“La collagista” su Recensire il Mondo
MANEGGIARE ARTE E CORPI
La collagista di Francesca Mazzucato è stato uno dei titoli di punta della collana SideKar di Arkadia nel 2020 ed è un libro allo stesso tempo molto moderno e molto classico. Moderna è la struttura frammentaria e il muoversi tra le coordinate del memoir, dell’auto-fiction, della scrittura dai riflessi saggistici (le parti più tecniche sulla composizione dei collage possono quasi essere lette come l’introduzione a un tutorial sull’argomento), classico mi è parso lo stile: denso, sentimentale, ricercato, prezioso. In poco più di 100 pagine vengono d’altronde dette molte cose, ci sono diversi viaggi, le planimetrie ideali di almeno due città (Z., quindi Zurigo, e Parigi), alcune storie d’amore e di sesso, ampi spazi di solitudine, molta arte, e l’autrice tiene insieme tutto questo all’interno dei due poli che citavo sopra: una struttura aperta che possa contenere tutte queste componenti, una scrittura partecipata e piena di sfumature per restituire la natura carnale, le fughe, i vuoti e i pieni della donna a cui è affidata la narrazione. Immagino che essa sia ampiamente sovrapponibile all’autrice: Francesca Mazzucato è una scrittrice esperta e anche un’artista, una collagista, e una donna in viaggio, ma tutto sommato non è importante sapere quanto coincidono narratrice interna e autrice o – detta forse meglio – anche questa domanda fa parte del libro (specifichiamo poi che in copertina compare un collage della scrittrice). L’intenzione sembra proprio quella di creare sospensioni e domande non risolte, creare pause e fratture nella narrazione attraverso materiali spesso spuri (citazioni, poesie, testi di conversazioni virtuali), spostare il raggiungimento di un climax o di un momento di rivelazione che non viene mai attinto appieno, a riprodurre quasi l’andamento oscillante e incompiuto delle vite normali, anche di quelle randagie (cosmopolite?) e non certo regolari come quella della protagonista. È poi interessante come si legga con grande e affascinata partecipazione proprio la parte più specialistica, quella sulla composizione dei collage, delle tecniche, dei modi allo stesso tempo creativi e artigianali di lavorare i materiali, una materialità e una dimensione concreta e tattile che forse alludono a un’altra, a quella dei corpi che si toccano e a loro volta vengono lavorati durante il sesso. Alla fine, Francesca Mazzucato si è presa dei rischi: quello di non premere particolarmente sul pedale dell’erotismo nonostante ve ne fossero i presupposti, di sentirsi dire di aver voluto seguire la moda corrente del romanzo ai confini della non-fiction, di vedere estrapolate frasi sul registro romantico-stentoreo che perdono o perderebbero un po’ di forza se decontestualizzate, e non ultimo quello di non aver scritto un libro simpatico che cerca o stimola particolari identificazioni da parte del lettore. Nel fatto che La collagista sia un libro invece molto riuscito sta la capacità di una scrittrice che – come si suol dire – sente di non aver più nulla da dimostrare a nessuno.
Il link alla recensione su Recensire il Mondo: https://bit.ly/31cvOYp