“Giovani ci siamo amati senza saperlo” su Lankenauta
PETTENER EMANUELE
GIOVANI CI SIAMO AMATI SENZA SAPERLO
Giovanni Agnoloni
Giunto al suo secondo romanzo edito da Arkadia – ma non il secondo in assoluto –, lo scrittore veneziano (anzi, per la precisione di Mestre) Emanuele Pettener, docente di Lingua e Letteratura Italiana alla Florida Atlantic University, con Giovani ci siamo amati senza saperlo ci offre uno splendido affresco di un luogo e di un’epoca della storia e della vita. Parliamo di Venezia nei primi anni ’90 del secolo scorso, ma anche e soprattutto della gioventù del protagonista, Ema, diminutivo dietro il quale è lecito immaginare una trasposizione letteraria dello stesso autore, e di altri tre ragazzi in età di studi universitari, Sabrina, Rodrigo (uno svizzero italiano) e Barbara, le cui vite s’intrecciano sullo sfondo della laguna e della sua quotidianità. Il tono autoironico e scanzonato che caratterizza l’approccio alla vita dell’io narrante, capace di reagire alle varie situazioni senza farsi sopraffare da dispiaceri e delusioni, è il filo conduttore di quella che potremmo definire un’“educazione sentimentale”, purché facciamo rientrare nell’aggettivo non solo l’amore, ma anche l’amicizia e più in generale la passione. Il legame che si crea fra tre di questi giovani protagonisti, ovvero Ema, Feli (il diminutivo con cui Sabrina viene normalmente chiamata) e Rodrigo è infatti una sintesi pregnante di quel complesso coacervo di stati d’animo che solitamente accompagna le emozioni di quella fresca stagione della vita. Una sfaccettata sommatoria di affetto, lealtà, attrazione (tra Ema e Feli, ma anche tra Rodrigo e la stessa), desiderio di fisicità contrastato da dubbi e riluttanze (nel caso della storia che nasce tra Ema e la giornalista alle prime armi Barbara) e, in assoluto, anelito di fusione totale con le esperienze, di adesione piena al tessuto palpitante della vita. Questo slancio forma un tutt’uno non solo con le situazioni, vivide e credibilissime, in cui i ragazzi si vengono a trovare, ma con la città-scenario, colta sia nel momento storico della giovinezza dei protagonisti, quegli anni ’90 che tanto sembravano promettere ma che relativamente poco, in proporzione alle attese, hanno lasciato, sia nella sua natura perenne di capolavoro artistico fuori dal tempo. La sensazione di essere lì, segno inconfondibile del realismo narrativo ben riuscito, si unisce in queste pagine alla capacità di evocare la prossimità a un sogno perfetto di bellezza e vitalità che sembra amalgamare in sé, quasi impastati in una malta fluida, l’ideale estetico della Serenissima con quello di eros e pathos delle giovani vite che vi si dibattono in cerca di amore e di senso. In definitiva, Giovani ci siamo amati senza saperlo, come il titolo stesso pare suggerire, è un romanzo sull’inconsapevolezza di quegli anni, e non perché Rodrigo ed Ema non sappiano di amare Feli, o lei stessa non si accorga dei loro sentimenti, ma perché non si rendono conto di non stare realmente cogliendo quella grande opportunità, per dare ascolto ai pur comprensibili scrupoli legati all’amicizia, e poi a un richiamo erotico che rischia di asfaltare tutto, radendo al suolo il potenziale di realizzazione che sarebbe potuto fiorire se solo si fossero parlati con franchezza. In questo senso, siamo davanti a un romanzo del silenzio, o meglio dell’ineffabilità e fuggevolezza delle emozioni più intense. Tanta è la forza con cui ci travolgono, che si corre il rischio di temerne la luce, per cui le si sminuisce per non farsene “annientare”. Ma così si perde la più grande occasione. Comunque non c’è traccia di nostalgia o di rammarico nello stile di Pettener, sempre ricco di ironia e di leggerezza, che tuttavia non significa superficialità. Anzi, a mio avviso è un modo per dire che non ha senso rimpiangere, ma solo ricordare il bello che c’è stato e farne tesoro per andare avanti da qui in poi.
Giovanni Agnoloni
Il link alla recensione su Lankenauta: https://bit.ly/3W76Jsb