“Il lato sbagliato del cielo” su All colours of romance
IL LATO SBAGLIATO DEL CIELO DI LAURA BALDO
Rainer è un giovane soldato delle SS. Di stanza a Varsavia viene ferito da un ordigno e inviato, dopo la convalescenza, come guardiano nel lager di Flossenbürg. E qui il destino vuole che incontri Lucjan, giovane prigioniero, che proprio nella città polacca è stato autore del suo ferimento. Sarà lui a ricordargli, in un momento di profonda sfiducia e amarezza, che in quei frangenti era stato un eroe e aveva salvato un bambino.
Rainer non ricorda l’episodio, ma il partigiano sì, e questo basta perché ai suoi occhi diventi una sorta di angelo custode. Giorno dopo giorno, tra i due, nasce un sentimento di rispetto che si tramuta in amicizia e, quando Lucjan finalmente riesce a fuggire, Rainer viene incaricato insieme ad altri soldati di catturarlo. Sarà il momento della svolta. Rainer dovrà finalmente decidersi da che parte stare, se continuare ad appoggiare un regime assassino e crudele oppure schierarsi dalla parte dei giusti.
«Flectere si nequeo superos,Acheronta movebo
(“Se non posso piegare le potenze celesti, smuoverò l’Acheronte”).
Virgilio, Eneide, VII, 312»
Anche all’inferno possono esserci gli angeli?
Laura Baldo mi ha portata a pormi questa domanda, l’ha fatto facendomi osservare Il lato sbagliato del cielo. Mi è bastato iniziare a leggere il suo nuovo libro pubblicato da Arkadia Editore per capire che questo sarebbe stato capace di fami soffrire e, al contempo, emozionare. Quando le pagine di un romanzo mi catapultano nella dolorosa realtà storica del secondo conflitto bellico mondiale ho sempre un particolare interesse verso ciò che contengono, ma anche la certezza che alcune parole riusciranno a farmi male, a far riemergere quel senso di sgomento e indignazione, radicati ormai dentro di me, rispetto alla totale mancanza di umanità che, in quei frangenti, ha contraddistinto alcune persone e che rimarrà indelebilmente associata a quel periodo. Laura Baldo in effetti mi ha condotta all’inferno. Mi ha mostrato ciò che di crudele e spietato può avvenire quando a governare è il male. Lei mi ha trasmesso tutto il dolore provato dai deportati nel campo di concentramento di Flossenbürg, attraverso le sue parole, ho visto con i miei occhi il deperimento fisico dei prigionieri, la disperazione per quel senso di fame e di sete. Fame di cibo e sete di speranza. Ho guardato negli occhi i prigionieri e non sono riuscita a vedere nessuna luce.
Buio e disperazione.
Percosse e morte.
Il lato sbagliato del cielo
Ma oltre a me, qualcun altro si è trovato costretto a osservare quella terrorizzante realtà. Infatti, ad attendere il lettore alle porte di quell’inferno, di quel lato sbagliato del cielo c’è uno dei protagonisti di questa storia: Rainer. Lui è un giovane soldato delle ss., un ragazzo che porta su di sé, ben visibili, le conseguenze di un’esplosione che, oltre a renderlo zoppo e sordo da un orecchio, gli ha provocato una parziale perdita della memoria. Queste ferite, però, non se li è procurate combattendo in prima fila contro le truppe nemiche, ma quando, come per magia, si è trasformato in un angelo. Proprio lui che dai suoi colleghi è sempre stato chiamato, per altri motivi, “l’angelo della morte”, proprio lui che, dai più, viene considerato un demone al servizio del Führer, in un momento di inspiegabile generosità, ha messo a rischio la propria vita per salvare da morte certa un ragazzino, un informatore della Resistenza, che era inesorabilmente destinato a saltare in aria a causa di una granata dalla traiettoria sbagliata.
«Anche gli angeli caduti, mentre giacciono nel fango, possono ancora contemplare la gloria delle stelle, e pensare che un giorno vi faranno ritorno.»
Lucjan in quel momento era lì, ha visto il soldato delle ss compiere quel gesto e il destino lo metterà nuovamente sulla sua strada quando entrambi saranno portati nello stesso campo di concentramento. Rainer come guardia, Lucjan come deportato. Per Rainer diventa sempre più difficile ammettere che tutto quello per cui ha combattuto fino a quel momento non ha alcun senso e, soprattutto, venire a patti con le vere ragioni che lo hanno portato a diventare un membro delle ss. Come riuscire a guardarsi allo specchio se quello che ha davanti è il riflesso di ciò che vedono i prigionieri? Nel suo stato di confusione derivato dall’incidente, lui nasconde le proprie difficoltà ad accettare di essere dalla parte del male, di essere corresponsabile di gesti ripugnati. Accettare l’esistenza di Lucjan, per lui, significa ammettere di essere stato in grado di salvare il nemico, di aver avuto l’istinto immediato di farlo. Significa ammettere che forse si trova in un lato sbagliato di cielo e questa presa di coscienza non può far altro che indurlo a reagire, ad accettare che in fondo lui, quelle ali che Lucjan ha immaginato gli fossero cresciute quando ha salvato quel bambino, in realtà le possiede davvero.
«Scrolla le spalle, e un alito gelido gli si infila nel colletto dell’uniforme, facendolo rabbrividire e sbattere con forza le palpebre. Torna a mettere a fuoco il campo davanti a lui, che mostra da solo tutta l’insensatezza di quella frase. Lui ha visto le stelle cadere a una a una, ogni stella un angelo, ogni stella un frammento della bontà del mondo che svanisce. Finché non è calato il buio, e non è rimasto alcun paradiso a cui tornare.»
Ma quanto può essere rischioso essere un angelo quando si è costretti a vivere all’inferno?
Sarebbe molto più facile assecondare il male e le ingiustizie, voltarsi dall’altra parte magari, facendo finta che non stia succedendo niente, ma quando a prendere il controllo delle proprie azioni subentra un sincero e istintivo sentimento di amicizia, fingere diventa impossibile e lottare per la salvezza della propria anima diventa una necessità viscerale subordinata al bene delle persone che si amano. Laura Baldo, ha dato a queste pagine dolorose il potere di far germogliare nel terreno più impervio il fiore della speranza, di spegnere con il battito d’ali di un angelo, le fiamme di un vero inferno. In questa realtà fatta di morte e ingiustizie, il semplice potere dell’amicizia, quella vera, altruistica e generosa, ha conferito a un semplice uomo, la forza di un angelo. Un libro corposo, non per il numero di pagine, ma per la densità dei contenuti, la ricchezza dei dettagli storici, che si intrecciano alla cruda descrizione degli orrori subiti nei campi di concentramento e all’intensità delle emozioni suscitate dal legame che si stabilisce tra i protagonisti.
Un libro che cerca di dare un senso a ciò che apparentemente non ne ha. Da non perdere.
«Angeli e demoni si scambiano spesso di posto, rendendogli difficile distinguerli, perché gli esseri umani hanno in sé entrambi»
Il link alla recensione su All colours of romance: https://bit.ly/3dpxe9a