“Gli ultimi sognano a colori” su L’Unione Sarda
L’Unione Sarda
11 gennaio 2017
Padre Morittu, francescano fra gli ultimi. Scritto con Giampaolo Cassitta, racconta l’esperienza al fianco dei tossicodipendenti e malati
Il titolo del volume di Salvatore morittu e Giampaolo Cassitta è davvero coinvolgente: “Gli ultimi sognano a colori”. Potrebbe sembrare un’invenzione editoriale per stimolare l’attenzione dei lettori. Non è così! È il primo di tanti messaggi forti che vengono dall’interessante opera appena pubblicata da Arkadia (293 pagine, 16 euro). Basta leggere le prime pagine per rendersene conto e comprenderne il profondo significato. Su Salvatore Morittu e la sua intensa e generosa attività propongono infatti la struggente testimonianza di Gianfranco Marotta (di fatto non solo sua, dei tanti che hanno vissuto identiche esperienze). Dice Marotta: «Ho camminato nelle strade tortuose della vita raccogliendo disperazione… Erano viaggi senza poggiare i piedi, erano urla e disperazione quando, finalmente, il dolore appariva forte, vero, denso, cattivo… Ero come un lebbroso… Nessuno aveva mani da offrirti su cui aggrapparti. Tranne lui… Ho chiuso gli occhi nel silenzio della vita. E per la prima volta ho sognato a colori». Ecco spiegati il titolo e anche i successivi, letterari richiami cromatici in tutto il libro. Il lui così teneramente richiamato è appunto Salvatore Morittu, il generoso e infaticabile francescano che da decenni tende mani fraterne ai tossicodipendenti con uno spirito cristiano alternativo a troppe laiche indifferenze. Di Morittu il libro racconta la storia, ne traccia il percorso di vita, di fede e d’impegno. E a farlo è Giampaolo Cassitta, uno scrittore (professionalmente impegnato nel sociale) che con quest’opera conferma le valide ragioni dei vasti consensi ottenuti dalle sue precedenti pubblicazioni. Formalmente il volume è un’autobiografia. Però Padre Morittu afferma – ed è certamente sincero – di non aver voluto raccontare la propria storia ma le storie che l’hanno arricchito e che ha incrociato sulle strade della propria esistenza. E in effetti è vero: con la ricchezza di esempi il libro propone al lettore non soltanto la generosità di Padre Morittu ma anche quella di tante persone capaci come lui di essere solidali con gli ultimi e di sapere incidere positivamente sulle loro sofferte esistenze. Puntuali i richiami alle fonti della convinta religiosità di Salvatore Morittu, in particolare al Vangelo e a San Francesco. La narrazione parte da Bonorva, il paese natale di Padre Morittu, e dalla famiglia contadina. Quindi il momento della svolta suggerita da una maestra socialista, la vocazione, il saio. Da pastore di pecore a pastore di anime: tante esperienze in Italia e oltre. Poi il ritorno in Sardegna alla fine degli anni Settanta, segnati dalle violenze estremiste e anche dal diffondersi davvero inquietante della droga e dei relativi comportamenti asociali. Ed ecco la solidarietà rivoluzionaria. Con una lettera don Gelmini di Mondo X invita i confratelli di tutta Italia ad aprire ai tossicodipendenti, per assisterli, i conventi inutilizzati. In Sardegna non ce ne sono, ma il ministro provinciale dei francescani, Dario Piu, decide di spalancare le porte di un convento attivo, San Mauro a Cagliari, e di affidare l’iniziativa a Salvatore Morittu, poco più che trentenne. E San Mauro entra nello spirito di Mondo X, diviene la prima comunità per tossicodipendenti della Sardegna. Quindi, S’Aspru a Siligo, Camp’e Luas a Uta e la casa famiglia per malati di Aids. Un’opera di straordinaria valenza sociale che desta grata ammirazione.
(Gianni Filippini)