“I giorni pari” su Gli Amanti dei Libri
I giorni pari – Maria Caterina Prezioso
Le storie parallele catturano sempre la mia attenzione di lettrice: mi conducono all’interno di quel dipanarsi di fili intrecciati che è la nostra vita. Il nuovo romanzo di Maria Caterina Prezioso mi è dunque apparso subito coinvolgente: in questo libro l’autrice mette in campo due protagoniste, Sara e Silvana, nello scenario della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza che tutti ben conosciamo.
Qualcuno potrebbe pensare che sia uno dei tanti libri su quel periodo, ma questo romanzo ha soprattutto un taglio umano e introspettivo che lo rende coinvolgente. L’aspetto che ho trovato particolarmente autentico è la descrizione dei sentimenti, all’epoca vissuti e comunicati agli altri in modo più intimo e riservato di quanto si faccia oggi e reso realisticamente dall’autrice. Le vite delle due ragazze, infatti, si sviluppano tra gioie e difficoltà fino all’accelerazione dovuta al conflitto. Sara è una ragazzina ebrea. I suoi genitori la fanno vivere presso una famiglia nel piccolo paese di Sperlonga per farla fuggire dalla deportazione, mentre Silvana proviene dalla borgata romana di Val Melaina ed è ricoverata al Forlanini, il sanatorio di Roma. “Un paese intero, una nazione, un mondo che faceva finta di niente. Come se di noi non importasse realmente a nessuno. E a nessuno importava dell’altro. Ci stavamo tramutando in fantasmi”.
Chi aspettava semplicemente che la guerra finisse; chi pensava che l’Italia avrebbe comunque vinto; chi coperto da una tonaca si credeva capace di trattare con quella carogna di Hitler come aveva trattato con
Mussolini; chi trafficava con la speranza di diventare ricco a discapito della vita degli altri. Ma in realtà tutto era fermo, in un incantesimo che aveva scolpito ciascuno nella pietra” . (Pag. 79) Erano tempi feroci e i fatti che accadono alle due ragazze non possono che essere tali: l’autrice ce le consegna autentiche con uno stile asciutto e al tempo stesso delicato, con una profondità che va dritta al centro dei sentimenti che trasmette. Le due protagoniste diventano donne attraversando gli anni della guerra e l’autrice ne segue l’emancipazione che raggiungono in maniera naturale, in seguito alle vicissitudini che affrontano, alle morti e alle delusioni. Ci sono il coraggio, la rassegnazione, la rabbia delle persone comuni che hanno vissuto quegli eventi terribili e hanno toccato con mano la banalità del male. Ne sentiamo la vicinanza, in un crescendo di vicende che ci portano a riflettere come la guerra sia un evento drammatico, attraverso il quale le vite
subiscono continue battute d’arresto affrontando stenti, dolori, drammi.
Alla fine anche la guerra ha un termine e arrivano gli anni Cinquanta, raccontati in maniera mirabile dai
maestri del neorealismo: Sara, Silvana e i personaggi che con loro hanno intrecciato le vite sono lì a dirci che l’umanità e la solidarietà possono vincere.
Barbara Bottazzi
La recensione su Gli Amanti dei Libri