Il Rinascimento in Sardegna in un volume di 400 pagine

da: La Nuova Sardegna
La Nuova Sardegna
10.11.2009

 

La storia del Rinascimento nella nostra isola si arricchisce di un nuovo studio: una pubblicazione di 430 pagine, cento delle quali di sole foto, commentate da Luigi Agus. Il libro,”Rinascimento in Sardegna”, edito da Arkadia, si articola in undici saggi, divisi tra storici, letterari e di storia dell’arte, a cui se ne aggiunge uno introduttivo sulla questione metodologica adottata che va ben al di là di facili stereotipi che relegano la cultura sarda in un una posizione subalterna o ritardataria per cercare invece di leggere i vari fenomeni tentando di contestualizzarli nel loro corretto alveo storico-critico tenendo conto di molteplici realtà che caratterizzano l’isola nel periodo preso in considerazione.  Particolarmente interessante, anche per il suo aspetto antropologico, è il saggio relativo all’entrata del viceré Borja e Sassari nel 1613, nel quale viene trascritto per intero il memoriale delle spese affrontate dall’amministrazione civica, su cui sono riportati nomi di artisti rimasti finora inediti, ma soprattutto la reperibilità delle materie prime, come colori, pennelli, legno, carta, ecc., che utilizzavano questi ultimi. Non meno interessanti sono i saggi sui Raxis-Sardo, una famiglia di artisti (pittori, scultori e architetti) formatisi a Cagliari, attivi in Andalusia fino alla metà del’600, e molto celebre in Spagna per aver portato là il Rinascimento italiano; nonché quello sul famoso Trittico di Clemente VII del duomo di Cagliari, per il quale viene data un’attribuzione su base documentale a Van der Weyden (parte centrale) e dall’allievo Hans Memling (parti laterali). Gli altri saggi riguardano l’arcivescovo Alepus di Sassari e uno scandalo che lo coinvolse; i restauri delle fortificazioni di Sassari e Castelsardo nella prima metà del ’500; tre saggi di letteratura.  Si parla diffusamente anche del più importante manierista del’500 sassarese, Giovanni del Giglio, altrimenti noto, grazie a studi sempre dell’Agus, come “Maestro di Ozieri” e un’altro su Francesco Pinna e la pittura tardo-manierista in Sardegna. Ampio spazio viene dedicato infine agli incisori attivi nell’isola nel’500. «Lo studio di Agus – scrive Gian Franco Saba nella sua prefazione – grazie alla lunga ricerca compiuta sulle fonti, apre molteplici prospettive di ricerca». – Giovanni Gelsomino


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