“La laguna del disincanto” su Giuditta Legge
Lo Scaffale di Andrea: La laguna del disincanto
OLTRE IL LIMITE, L’OSCURO
Recensione al libro di Massimiliano Scudeletti
La laguna del disincanto (Arkadia)
Nell’antichità e anche secoli dopo, le Colonne d’Ercole segnavano un confine che non poteva essere superato o che era rischiosissimo farlo. Al di là delle Colonne d’Ercole c’era un oltre minaccioso che era popolato da mostri e pericoli di ogni sorta. Quell’oltre era, in altri termini, popolato dall’ignoto, dall’oscuro. Ignoto e oscuro che potevano essere declinati come conoscenza (tutti noi ricordiamo il XXVI° canto dell’Inferno, il folle volo di un Ulisse assetato di conoscenza, assetato a tal punto che la sua ubris verrà punita). Ma nell’oscuro può nascondersi altro: può nascondersi il Male, la radicalità del male pronto a ghermirci e impossessarsi di noi. E allora eccoci a sprofondare in questa radicalità dove il male è qualcosa di gratuito, o almeno così sembra, anche se incarnato in sétte, dove il male non è neppure in rapporto dialettico con il Bene. Ne è completamente slegato. Quindi ancora più terribile. Di questo sprofondare, anche se non solo di questo, parla l’ultimo romanzo di Massimiliano Scudeletti “La laguna del disincanto” (Arkadia 2024). Un romanzo, come ci ha abituato Scudeletti, avvincente. Un romanzo inquietante perché la radicalità del male ci fa fibrillare corde sconosciute che allignano nei nostri luoghi oscuri, perché temiamo di identificarci, anche se solo parzialmente, con questa parte.
Prima di analizzare il testo due parole sull’autore
Massimiliano Scudeletti è nato nel 1962 a Firenze dove vive. Dopo gli studi si è dedicato alla realizzazione di documentari e spot televisivi, prima come sceneggiatore, poi come regista. Nel passaggio dall’analogico al digitale abbandona questa attività e comincia un’attività con un’agenzia assicurativa che si occupa prevalentemente della comunità cinese. Viaggia nel sud/est asiatico per passione e dopo i cinquant’anni si dedica completamente alla cultura tradizionale cinese e alla scolarizzazione di adulti immigrati. Nel 2018 pubblica il suo primo romanzo, un giallo con protagonista il videoreporter di guerra Alessandro Onofri ,“Little China Girl” (Betti) che giunge secondo al premio “Tramate con noi” di Radio Rai 1, vincitore del “Premio Emotion” al “Premio Letterario Città di Cattolica”. Dopo numerosi racconti – alcuni che hanno come protagonista sempre il videoreporter Alessandro Onofri – nel 2019 pubblica il suo secondo romanzo “L’ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia” (Bonfirraro). I suoi reportage di viaggio sono pubblicati sulla rivista “Erodoto 108”. Tra i fondatori della non casa editrice “I libri di Mompracem”. Nel 2022 pubblica “La laguna dei sogni sbagliati” (Arkadia) – recensito in questa rubrica – dove protagonista è, ancora una volta, l’inviato di guerra Alessandro Onofri colto, all’inizio del romanzo, nella sua attività di videoreporter.
Con alcuni racconti è stato finalista al concorso internazionale “Amico rom” e alla prima edizione del premio “Samudaripen”, equivalente della Shoah per i rom. Da questi testi è nato “Suite romanè”, spettacolo teatrale che verrà messo in scena anche nella Giornata della Memoria al teatro Lippi di Firenze.
Due parole sulla Quadrilogia del Male
Questo ultimo romanzo, “La laguna del disincanto”, è un noir e un thriller psicologico. Ma non solo. È un romanzo che sfida il lettore e gli pone la domanda radicale: “Dove si nasconde il Male oggi e cos’è il Male nell’epoca post moderna?”
“La laguna del disincanto” fa parte di un progetto di quadrilogia dove il protagonista è sempre Alessandro Onofri: il primo testo è Little China Girl, che ha la struttura narrativa del giallo sociale; il secondo, La laguna dei sogni sbagliati, è un thriller esoterico ambientato tra Venezia e Porto Marghera, questo La laguna del disincanto, è un thriller psicologico di respiro internazionale.
Il progetto di quadrilogia si concluderà con un quarto romanzo attualmente in fase di scrittura e con il quale Scudeletti chiuderà il cerchio.
La quadrilogia è un progetto letterario che ha pochi eguali in Italia. Allo stesso tempo è critica sociale e una potente riflessione esistenziale. Alessandro Onofri è la figura centrale, come si diceva più sopra, e simbolica. È l’uomo moderno – forse post moderno – che cerca di dare un senso all’esistenza in mezzo a guerre, traumi, disillusioni.
A proposito de “La laguna del disincanto” Scudeletti ha fatto un affermazione interessante e importante. Ha affermato che per scrivere “La laguna del disincanto” “mi sono dovuto addentrare in un mondo così corrotto da destabilizzarmi. Allontanavo lo schermo come per mettere una barriera tra quello che avevo evocato e me stesso. Non lo rifarei” (Dalla scheda introduttiva che accompagna il libro).
