“La laguna del disincanto” su La Città invisibile
La laguna del disincanto di Massimiliano Scudeletti
Mi sono imbattuto in Scudeletti nel leggere, con piacere, il suo Little China Girl. Ammetto che ho saltato alcune cose da lui scritte, ma non sono riuscito a sottrarmi a La laguna del disincanto. In sottofondo, e nemmeno troppo, l’India ma soprattutto Calcutta – che ha subìto, nel 2008, un attentato islamico alla caserma – con il suo quartiere a luci rosse, le costruzioni che cadono a pezzi- veri e propri agglomerati di vita e di morte – con i ceckpoint gestiti da delinquentelli tra vicoli e baracche, una città nella città, un bubbone infetto. In sottofondo e nemmeno troppo Porto Marghera e l’allerta inquinamento in una città dove il cancro è un dono del petrolchimico. Sono tante le cose evidenziate da Scudeletti, e cose non secondarie, come ad esempio l’infibulazione faraonica o sudanese, la più terribile in assoluto; il bullismo, il razzismo e lo snobismo. Sono pagine che ci fanno conoscere l’ “Ufficio lotta e contrasto alla pedopornografia”. Sì perché i bambini sono una merce rara e remunerativa, e le organizzazioni criminali non possono che essere interessate a quel tipo di traffico. La laguna del disincanto ci mette a tu per tu con l’arte cinese che deve essere tenuta in assoluta considerazione, e non solo l’arte, ma anche quella filosofia che dice di seguire un buon viatico investigativo: la prima volta è un caso, la seconda un errore e la terza? La terza è una mossa del nemico, e il miglior risultato è finire in piedi. Un noir che entra nei meandri della tecnologia della comunicazione e del suo controllo, con tutto ciò che comporta, dalla lavagna multimediale alla telecamera wi-fi; con le sue terminologie anglosassoni come deep web o tor (the onion router ) utile per raggiungere siti non graditi a governi repressivi restando anonimi, o lo snuff movie e il wardriving. Il porno vecchio stampo è stato messo da parte per far posto ad un voyeurismo estremo, un vero e proprio grande fratello pedopornografico che arriva alle uccisioni delle vittime, in un evento planetario di pedopornografia. Se si ha a che fare con Scudeletti, non possiamo fare a meno di fare conoscenza anche con le attività di copertura della malavita cinese, come il salone massaggi o il centro benessere e la prostituzione cinese messa in atto non solo per gli italiani ma anche per l’imprenditorialità criminale orientale. Scudeletti indaga, tramite queste pagine, sui cambiamenti che vivono le organizzazioni criminali: le mafie non hanno più capi carismatici ma consigli d’amministrazione.
Volete leggere qualcosa che mette insieme spionaggio, tecnologia, informatica, satanismo? Il piatto è servito.
Edoardo Todaro
La recensione su La Città invisibile