“Invece che uno” su L’indice dei libri del mese
Insieme e divisi
Federico Muzzu
Due gemelli sono i protagonisti di questo romanzo, finalista della XXVIII edizione del Premio Calvino, e non potrebbero essere più simili fisicamente. Ma due sono anche gli eventi drammatici che scopriamo nelle prime pagine. Un lontano antefatto, in cui la madre salva i piccoli Dionigi e Lorenzo dalla furia omicida del padre, a cui è costretta a soccombere, e la recente sparizione dei due fratelli, da poco maggiorenni. Con un’abilissima gestione temporale, l’autore ci introduce nel liceo di Bologna dove avviene un inaspettato litigio tra i gemelli, che dà l’avvio alla vicenda, e svela poco per volta le conseguenze della scomparsa sugli altri personaggi. Da un lato abbiamo Agata e Consuelo, amiche di Dionigi e Lorenzo (e a legare il quartetto c’è qualcosa in più di una semplice amicizia), e Raffaele, un compagno di scuola con disturbi mentali. Dall’altro, gli adulti: la zia Liana, il “pesante fantasma in ciabatte” che ha adottato i nipoti dopo la tragedia; Pierpaolo, lo psicologo del liceo; Andrea, l’educatore che segue Raffaele. Negli ultimi anni, molti narratori si sono cimentati con l’adolescenza come momento privilegiato di scoperta della propria identità, senza contare l’apporto più o meno stereotipato delle serie televisive. Con Invece che uno Federico Muzzu si tiene lontano dal facile ribellismo e punta tutto su una dimensione introspettiva profonda, fatta anche di silenzi più potenti delle parole. Lo scontro con il mondo dei grandi non divampa e rimane sottotraccia, anzi, sono gli adulti a dimostrarsi inaffidabili, con l’attenuante della complessità delle situazioni che dovrebbero governare. Pierpaolo ha una relazione stabile con la madre di Agata, e quindi entra in una famiglia già formata, mentre Andrea, prossimo alla convivenza con il compagno Axel, rischia di lasciarsi coinvolgere da uno studente, con tutto quello che ne può derivare per entrambi. Tutti, insomma, devono affrontare situazioni complesse e problematiche ma nessuna è paragonabile al trauma originario che ha unito per sempre i gemelli. Sempre insieme e sempre divisi: tale è il destino di Lorenzo e Dionigi, un nodo che non si può sciogliere. Anche se siamo di fronte a un romanzo psicologico (tenete d’occhio la bella immagine in copertina, perché illustra uno snodo fondamentale), non va trascurata l’efficace densità dell’intreccio. In un’ambientazione contemporanea, non potevano mancare i social network e la tecnologia. Nessun intento mimetico e nessuna ansia ossessiva per come si appare, bensì uno strumento potentissimo che mette in moto a cascata conseguenze sociali (nel vero senso del termine) imprevedibili, in cui si può ferire senza volere oppure colpire per fare male, se non per distruggere. Oltre a prendere consapevolezza del proprio corpo, altro elemento forte che li caratterizza, gli adolescenti (maschi e femmine) di Invece che uno misurano la loro autocoscienza. Non sveliamo chi parla, ma una battuta è risolutiva: “Non ti saresti mai guardato dentro se io non ti avessi messo un muro davanti”.
Damiano Latella