottima lettura, realizzato con cura, mettendo a buon frutto lo studio storico approfondito che ha certamente richiesto. Raunceroy porta così a termine una trilogia della ricerca, avviata con Il serenissimo borghese, ispirato nel 2012 da quella della giustizia, e continuata con Il parrucchiere di Maria Antonietta, attento nel 2016 a quella della bellezza. Quest’ultimo si muove alla ricerca della verità. Nella Ginevra del XVII secolo, in piena riforma luterana e contrapposizione calvinista alla Chiesa romana, avida e lontana dalla parola di Cristo, Elke è una bambina di nove anni, nella famiglia numerosa di un artigiano orologiaio. È portatrice di un handicap, affetta da una patologia congenita, una forma di tubercolosi ossea che la rende debole e malferma sulle gambe. In compenso, gode di una dote esclusiva: un’innata intelligenza matematica la porta ad annotare calcoli sui muri con la cenere, in mancanza di carta da scrivere, piuttosto rara all’epoca. È già capace di gestire una contabilità, fuori portata per la grandissima parte degli adulti dei suoi tempi. A raccontare dei prodigi intellettuali della sorella è il fratello primogenito, pure incline alla logica e al ragionamento matematico, affinati dagli studi presso i cistercensi di Annecy, che impartiscono un’educazione eccentrica rispetto ai rigorosi precetti calvinisti imposti nei territori svizzeri. In una società protestante fortemente in contrasto col papato di Roma, il fratello maggiore e la piccola vengono amorevolmente seguiti dalla zia paterna, che convive in casa e professa in tutto segreto la religione cattolica. La tante Caterina muore prematuramente e i monaci mettono al corrente il giovane di certi segreti inconfessabili del passato della donna e degli anni giovanili del padre. Un italiano di passaggio nota l’abilità non comune del ragazzo nella riparazione di meccanismi complessi e lo spinge a raggiungere l’Assia, in Germania, dove il margravio cerca un collaboratore di talento per l’orologiaio di corte, ch’è anche un bravo matematico. Più che un viaggio, sempre arduo a quei tempi, è una fuga. Elke ha voluto seguire il fratello per sottrarsi al destino da serva e poco più. Arrivano a Kassel malridotti e malati. Maestro Burgi non prende in simpatia il giovane, ma non impiega molto ad apprezzarne l’intelligenza e la preparazione, che maturano ulteriormente nel nuovo importante ruolo. Di riflesso, Elke apprende a sua volta. L’innata capacità matematica le consente di crescere intellettualmente, affrancandosi dal corpo malato e dalla salute sempre cagionevole. La maturazione della ragazza è affascinante, un vero raggio di sole, mentre il fanatismo religioso, l’ignoranza e la superstizione dilagano intorno a lei e al fratello narratore. Elke rappresenta la scienza, che si va affermando nonostante gli ostacoli religiosi, spinta dagli studi dell’italiano Galileo Galilei, che spingono le discipline scientifiche verso un passo avanti irresistibile, applicando la sperimentazione come metodo per verificare gli elaborati teorici. Di contro, in Europa, si ha paura del nuovo e si fa prima a distruggere quello che non si conosce, che a impararlo. I cattolici mandano sul rogo eretici e streghe, i luterani riducono in cenere chi non si allinea al loro credo rigoroso. Il 1600 è un periodo storico inclemente per le donne. Venire tacciate di stregoneria è fin troppo facile e dopo un giudizio inflessibile, accompagnato da torture e preghiere in latino o sermoni protestanti, si finisce sulle fascine, legate a un palo davanti alla folla. La giovane, con la sua intelligenza sospetta, le capacità intellettuali superiori in un corpo fragile, è una specie di mutante. Scrive calcoli ovunque, anche sui muri delle case e questo attira il sospetto e il terrore superstizioso della comunità. Numeri e formule complesse ma innocenti, che vengono scambiati per pentacoli e manifestazioni demoniache. I papisti bruciano le streghe, i calvinisti bruciano le streghe. In Europa, solo Praga è un asilo sicuro: l’imperatore asburgico Rodolfo II vi ha stabilito la sua residenza ed è uno spirito libero aperto al nuovo, a differenza di predecessori e fratelli. Attratto dalle scienze, anche arcane, offre cittadinanza a maghi, negromanti, cultori di discipline occulte. A Praga, la ricerca della verità di Elke nei numeri non desterà sospetti, in questo romanzo che si apre alla luce della conoscenza.
Felice Laudadio
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