Ma di cosa parla, più in specifico, “La laguna del disincanto”?
Impossibile riassumere in toto la trama…. E si farebbe anche un torto al lettore.
Qui solo una traccia: Alessandro Onofri, reporter di guerra disilluso, torna in azione perché un’amica disperata che vive a Fiesole, Sarah, lo contatta per mostragli un filmato inquietante del figlio Duccio che terrorizza il fratello minore, Vanni, mimando un macabro rituale appreso a scuola. Alessandro inizia a indagare e, tra mille difficoltà, scopre che altri bambini della stessa scuola di Fiesole presentano i medesimi traumi dei due figli di Sarah. A Firenze si aggiunge Bologna, forse anche Augusta in provincia di Siracusa. Le foto dei bambini circolano su Silk Road, il mercato illegale di droga, armi, pornografia, pedopornografia, celato nel Dark Web. In questa rete autonoma antichi rituali, antiche credenze hanno trovato una nuova collocazione? È la mafia internazionale che vende immagini pedopornografiche o si tratta di qualcosa di ancora più oscuro, temibile, terribile? Mentre Alessandro indaga tornano i fantasmi del passato e ricompaiono per brevi pagine personaggi che avevamo conosciuto già ne “La laguna dei sogni sbagliati”.
Riuscirà Alessandro ad affrontare i propri fantasmi? Riuscirà a venire a capo di una situazione pericolosa e tremenda? Riuscirà a utilizzare le arti marziali che ha appreso?
E i bambini riusciranno ad avere salva la vita?
E chi è Sigu, minacciosa figura che compare in varie parti del romanzo?
Al lettore che, sicuramente verrà coinvolto nella trama fino a lasciarlo senza respiro, la riflessione, gli ulteriori interrogativi, i tentativi di risposta a tutti questi quesiti.
La sensazione più forte che si ha nel leggere queste pagine è quella dello sprofondamento che ci ricorda lo “sprofondare” di Dante nei gironi infernali, ma qui non c’è un Virgilio a cui affidarsi e che fa da guida. Qui, al contrario, c’è una necessità di non fidarsi, la sensazione di potersi aggrappare a ben poche persone.
Ad un certo punto, Alessandro confessa all’amica/amante:
Ero certo che in realtà tutti si aspettassero da me che andassi sempre oltre, sempre di più, per poi tornare a raccontare cosa c’era più in là dei confini delle vite ordinarie… “ (Pag.218)
È un testo che non ha eguali nel panorama letterario italiano e che, forse, si potrebbe asserire essere qualcosa di più di un libro, ma un’esperienza, pieno di suspense, di analisi critica della società dove la tecnologia è al servizio del male radicale; dove il terreno sembra spesso mancare sotto i piedi di Alessandro, dove i depistaggi si sovrappongono ai precedenti depistaggi; dove Alessandro cerca di arrivare alla fine dell’indagine, barcamenarsi, salvarsi la vita.
Non si sa se ciò che lo spinge a indagare è un forte afflato etico o una forza oscura che nemmeno lui riesce sempre a controllare. Forse un insieme di entrambe le cose.
È un testo che è anche una riflessione sulla maturità e le perdite che essa implica: gli amici, i sogni, la magia dell’infanzia che non tornerà più, gli amori romantici.
Personaggio indovinatissimo quello di Alessandro Onofri. Ma non lo sono di meno gli altri come Sarah che chiede aiuto e si scontra con Alessandro, che crede ma non vuole credere a quello che sta succedendo ai figli: un personaggio con diverse sfumature, dunque. Non lo sono di meno il sofferto Messori dell’Ufficio per la Lotta e il Contrasto alla Pedopornografia su Internet o il carabiniere amico di Onofri, ma molto diverso da lui e ligio alle regole e al dovere. Non lo è di meno Laila Fereshteh amica/amante di Alessandro e chissà cosa altro ancora e vera e propria deuteragonista del romanzo
Personaggi indimenticabili e che rendono ancora più drammatica la trama.
Bologna, Firenze, Venezia, per restare solo in Italia, sono le città intorno a cui ruota la trama. Ma non sono né città turistiche, né citta pacificate. Ancora una volta tra le loro pieghe si nasconde l’oscuro, c’è qualcosa che le divora e le consuma, le ammanta di nero.
Il male radicale può nascondersi dietro una via, dietro un portone, dietro un muro che può sembrare l’apoteosi della banalità e dell’innocenza.
Sono città che bisbigliano il male radicale per poi, in certe occasioni, gridarlo ma subito dopo occultarlo.
Ad ogni angolo una sorpresa, a ogni pagina un sussulto, a ogni pagina l’ammirazione per un autore che ci inquieta, che ci strania, che ci destabilizza, che sa maneggiare con grande perizia letteraria una materia difficile e…. oscura.
E così restiamo in attesa di poter leggere l’ultimo volume della quadrilogia del male per sapere come si concluderà e se si concluderà la vicenda di Alessandro Onofri.
Andrea Cabassi
Il link alla recensione su Giuditta Legge: https://tinyurl.com/r489adnr