“La chimera di Vasari” su La casa del vento
La chimera di Vasari
MAURO CANESCHI
LA CHIMERA DI VASARI
ARKADIA EDITORE
“… mescolare storia e finzione producendo meravigliosi sguardi oltre la porta del vero”
Un luogo e tre momenti storici molto lontani l’uno dall’altro, i cui eventi si intrecciano e generano una storia fantastica. Arezzo è la grande protagonista. C’è l’Aritim etrusca del 390 a. C, non ancora conquistata da Roma e all’apice del suo splendore economico-culturale-artistico, l’Arezzo della seconda parte del Cinquecento sotto il dominio dei Medici, ma arricchita dall’arte di Giorgio Vasari e l’Arezzo contemporanea, in cui si sviluppano le vicende poliziesche che mirano a svelare un fantasioso “rovello”, lasciatoci in eredità da Vasari stesso. La prima parte del libro, accattivante, proprio per il passaggio, grazie ai capitoletti ben congegnati, continuo e veloce da un’ epoca storica all’altra, da un’atmosfera storica all’altra, ci introduce all’azione vera e propria, un po’ all’Indiana Jones, che vede due fratelli Marco e Dario insieme a Sonia, la fidanzata di quest’ultimo, partire da una villa sul Garda per recarsi in Toscana alla ricerca del padre scomparso di Sonia, un prof. di filologia impegnato in una ricerca sull’attività di G. Vasari. Le vicende narrate in un giallo non si possono raccontare pena togliere il gusto al lettore di scoprirle, perciò dirò solo che l’autore si porta dietro dal romanzo precedente, “Un’app di nome Lucia”, Lucia stessa e la fa interagire con gli altri personaggi, rendendola ancora più “umana” di quanto lo fosse già nel libro precedente. Lucia è una A.I., creatura fantastica che ravviva le pagine del libro con la bellezza del suo avatar e il suo continuo mutare abiti e luoghi a seconda di quello che deve dire o fare. Concludendo, il libro si presenta come un piacevole romanzo di evasione dal linguaggio semplice, curato e sintetico, ben congegnato nel creare l’intrigo e nel risolverlo, ma contiene anche qualcosa in più: il desiderio di Caneschi di diffondere la lunga e grande storia della propria città, che porta senz’altro il marchio della chimera etrusca, ma che possiede anche tanti altri tesori artistici degni di essere descritti e pubblicizzati. E l’autore lo fa con amorevolezza descrivendoci la Pieve, la Badia, la casa di Vasari, le piazze, le strade e i vicoli della città della Chimera.
Franca Canapini
Il link alla recensione su La casa del vento: https://bit.ly/3jQttJN