“Il postino di Mozzi”. Mangialibri
Il postino di Mozzi
Si presenta senza troppe incertezze come l’autore delle sottrazioni. Mette in chiaro le regole, si tratta di corpi, e decide di rivelarne subito tre, per dimostrare la veridicità di quanto sta confessando. Tranquilli, i corpi in questione sono lettere, inviate quando ancora non esisteva la più comoda posta elettronica, oppure brevi estratti di romanzi; nel caso di raccolte di racconti, si è concesso il lusso di sceglierne uno, esemplificativo. L’intero processo potrebbe essere definito come “una solida operazione di sottrazione”, perpetrata per anni, con coscienza e metodo, dal postino di Giulio Mozzi nei confronti di Giulio Mozzi stesso e relativa alla sua corrispondenza. La cosa ha richiesto una certa abilità nel non farsi scoprire, la ricerca di cantieri o luoghi sperduti dove nascondere i plichi numerosi che arrivavano all’indirizzo del famoso talent scout letterario padovano; anche l’archivio degli innumerevoli file degli aspiranti scrittori non è stato semplice, a volte ha dovuto perfino – non poteva esimersi! – rispondere a qualche autore. Eppure, come ogni carriera che si rispetti, tutto ha un fine e in questo caso la fine è la pensione. Il postino ha, infatti, ricevuto la notizia che a breve terminerà il suo servizio alle poste italiane e quindi non si potrà più presentare all’indirizzo di Mozzi, con alcune buste sottomano da fargli firmare e altre nascoste sotto la giacca da rileggere a casa…
Libro particolarissimo, questo di Castanar, autore misterioso (dietro il cui nome esotico si nasconde un collettivo di scrittura) che in quarta di copertina viene presentato come “scrittore pensionato del Nord”. In realtà gli autori sono molteplici: Giovanni Agnoloni, Franco Arminio, Riccardo De Gennaro, Valentina Di Cesare, Marino Magliani, Alessandro Zaccuri e lo stesso Giulio Mozzi solo per citarne alcuni, ma sono molti altri, e sono tutti accomunati dal fatto che alcune loro “cose” sono state sottratte dal postino di Giulio Mozzi prima di arrivare alla loro corretta destinazione. Si crea così una panoramica, divertente e amara, del mondo sempre più faticoso, ricco, affollato e, volte, arrabbiato degli aspiranti scrittori, che riversano ogni loro speranza in Giulio Mozzi, anche lui sinceramente divorato dal dubbio di saper riconoscere il talento nelle persone che gli si affidano e di non farsi illudere, o deludere, da quei pochi, pochissimi che può e sente di dover aiutare. E se all’inizio si percepisce scientemente questo gioco narrativo, poi ci si addentra in un dedalo di rimandi e incastri nei quali ci perde volentieri per arrivare alla fine e chiedersi: ma che diavolo ho letto? Dove sta la verità? Ebbene, non lo so. Ma è questo il bello della raccolta di racconti/lettere/stralci di romanzi presentati da un pazzo postino – anche lui scrittore in cerca di riconoscimento – che è arrivato a introdursi nella casa di Mozzi mentre questi era in vacanza. Divertissement consigliatissimo a tutti gli aspiranti scrittori (ma non emulate il postino!).
Raffaella Romano