“Il tornello dei dileggi” su A Tutto Volume Libri
INTERVISTA ALL’AUTORE: SALVATORE MASSIMO FAZIO
1 – Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Il tornello dei dileggi”?
Ha una gestazione molto lunga il mio primo romanzo: 7 anni. Prima di questo esordio alla narrativa, avevo scritto, poco, soltanto di saggistica e partecipato ad un concorso di racconti (Segni d’amore, nel 2009) che vinsi e come premio ricevetti la pubblicazione del racconto con enricofolcieditore.it. Il mio interesse per la narrativa è stato spesso e sovente lontano, però negli anni raccoglievo spunti fuoriuscenti da osservazioni sociali, ho vissuto in diverse città europee notando che usi modi e costumi cambiano, ma le azioni, i modus operandi e le caratteristiche comportamentali rimango identiche da popolo a popolo. Delle volte ci si sorprende come da un quartiere ad un altro di una città cambi l’inclinazione dell’esposizione di un termine, sovente non si fa attenzione ai mood pensandi, dei diversi popoli.
2 – Mi descriveresti il tuo romanzo con tre aggettivi?
Certo dato che è una sperimentazione del linguaggio scritto: esperimento, lingua, edificante.
3 – Ci sono diversi personaggi: ti va di raccontarci qualcosa di almeno un paio di loro?
Andrea, è il personaggio chiave, perché da lui nasce anche il titolo dato al libro, che ha scelto editor con editore. Andrea nella realtà esiste proprio per un format che si fece a Catania tra il 2013 e il 2015 dal titolo “Il tinello del dileggio”; chiedendo allo stesso e storpiando un po’ il titolo divenne “Il tornello dei dileggi”. È un uomo libero Andrea, ma quando si convince che qualcosa gli è stata commessa contro non ci sono alternative per farlo rientrare ai margini della verità, dunque frammenti di paranoia che si presentano e si annunciano per passare ad Adriana che è una persona che sa tutto, ma non per vanto o piaggeria autorefernziale, quanto perché malata. Paolo è il protagonista fake, che si infatua e innamora di Adriana, ma come avrai letto di questo amore avrò scritto non più di 2000 battute, dato che lui è l’asse del metaromanzo dove sono appesi tutti gli elementi che sviluppo, in primis la sperimentazione del linguaggio scritto. Giovanna: una metafora?
4 – Per quanto riguarda invece il titolo e la bella copertina che cosa ci puoi dire?
Ho risposto già sopra sul titolo, quanto alla copertina non ho mai avuto pretese, lascio fare all’editore, potrebbe mettere pur e una falce e martello, un fascio littorio o uno scudo crociato … importante che non mettano mai una maglia a strisce verticali bianconere. La mia è una istigazione a leggere al di là del titolo: è un plus il titolo, che disgraziatamente fa breccia assieme alla copertina all’occhio del lettore.
5 – La vicenda si svolge in varie città: Milano, Catania e Torino. C’è un motivo per il quale hai scelto proprio queste tre?
C’è Palermo, Roma e la Roma Calcio (e il Catania Calcio) e un passaggio a Madrid. La motivazione è semplice: sono alcune delle città dove ho vissuto.
6 – C’è un messaggio in particolare che vorresti arrivasse per primo ai tuoi lettori?
Godete della metanarrazione.
7 – Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?
Oh certo: anni fa relazionai con una donna che ha in parte le sembianze di Giovanna in parte di Adriana. Il libro, pur rimanendo nelle mani del mio agente letterario per due anni e più si è rivelato profetico: ho di recente relazionato con una donna che è la rappresentazione chiara della tesi psicologica della profezia che si autorealizza: in sintesi, vicenda, terminologia, stile e linguaggio sono la vita di questi.
8 – Come ti descriveresti con tre aggettivi?
Fiscale, preciso, miliziano.
9 – Quali sono le tue passioni e hobby?
Il calcio: il Catania e la Roma. Il resto è contorno per affrontare il vivere.
10 – Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?
“Italico” di Elsa Flacco. Che ho letto invece “Aritmia” di Elena Mearini.
Biografia