La casa degli uccelli rosa, un romanzo di Michele Pio Ledda
L’Unione Sarda
24 gennaio 2015
L’ingegnere Emilio e l’operaia Nina della Manifattura: storia di un amore
Contraddizioni continue che giocano tra il romanticismo più dolce e istintivo e il cinismo ragionato dei numeri, tra amori che, come direbbe Marquez, «sarebbero potuti essere e non erano stati» o, se sono esistiti, è stato tiranno il tempo e complice l’odio della guerra. Attraversa più generazioni, dal primo Novecento sino agli anni Settanta, il lavoro narrativo di Michele Pio Ledda, un romanzo costruito su estremi che s’incontrano, nella storia e nelle parole usate: leggere come farfalle, intrise di passione nella descrizione dell’amore e dure, rabbiose, per raccontare la guerra. Non una qualsiasi ma la seconda guerra mondiale. Ricordo ancora vivo di un momento storico che, insieme a palazzi, città e monumenti, frammentò l’intera Italia nei suoi sentimenti, la rese folle, inconsapevole e la fece regredire. Quella guerra che non risparmiò nessuno. Nemmeno la Sardegna e Cagliari che visse dopo quel pomeriggio di febbraio del 1943, come disse con parole perfette Antonio Ballero, la sua lunga notte delle caverne. Un incubo tangibile, pulsante, nelle fitte pagine di Pio Ledda, autore di testi in lingua sarda e spettacoli teatrali. L’amore, idilliaco, tra l’ingegnere Emilio e l’operaia Nina, totalmente narrato in prima persona, fa da cornice a tutto il resto. Sembra scorra, insieme all’intero romanzo, “La canzone dei vecchi amanti” di Jacques Brel, in un mondo che si ferma dentro una casa, custode di affetti e segreti di passione. Fuori, oltre quello spazio dal quale ammirare i fenicotteri, c’è la Cagliari che cresce, quella della Manifattura Tabacchi, dove lavora Nina, delle prime automobili, dei ristoranti di classe e di quelli ricavati dalla roccia, sottoterra, dove mangiano le operaie. È la Sardegna della Società Bonifiche Sarde e viene fondata Mussolinia quella di chi vorrebbe partire a combattere ma non vuole lasciare gli affetti. Isola in un tempo di contraddizioni, tra la leggerezza di un fenicottero che saluta la città al tramonto e quella dei Lancaster che bombardano la città. Gli skybirds, uccelli del cielo ma fatti d’acciaio e odio in simboli di morte e vendetta per ricordare un amore lasciato a metà.
(Mariella Cortès)