“La forma del desiderio” su Suonidelmondo
LA FORZA DEL DESIDERIO CERCA LA SUA FORMA FRA SUSSULTI DELL’ANIMA E BISOGNO DI LIBERTÀ
Da quando la poesia ha trovato la strada per uscire dal guscio nel quale era stata “forzatamente” rinchiusa nell’età adolescenziale, e lì rimasta per un trentennio, il desiderio, creatura fiera, potente, rivoluzionaria del nostro Io più profondo, è stato l’armeggio dominante che, vieppiù, affinatosi nel tempo, ha dato ad Andrea Magno la spinta a cercare, a creare immagini, rimandi, ricordi, figure dentro il suo universo…..che assomiglia tanto al nostro, diremmo meglio, alla nostra parte femminile quanto a quella maschile di ognuno di noi.
E poi la bellezza della poesia vive nell’incontro, nell’evento che per magia si genera fra la mente del poeta, nel dare la forma a quelle pulsazioni tradotti in versi, e l’incrocio con la mente dei lettori in quell’impatto. Si perché questo evento si verifica quando “quel verso”, “quella espressione poetica”, proiettata in immagine, assomiglia moltissimo a quella stessa che al lettore è balenata in mente in qualche fugace occasione, che ha accarezzato o cullato in qualche momento creativo, ma che era rimasta lì, “appesa”, senza trovar quiete. Adesso ritrovare quei versi, in un contesto poetico, è come una magia che ruba l’anima e la mente. Tutto questo rende questo incontro/evento “speciale”. Grazie Andrea non bisogna aggiungere null’altro. Basta scorrere e ripercorre i suoi versi. Poi da sempre l’insularità che Andrea avverte, sente, in modo particolare, trova riscontro nel bisogno che alberga dentro di noi, ci rende unici, cioè quello, a modo nostro, di sentirci Isole. Un altro elemento che caratterizza in maniera particolare la poesia di Andrea è quello di non fare sconti a nessuno, a partire da se stesso. Punta dritto al verso sclerotizzato, puro, ma pregno, vero, efficace. Tale è e dev’essere il poeta: libero da ogni schema, senza condizionamenti, libero da preconcetti di qualunque natura. Fra gli altri, ci sono dei passaggi, dei rimandi forti (e sono tanti!!!), veri pugni allo stomaco che il poeta assesta prima a se stesso ed poi al lettore. Sono quelli quando Andrea tira in ballo Dio. In un primo momento sembra quasi come a volerne prendere le distanze, a guardar bene è come se volesse tirarci dentro il concetto, d’impatto, a forza.
“Solo silenzio”
Accade
di restare a guardare
dietro i vetri della finestra
il dolore in strada,
e dio
che sta sempre
nella stanza accanto
resta a guardare anche lui.
“Noli mi tangere”
Nessun dio
accarezza terra
spargendo miseria
Per noi, questi momenti altro non sono che lo sforzo, “il conatus” che compie l’intelletto per risalire verso un desiderio di Bene, comunemente inteso, non soggettivo, capace di compensare quell’anima che quello slancio ha compiuto o sta compiendo. Potremmo parlare di questo bisogno dell’anima, a cominciare da quella di Andrea, verso quella ricerca del Vero, del Bello, del Giusto, in sé, che in tanta pars riscontriamo dentro i suoi versi. Come se ci fossero delle soglie alle quali il pensiero di Magno ci trasporta per poi lasciarci la libertà di una scelta da compiere. I versi, le parole possono diventare suoni e si sa quanta potenza ci possa essere dentro certe vibrazioni e suoni fantastici. Perché, come si sa, la fantasia non si fa dominare dal libero arbitrio. La lirica, Una gabbia, appunto, ha ispirato questo quadro dell’artista Antonio Minerba. Come a dire che la musicalità della espressione dei versi di Andrea può aprire squarci di luce nell’animo delle lettrici e dei lettori e portali ad immagini ad esse collegate. Poi, sganciate dalla nostra volontà percorrono vie di libertà cui il poeta non pensava di doverci o poterci condurre. La loro scaturigine ha una medesima fonte: la ricerca della libertà, del piacere e del sogno (vedi link a seguire), universalmente inteso.
“Amar senza misura”
ma di te vento, adoriamo
il tuo portarci leggere
fin dove eravamo mai state,
resteremo un attimo in silenzio
– forse ci aiuterà a capire
il tuo sussurro –
ascoltando quel che c’è sfuggito
nel cercare la felicità.
Mutuando un pensiero già espresso potremmo dire: “Cercare la felicità è difficile quanto cercare la bellezza”.
Salvatore Spallina
Il link alla recensione su Suonidelmondo: https://tinyurl.com/23nrwc5v