“Forse un altro” su Leggere:tutti
Come racconta lo stesso Michele Zatta nella divertente postilla al suo romanzo Forse un altro, la genesi di una storia spesso e volentieri è frutto della casualità. Mestiere e capacità letteraria a parte, esistono sempre, nella vita di ognuno, soprattutto di chi scrive, dei sani cortocircuiti che permettono di elaborare qualcosa di particolare. Michele Zatta, entrato in Rai nel 1996 come co-ideatore della seguitissima e fortunata serie televisiva Un posto al sole, cui seguiranno altri encomiabili progetti il cui elenco sarebbe ora troppo lungo riportare, è un personaggio che ci mette tutto nella sua ars scribendi, dall’elegante umorismo all’introspezione, generando un flusso di parole, eventi, fatti e personaggi che sicuramente potrebbero ben rientrare in una fiction a metà strada tra il fantasy e il reality. Inglesismi a parte, Forse un altro è essenzialmente un libro d’amore, di sentimenti, di rincorse verso il destino e di sonore tramvate ricevute dal medesimo sempre in agguato.
«Forse un altro trae origine da una delle mie ricorrenti disavventure sentimentali. La prima versione nasce in una calda serata di fine luglio. Ero in procinto di partire in vacanza con la mia ragazza. Che però il giorno prima della partenza – saggiamente, oggi posso dirlo – mi molla al telefono senza alcun preavviso.»
Già da questo aneddoto, riferito dall’autore, si può intuire quale sia il filo rosso che sottende a ogni singolo capitolo. Quali siano i percorsi che portano Zatta a immaginare il proprio protagonista e i personaggi di corollario a confrontarsi con temi – personificati – come la Morte, la Vita, l’Amore, la Verità, la Giustizia, il Destino. Anzi, a dialogarci, perché le loro incursioni, nell’esistenza di Mike Raft, sono costanti, esilaranti, fastidiose, necessarie. Sono loro a muovere i fili, alla fine, di una trama che è un lungo rincorrersi, pagina dopo pagina, per giungere al senso vero che si cela dentro ognuno di noi. E, pur non volendo raccontare niente di ciò che si scopre nel libro – e che libro! – basti dire che ogni riga, quasi, è un riferimento, un andare a, un rimando per, in cui si incrocia la letteratura, la musica, il teatro, il cinema. In questo libro, insomma, difficile non riconoscersi. Chiunque di noi può essere un alter ego di Mike Raft e, se sfrontato o pazzerello, confrontarsi con la signora Finkelstein, ritrovarsi nel postino Elliot, immedesimarsi nei “gemelli”, sentire affinità con i due coniugi che nemmeno sanno di essere defunti. e via di follia in follia creativa. Forse un altro è un romanzo d’amore, dunque, un amore impossibile, d’accordo, costruito e proiettato su diversi livelli di narrazione, un po’ come la sceneggiatura di un film di Woody Allen, ma nel contempo è qualcosa di più. Approfondisce e scava, cesella ed elabora una concezione dello stare su questo mondo che a tratti può apparire paradossale, ma nello stesso istante ti apre verso finestre che prima non avevi mai intuito potessero esistere. Un romanzo compiuto, pieno, a tratti esorbitante.
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