Gianni Marilotti su ComuneCagliariNews.it
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10 novembre 2014
Il nuovo romanzo di Gianni Marilotti
Si è svolta nei rinnovati spazi della Fondazione Banco di Sardegna di Cagliari, la presentazione della terza opera letteraria di Gianni Marilotti. In una sala gremita, un pubblico attento e partecipe si è lasciato trasportare dalla calda voce di Clara Murtas che ha stimolato curiosità e invitato con il suo essere poetico gli spettatori-lettori a lasciarsi catturare dalle parole del pluripremiato autore. Il nuovo romanzo “Il conte di Saracino” si discosta nettamente dalle opere precedenti, e come ha sottolineato lo stesso Marilotti, questa volontà di non cadere nelle definizioni e nelle etichette lo ha portato a cambiare vento (ossia casa Editrice) dal Maestrale all’Arkadia. Il Conte di Saracino ben si inserisce in quell’area narrativa sarda, in cui Marilotti ancora non si era cimentato (attenendosi all’area del realistico/noir). Arkadia la nuova casa che lo pubblica, riporta nel suo stesso nome, forse anche ad alcuni temi che nel nuovo romanzo vengono affrontati ampiamente. Una “ARKADIA” ipotetica dove il protagonista Peppe Tolu, sfugge il mondo civilizzato del paese (centro abitato) e ritorna alle origini (alla solitudine della montagna); un viaggio iniziatico pratico e mistico allo stesso tempo dove la montagna apparentemente disabitata diviene l’alternativa ad un mondo che rischia l’estinzione per lo spopolamento. Nel libro vengono affrontati i “mali” tipici dell’isola che non si prestano ad interpretazioni, soprattutto finché la soluzione la si continua ad aspettare dall’esterno, che sia Cagliari, Roma o Bruxelles. Il protagonista del libro Peppe Tolu, attraverso il suo percorso indicherà una possibile via d’uscita, anche se apparentemente non c’è spazio per la speranza. Sono mondi opposti che si scontrano, il mondo dell’ordine costituito rappresentato da Donna Memena e il mondo della Bruxeria di Mangedda, alla fine ciò che appare giusto si rivelerà marcio, e quel che da sempre è stato combattuto come malvagio, riacquisterà la sua dignità. Un inno alla vita, e alla salvaguardia delle radici, con lo sguardo di un uomo di Città, l’autore stesso, che ha imparato ad amare quei luoghi grazie ai tanti Peppe Tolu, non a caso incontrati, che sono i reali difensori della ricchezza della terra in oggetto. Come dice il Protagonista del libro: La gente non si ricorda più il lavoro del padre e del nonno. Puntano su un settore economico come quello perché convinti sia più facile da condurre. Ma stanno solo regalando questi posti ad altri. Un romanzo che indica una via possibile, uno specchio del tempo che stiamo vivendo. Quella via che l’autore fa indicare al Protagonista per giustificare le sue scelte di fronte ai figli che ormai hanno abbandonata “la vita rustica” per la città: Quando Maria Lai decise di legarsi alla montagna, pensai che gli artisti non sapevano più cosa inventarsi, invece all’apice del successo, tornata nel suo paese, riscopriva le sue radici ed invitava la sua gente a stringersi intorno alla propria terra, a valorizzarla, a difenderla, ad amarla legandosi ad essa.
(Fabio Marceddu)