“Il resto di Sara” su SoloLibri
Il resto di Sara di Valeria Ancione
Arkadia, 2022 – Non solo la vita di Sara è appesa a un filo: mentre si attende che la scienza riveli la sua capacità o incapacità di salvarla, tutti sono costretti a guardare indietro, a fare i conti con i propri errori, con ciò che manca e con ciò per cui vale la pena di impegnarsi.
Una notte in ospedale, il Papardo di Messina, trascorsa dinanzi a una porta chiusa. Sara ha avuto un incidente mentre era alla guida della sua Vespa e un gruppo di persone (familiari, amici intimi) attende di avere notizie. Ogni tanto qualcuno esce dalla sala operatoria, ma le informazioni, come sempre in questi casi, sono avare, vaghe. Per fortuna, qualche volta si affaccia Nenzi, l’infermiera che si trovava sull’ambulanza con la quale Sara è stata trasportata in ospedale; e Nenzi è una persona e un’infermiera fuori dal comune. La sua partecipazione al dramma che le persone in attesa stanno vivendo non è distaccata e impersonale. Ne Il resto di Sara di Valeria Ancione (Arkadia, 2022) le immagini molto vivide di Messina, dello Stretto, della Sicilia fanno da sfondo a una storia intensa di legami familiari e amicali. Attorno a Sara e a Nenzi ruota infatti una fitta trama. Nella lunga attesa, gli altri personaggi rivelano la natura e la qualità della relazione che ciascuno intrattiene con Sara. Ognuno di loro — la madre di Sara con tre sorelle, i nipoti, gli amici, le amiche, il marito Pasquale — interagisce con gli altri e rovista nei suoi ricordi. I rapporti non sempre sono sereni, non in tutti i casi si soffre insieme, bensì soltanto gli uni accanto agli altri; talvolta ci sono conflitti più o meno espliciti o muri invalicabili a separare le persone riunite in quella sala d’attesa; o ancora, segreti inconfessabili. Dal canto suo Nenzi, l’infermiera che entra ed esce dalla sala operatoria, vuole fortemente che Sara si salvi. Per lei, cercare di trattenerla parlandole diventa uno scopo vitale, un tentativo di liberarsi del dolore per una perdita subita, un bisogno di guardare avanti, di immaginare un futuro possibile. Pasquale è oppresso da un senso di colpa che solo la possibilità di perdere Sara gli fa avvertire in tutto il suo peso. Lisa, amica di Sara, amica di famiglia, ha un suo segreto con il quale fare i conti, una sofferenza che non può condividere con nessuna delle persone presenti. Nei dialoghi, il detto e il non detto mostrano tutti gli angoli di una vita come tante e di tutte le vite che la intersecano, anche quelli nascosti, quelli sui quali solo in una situazione estrema come un incidente che potrebbe essere mortale si riesce a riflettere davvero. Perché nel quotidiano si corre, si va avanti alla cieca; di fronte alla morte c’è una sospensione di tutto ciò che si è abituati a considerare urgente e, paradossalmente, tutto sembra tornare al suo posto, tutte le priorità e le scale di valori riacquistano chiarezza, un nuovo equilibrio si delinea. Non solo la vita di Sara è appesa a un filo: mentre si attende che la scienza riveli la sua capacità o incapacità di salvare Sara, tutti sono costretti a guardare indietro, a fare i conti con i propri errori, con ciò che manca e con ciò per cui vale la pena di impegnarsi. Per tutti coloro che aspettano di sapere se Sara vivrà o no, si profila un cambiamento. Comunque vadano le cose.
Il link alla recensione su SoloLibri: https://bit.ly/3Q16wnN