“Il tornello dei dileggi” su Quaderni Boreali
Il tornello dei dileggi, ironia e disincanto
Ci sono romanzi nei quali, arrivati all’ultima pagina, devi tornare indietro a rileggere per capire veramente. Romanzi in cui il sottotesto ti aveva lanciato dei segnali che non hai colto, oppure che non potevi cogliere perché l’autore te li aveva celati con perizia. Se sono dei gialli, si tratta di gialli ben riusciti, perché il depistaggio “logico” ha funzionato. Ma se l’ultima pagina che ti forza alla rilettura è di un romanzo impegnato, allora la sfida passa dal piano logico a quello psicologico e ontologico. Salvatore Massimo Fazio, con Il tornello dei dileggi (Arkadia Editore, 2021), ci regala un romanzo denso, satirico e provocatorio, che esplora le contraddizioni dell’animo umano e della società contemporanea. Attraverso il protagonista Paolo, intellettuale catanese, consulente filosofico e personaggio pubblico, l’autore intreccia riflessioni personali, relazioni amorose e momenti di critica sociale in un’opera che mescola introspezione, ironia e nichilismo. Il pretesto per dare il titolo al romanzo è rappresentato da Il tornello dei dileggi, salotto satirico creato da Paolo e altri personaggi illustri della scena catanese, che diventa il palcoscenico ideale per mettere in scena i vizi e le virtù dell’intellettualità contemporanea. Attraverso discussioni pungenti e battibecchi brillanti, l’autore sviscera temi come il potere, il ruolo dell’arte, le dinamiche di genere e la politica, offrendo uno spaccato ironico e disincantato della società. Non mancano. tra il protagonista e qualche altro personaggio, acrimonie e gelosie retroattive, che svaporano nelle nevrosi quotidiane di chi combatte per vivere i propri desideri con la cosapevolezza di venirne anche schiacciato. Paolo è un protagonista complesso, un anti-eroe tormentato dalle sue stesse contraddizioni. Diviso tra la relazione ormai spenta con Giovanna e l’attrazione destabilizzante per Adriana, una donna affascinante ma fragile, capace di slanci di passione ma anche di disarmante delirio, Paolo si muove tra l’idealizzazione e il desiderio, tra la paura del cambiamento e l’aspirazione a una vita più autentica. Adriana, con la sua natura ambivalente e sfuggente, rappresenta una sfida sia emotiva che esistenziale, spingendo Paolo a confrontarsi con i propri limiti. Anche quando decide di lasciarsi alle spalle il passato e affrontare il futuro con Adriana, il romanzo non offre soluzioni definitive ma piuttosto un affresco di incertezze e possibilità che riflettono l’ambiguità della vita stessa. Lo stile di Fazio è incisivo, denso di riferimenti culturali e filosofici, capace di alternare registri lirici e colloquiali. La scrittura è ricca di immagini evocative e metafore taglienti, che catturano la complessità dei personaggi e dell’ambiente in cui si muovono. Catania, con il suo caos e la sua vitalità, non è solo uno sfondo, ma un vero e proprio personaggio, specchio delle passioni e delle contraddizioni del protagonista. Un altro aspetto rilevante è l’influenza della filosofia, che attraversa l’intera narrazione. Paolo, ispirato da Nietzsche e dalla sua visione del mondo, incarna una figura in bilico tra la volontà di potenza e il bisogno di trovare un senso nell’assurdità dell’esistenza. La filosofia, tuttavia, non è mai presentata in modo didascalico, ma si intreccia organicamente alla trama, offrendo al lettore spunti di riflessione senza appesantire la narrazione. Il tornello dei dileggi è un’opera che non si presta a letture superficiali. È un romanzo che chiede di essere affrontato con attenzione, pronto a provocare e a suscitare dibattiti. Fazio riesce a raccontare con maestria le fragilità e le grandezze dell’essere umano, in un equilibrio perfetto tra profondità e leggerezza. Una lettura consigliata a chi cerca un’opera che non solo intrattiene, ma che lascia un segno, spingendo il lettore a interrogarsi su se stesso e sul mondo che lo circonda, senza risparmiare la componente tragica di chi si strugge fino all’annientamento, anelandolo semplicemente o attuandolo nel concreto.
Giuseppe Raudino
Il link alla recensione su Quaderni Boreali: https://tinyurl.com/2unj4w3t