Il carcere raccontato su Leggere:tutti
Il carcere raccontato da chi lo vive ogni giorno
Leggere:tutti, 76, aprile 2013
La cella di Gaudí si compone di dodici racconti in cui si mescola tanto la condizione del detenuto quanto quella del mestiere dello scrittore. Vite all’estremo, episodi di disperazione, frammenti di passato: ad una forte carica sociale e umana si intreccia una notevole mediazione letteraria. La qualità dei racconti è molto alta, accompagnata da una composizione del libro molto semplice e lineare dove la voce dei detenuti trova spazio anche direttamente, senza la mediazione degli autori. Già il sottotitolo, Storie di galeotti e di scrittori, suggerisce quale sia il punto di forza del libro: c’è un detenuto che racconta ad uno scrittore la sua storia, c’è uno scrittore che racconta quella storia al lettore, e c’è infine un lettore che legge quella storia e non sa dire dove finisca la voce del detenuto e inizi la mano dello scrittore. Commovente, destabilizzante ed edificante, capace di minare certezze e scardinare luoghi comuni, La cella di Gaudí ci mostra uno squarcio della vita in carcere che resta drammatica anche se rivestita di letterarietà, un libro che vuol essere un monito per le istituzioni per risolvere al più presto il problema del sovraffollamento nelle carceri perché, come afferma Marcello Fois nella sua prefazione: “Ogni penitenza, o penitenziario, che si rispetti non deve mai perdere di vista il concetto che punizione non è vendetta”. Nato dalla collaborazione con diverse associazioni, il libro conduce direttamente nel cuore di ogni singolo uomo e donna che ha la ventura di trascorrere parte della sua esistenza dietro le sbarre, indagandone desideri, sentimenti e speranze. Il progetto ha reso “momentaneamente liberi” i 12 protagonisti delle vite narrate, ma sono loro – e gli scrittori che hanno prestato loro la propria voce – che, dalle pagine del loro libro, possono indicare a noi le vie per essere liberi per sempre.