“Il resto di Sara” su Rinascitaoggi
Il resto di Sara, di Valeria Ancione, Arkadia Editore
Al pronto soccorso di Messina arriva una donna in condizioni disperate dopo un incidente: è Sara. Una donna, una moglie, una mamma, una figlia, un’amica. Dalla sua storia di diramano le storie di tante altre persone che si trovano all’improvviso faccia a faccia con i propri errori, i propri rimpianti, i propri rimorsi e i propri vuoti: «Il vuoto è una parete bianca dove si appendono quadri e fotografie, citazioni e ricordi scelti di felicità ingannevole, per confinare la dimensione del vuoto stesso, incastrandolo in una sorta di labirinto dove imboscarsi, vagare fingendo di cercare l’uscita senza trovarla mai o mancandola volutamente per non venire fuori dai propri garbugli, nemmeno quando si è fiutata l’aria fresca». Persone che mentre pregano, piangono, sperano e si disperano, vedono la vita in modo più chiaro e pieno, in maniera nuda, senza veli, con tutti i drammi che una cosa simile comporta. Questo è uno di quei romanzi nei quali – per la varietà di sentimenti, emozioni e situazioni – ognuno può ritrovare una parte di se stesso. Uno di quei romanzi che restano appiccicati addosso e maneggiano chi li legge facendo annegare e poi riemergere il lettore dall’abisso senza che lui possa reagire o sottrarsi a questo processo di empatia e identificazione. Sara, la protagonista, è il centro della stella le cui punte si allontanano ma non possono distaccarsi. Le figure umane vengono descritte con una straordinaria profondità in un incastro di umanità che si muovono sinuosamente tra i drammi più profondi fino ad armonizzarsi in un doloroso ed emozionante ballo di ognuno dei personaggi con se stesso. Assolutamente da leggere.
Flora Fusarelli
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