“Floridiana” su èNordEst
L’inquietudine di Tom il dentista
Quando smettiamo di desiderare, di fare progetti, di sognare a occhi aperti, di amare? L’insoddisfazione porta alla ricerca della felicità oppure rischia di farci sprofondare nell’abisso? Accontentarsi di ciò che si ha può essere una soluzione a questi dilemmi? Il nuovo romanzo di Emanuele Pettener, Floridiana, (Cagliari, Arkadia 2021), si pone queste domande attraverso la vita e le avventure di Thomas (Tom) Giannini, settantunenne dentista italo-americano (mi si perdonerà il trattino, alla luce delle interessanti considerazioni in proposito di Ilaria Serra pubblicate sul sito www.stradedorate.it il 28 giugno scorso) afflitto dall’ossessione per la scrittura.
La vita di Tom
Tom, così lo chiamano tutti, conduce una vita dorata a Boca Raton, in Florida, un vero paradiso in terra (come ben sa l’autore mestrino che abita e insegna lì alla Florida Atlantic University da molti anni), ha una moglie, April, docente universitaria di cinema, affascinante, colta, intelligente e molto comprensiva, quattro figli ormai grandi e autonomi, una casa accogliente, una situazione economica più che invidiabile. Eppure. Una profonda inquietudine che si porta dentro da sempre, dovuta alla frustrazione di non essere riuscito a diventare ciò che più desiderava, essere uno scrittore, gli rende intollerabile accettare che la moglie sembri distante, al punto da convincersi che non solo non lo ami più, ma non lo abbia mai amato. La conseguenza più logica, quindi, per lui, è decidersi alla separazione, rintanandosi in un motel, dopo quarantotto anni di vita in comune.
I ricordi
Attraverso dei flash back – narrati in prima persona come tutto il romanzo che sceglie il punto di vista del protagonista – ripercorriamo la vita di questi due anziani coniugi, lo svilupparsi della loro bella famiglia, le relazioni con gli amici, gli intoppi, le difficoltà e i drammi che inevitabilmente si sono presentati sulla loro strada e che hanno superato insieme. Tom si racconta mettendosi a nudo, con momenti di irresistibile comicità, confessando senza falsi pudori i suoi lati più oscuri, le sue meschinità, i pensieri più nascosti e inconfessabili se non a se stesso, i suoi sentimenti meno nobili: l’invidia (per il Juan, il ginecologo di April, bello e tenebroso, ma che soprattutto in passato ha frequentato con lui un corso di scrittura creativa, ottenendo ottimi risultati, migliori dei suoi), l’ambizione, la vanità, l’ipocrisia, la gelosia (sempre suscitata da Juan, che crede sia l’amante di sua moglie).
Tom e Venezia
Per sfuggire a questo momento di crisi, Tom si unisce, assieme ad altri tre amici ăgée come lui, a un gruppo di ragazzi americani in partenza per una vacanza studio a Venezia, dove conoscerà Laura, una ragazza di origine argentina che gli farà nuovamente palpitare il cuore.
L’amore
Perché questo romanzo ci parla anche dell’amore: quello disperato del giovane studente Tim; quello offeso di Eva, l’insegnante di scrittura creativa che guida il gruppo a Venezia; quello testardo di Laura per Tom, che potrebbe essere suo nonno; quello inossidabile di Moncrieff e Ethel; quello tragico di Nick e Henriette. Come in una commedia di Georges Feydeau in salsa americana, tra divertenti colpi di scena e tragiche scoperte, amore e desiderio si intrecciano, scalpitano, si dissolvono e può capitare che lascino cocci dietro di sé. Ma ci parla anche di sesso: coniugale, clandestino, solitario, negato, estorto o concesso, in un rutilante rincorrersi di variazioni sul tema che ci mostrano corpi tonici e membra appesantite dagli anni, amplessi vigorosi e teneri abbracci, delicate carezze e baci infuocati.
Pettener e il suo Tom
Leggere questo romanzo di Pettener è un’esperienza totale: veniamo risucchiati nella natura opulenta della Florida e nelle umide calli veneziane, ci siamo dentro fino al collo, le respiriamo queste atmosfere tanto diverse, le sentiamo nostre. La scrittura di Pettener ci tiene inchiodati alla pagina: funambolo della parola, maestro dell’aggettivazione mai banale, esploratore delle metafore e dei paragoni, equilibrista della ipotassi. Pettener si dimostra inoltre un ritrattista sopraffino (i suoi personaggi vivono, eccome!) senza però disdegnare il paesaggio e la natura morta: godibili le sue descrizioni, ricche, dettagliate, mai gratuite, pittoriche, gestite con pennellate dense, scoppiettanti di colore. Da sottolineare anche un altro aspetto importante: tutto ciò che accade nel romanzo è filtrato attraverso lo sguardo ironico, a volte sarcastico dell’autore, dimostrandosi degno del suo scrittore tanto amato a cui ha dedicato un bel saggio: John Fante. Ironia e sarcasmo che non risparmia, ovviamente, quando descrive le dinamiche in atto nei corsi di scrittura creativa: chi ha fatto esperienza di questi gruppi si divertirà parecchio.
Chi è Pettener
Emanuele Pettener, è nato a Mestre. Insegna Lingua e Letteratura italiana ed è “writer in residence” alla Florida Atlantic University (Boca Raton, Florida), dove nel 2004 ha conseguito un Ph.D in Comparative Studies. Ha scritto numerosi articoli e racconti apparsi su riviste statunitensi e italiane. È autore dei romanzi È sabato. Mi hai lasciato e sono bellissimo (Corbo, 2009), Proust per bagnanti (Meligrana, 2013) e Arancio (Meligrana, 2014). Ha pubblicato il saggio Nel nome del padre del figlio e dell’umorismo. I romanzi di John Fante (Cesati, 2010) e, in inglese, la raccolta di brevi racconti A Season in Florida (Bordighera Press, 2014, traduzione di Thomas de Angelis). Ha curato il cinquantesimo numero della rivista “Nuova Prosa” (2009).
Annalisa Bruni
Il link alla recensione su èNordEst: https://bit.ly/2VtAJoK