“Il lato sbagliato del cielo” su ALIBI Online
SONO STATA A BISCEGLIE PER “LIBRI NEL BORGO ANTICO”
Dal 26 al 30 agosto, a Bisceglie (BT) si è tenuta la dodicesima edizione del festival “Libri nel borgo antico”.
Una buona occasione per i bibliofili di unire una vacanza sullo splendido litorale pugliese alla possibilità di conoscere volti vecchi e nuovi del panorama letterario italiano. Hanno partecipato centotrenta autori e oltre quaranta editori, molti dei quali indipendenti.
A rendere il festival speciale è la location – il pittoresco centro storico di Bisceglie – e lo svolgimento pubblico di ogni presentazione e spettacolo, che per qualche giorno ha permesso a residenti, turisti o semplici curiosi di passaggio di respirare l’odore della carta stampata mescolato a quello storico dei monumenti medievali e a quello salino del mare. Il tutto in un’atmosfera informale, dove era possibile fermarsi a guardare ogni evento che attirasse l’attenzione.
OSPITE DEL FESTIVAL
Io ho partecipato come autrice, dato che il mio romanzo “Il lato sbagliato del cielo” era tra quelli selezionati, ma per il resto del tempo ho fatto la turista e vagabondato tra le presentazioni altrui. Dopo l’avvio del 26 agosto, con uno spettacolo dedicato a Dante, il festival è entrato nel vivo nel fine settimana dal 27 al 29 agosto, quando le varie piazze della città si sono animate con un fitto calendario di eventi. I più prestigiosi si sono tenuti in piazza Castello, davanti all’antico e maestoso castello normanno. Qui, nel corso delle tre serate, si sono succeduti nomi noti come la scrittrice di gialli Gabriella Genisi, Luca Barbarossa ed Enzo Iacchetti (con un libro di memorie i cui proventi andranno interamente alla Croce Rossa). Gli altri siti della manifestazione, altrettanto ricchi di fascino, solo un po’ più ristretti, sono stati il Porto, Piazza Duomo, Piazza Tre Santi e Largo Piazzetta. Tutti i luoghi erano comunque così vicini da permettere di seguire diversi eventi in una sola serata (inizio intorno alle 18 e fine verso le 23). Io personalmente avrei voluto seguirne molti di più, ma il viaggio dal Trentino alla Puglia è stato davvero lungo e stancante (consiglio a chi è lontano di andarci in aereo fino a Bari, l’Intercity è solo per kamikaze…) Ho seguito parte delle presentazioni di sabato e domenica, come quella di Mario Avagliano “I militari italiani nei lager nazisti. Una resistenza senz’armi (1943-1945)” (Il Mulino), quella di Davide Grittani “La bambina dagli occhi d’oliva” (Arkadia) e “Il covid, il farmacista, la farmacia: il diario della pandemia” (AA.VV.). Alcuni libri che mi interessavano, come “Antologia di poesia italiana – Vent’anni del terzo millennio” (Edizioni Giuseppe Laterza) e “Il profumo di mio padre. L’eredità di un figlio della Shoah” di Emanuele Fiano (Piemme) per una sfortunata coincidenza avevano il mio stesso orario di presentazione, in luoghi diversi, quindi ho dovuto rinunciare.
COSA VEDERE A BISCEGLIE
Al di fuori del festival, devo ammettere che Bisceglie, pur con il suo fascino storico di antico porto marinaro, non presenta molte attività da svolgere per chi è appassionato di storia, arte e musei. Sono interessanti le chiese medievali, molte delle quali risalgono all’ XI secolo, in epoca svevo-normanna. Il Duomo (o Cattedrale di San Pietro) vale senz’altro la pena – ma non si può entrare, solo sbirciare all’interno e fare qualche foto – ed è un’ottima testimonianza dello stile architettonico romanico pugliese. Ci sono altre chiese interessanti più o meno della stessa epoca, come quella di Sant’Adoeno o quella di Santa Margherita. Il castello – forse l’elemento più spettacolare della cittadina – si può vedere solo dall’esterno. Anche il porto vale una visita, se si è in zona. Io ho visitato tutto quel che si poteva, dopodiché sono andata al porto e da lì ho seguito un sentiero che dopo circa un chilometro e mezzo di lungomare porta alle grotte di Ripalta. È un posto molto bello e selvaggio, spettacolare per le foto, e anche il sentiero che ci arriva è pieno di scorci affascinanti, muretti a secco, cespugli di mirto e fichi d’india che si aggrappano alle pietre bianche. Il tutto ha un’aria un po’ trascurata e sonnacchiosa, ma forse proprio in questo sta il suo fascino di litorale marino fuori dal tempo. Mentre posavo i piedi con attenzione tra sassi, sterpaglie e improvvise fughe di lucertole, sotto il sole rovente della tarda mattinata e accompagnata da un vento incessante, mi è tornata vivida in mente la poesia di Montale “Meriggiare pallido e assorto”, e quasi mi sono stupita di non trovare i cocci aguzzi di bottiglia in cima ai muretti. Con un po’ di tempo in più e un’auto a disposizione, ci sarebbero molti altri posti nei dintorni da vedere. Ma sarà per la prossima volta.
Laura Baldo
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