“La laguna dei sogni sbagliati” su Leggere:tutti
La laguna dei sogni sbagliati
Un romanzo in cui la periferia incontra la città, la guerra incontra il desiderio di pace, la realtà incontra l’esoterismo, “La laguna dei sogni sbagliati”, edito da Arkadia, è il terzo romanzo di Massimiliano Scudeletti che, dopo essersi cimentato in un giallo a tinte noir con “Little China Girl”, decide di cambiare registro e di raccontare una storia di formazione, passando dalla mafia cinese alla nobiltà veneziana prima e al proletariato di Porto Marghera poi, alla fine degli anni Novanta, tra la musica e i conflitti di quel tempo. “Poi c’era la musica, che per uno strano effetto giungeva perfetta, come dallo stereo regalatogli dalla zia. Quello che gli aveva comprato insieme a una pila di cd di De André, Bach e musica araba. Musica e libri non erano articoli soggetti ad alcun limite di acquisto e di spesa. In questo, Alessandro sapeva di essere fortunato. Si avvicinò al ragazzo, rasta e con un cappellino dai colori giamaicani, che sedeva accanto al mixer. «Chi sono?», chiese indicando con il mento i diffusori. «I Massive Attack. Compongono per immagini. Guardano dei video e scrivono. Molto dolce, molto figo, eh piccoletto…»”. Alessandro Onofri è un orfano di 12 anni dotato di una fervida immaginazione, un cuore nobile e un desiderio inconfessabile. Caratteristiche che si rivelerebbero fatali per vivere sulla terra, per qualsiasi essere umano. Aggiungiamoci anche che Alessandro, seguendo la moda dei tempi, si ritrova imbrigliato in una delle pratiche esoteriche più complesse, il satanismo cui si affida per recuperare il ricordo dei suoi cari. Non bisogna dimenticare il particolare momento storico in cui si trova, sospeso tra modernità e passato: storico in cui si ritrova: un’Italia sull’orlo dalla guerra balcanica e alle prese con il primo grande incidente ambientale dopo Seveso: Porto Marghera. A Venezia vive con una zia eccentrica ma dolce, che ricorda un po’ “In viaggio con la zia” di Graham Greene, ma anche “Zia Mame” di Patrick Dennis, con cui Alessandro ha un rapporto basato sulla complicità intellettuale e la fiducia. Questo fino a che non viene affidato a una coppia di Porta Marghera, dove inizia una nuova vita colma di nuove sfide. “Quale fiaba poteva fare più paura? Sì, sarebbe davvero stato facile per lui, perché la cosa più terribile per ogni bambino, cioè che i genitori escano di casa e non tornino, a lui era già capitata”. L’autore si cala perfettamente nella mente di un ragazzino di 12 anni, rivivendone i conflitti, gli interessi e le paure atterranti e troppo grandi per poter essere affrontate. Conduce per mano il lettore alla scoperta, o meglio alla riscoperta, dei conflitti e agli amori impossibili dell’età preadolescenziale, dei disagi dell’Italia alla fine dei ’90 e al terrore che può bloccare e finanche portare a scelte estreme, tutto per cercare di superare i propri limiti, anzi le proprie paure. Ma come si affronta una paura? Per scoprirlo, basta leggere il libro di Scudeletti, che proprio nella maniera in cui lascia che il giovane protagonista affronti i suoi terrori ricorda “It” di Stephen King, senza, mai, però scadere nel banale o nel “già visto”. “Lui aveva una maledetta paura di essere già quello che voleva. Cosa aveva fatto per diventare così?”. Scudeletti si arma di una scrittura fresca, leggera, veloce, ma intensa e si lascia guidare dalla sua immaginazione per raccontare una storia per cui ha già pensato un sequel, che vedrà Alessandro adulto, nei giorni nostri, alle prese con le stesse paure che era convinto di aver superato nel primo libro, a 12 anni. Lo scrittore fa compiere questo viaggio al suo protagonista con un intento preciso: dimostrare che le nostre paure ci restano incollate addosso per sempre, se non siamo realmente in grado di accettare il terrore e affrontarlo di petto, con coraggio e sicurezza, una volta per tutte.
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