“Il mare delle illusioni” su Il Corriere Apuano
L’attesa nel mare delle illusioni
Le ragioni che ci portano alle scelte delle letture sono varie tanto quanto occasionali ed in questo caso una limpida recensione da parte di un critico di lungo corso ha acceso in me la curiosità che mi porta a segnalare questo “Il mare delle illusioni” (Edizioni Arkadia pagg.100 euro 13) di Sebastiano Martini, avvocato civilista nato nel 1978, operante a Parma e non nuovo ad esperienze letterarie.
Il protagonista, Gregorio Boni è, nel modenese, un ricco imprenditore del settore delle piastrelle e la fabbrica è governata dal fratello, maggiore di nove anni. Da bambino un incidente lo ha privato della mano sinistra che non ha mai voluto sostituire con un arto artificiale.
Ovvio che la sua condizione gli abbia portato una esistenza un po’ problematica ma si è adattato e ha intrapreso per l’azienda un percorso di rappresentanza che lo porta con continuità in giro per il mondo.
La sua vita sentimentale segue una sorta di rito che lo trova a provocare tenerezza per, dopo breve tempo, essere regolarmente abbandonato. Anche all’inizio di questa storia Chiara, che sembrava l’approdo definitivo dopo qualche anno di convivenza, lo abbandona.
Gregorio ha 46 anni, si trova per lavoro a Viareggio all’Hotel Principe di Piemonte e decide di prolungare il soggiorno a tempo indeterminato. Mantiene i contatti commerciali con i clienti e tranquillizza il fratello sulla bizzarra soluzione.
Letture, passeggiate, sporadiche iniziative per mantenere i rapporti con i clienti della sua azienda lo portano a diventare una presenza consueta e ben accettata nell’albergo, soprattutto col personale che ormai apprezzandolo lo considera parte della comunità.
Un giorno è incuriosito dalla presenza costante, settimanale, di un uomo che tutti i mercoledì siede nella sala di attesa a leggere. Lo avvicina e scopre che si chiama Valerio Pepe, è proprietario dell’albergo e di altri hotel di prestigio che visita per puntuali metodici controlli.
Familiarizzano, Valerio gli insegna il backgammon e si incuriosisce sulla situazione che riguarda Gregorio, gli pare di vedere in lui un senso di estraniamento come se l’albergo fosse diventato un approdo in attesa di una ripartenza per qualche misteriosa direzione.
La frequentazione diventata confidenziale spinge Gregorio a confidare che l’anno prima durante una passeggiata notturna ha incontrato sulla spiaggia una donna che ballava da sola in compagnia di una bambina.
Avevano familiarizzato e lei lo aveva messo al corrente della sua situazione: era una sous-chef di un ristorane famoso di cui non fa il nome e nel prosieguo della serata ci sarà anche un bacio promettente. Gli nega il telefono ma promette che l’indomani lo raggiungerà al Principe.
È un anno che aspetta dopo inutili ricerche e comunica al nuovo amico che tornerà a casa. Ma la storia non è finita. Quindi non spoiler ma capacità dell’autore con sopraffina raffinatezza di parlarci del valore della memoria, delle regole (?) della attrazione, della solitudine, del valore dell’amicizia (anche apparentemente superficiale), dei giochi di ruolo, dell’assunzione della responsabilità, delle scelte che sembrano ma non sempre sono definitive, della grazia sommessa che se siamo attenti possiamo trovare nelle situazioni e nei momenti più impensati, della speranza comunque.
Un vero e proprio gioiello narrativo che con ironica attenzione ci viene proposto con uno stile raffinatamente poetico. Insomma siamo proprio dentro un film dell’inarrivabile ed indimenticabile Eric Rohmer.
Magia della letteratura e, naturalmente, del cinema. E bravo avvocato, e non solo, Martini.
Ariodante Roberto Petacco
Il link alla recensione su il Corriere Apuano: https://bitly.ws/XD4t