Diversamente come te
Torthoelie
25 novembre 2011
Andrea Cossu è malato dalla nascita. La sua croce ha un nome: tetraparesi spastica. Si muove e parla con fatica, la sua vita è una continua altalena tra dolore e difficoltà. I genitori lo mettono sotto una campana di vetro. Arriva l’età scolare e quindi il momento di fare davvero i conti con la disabilità. Ma questa presa di coscienza tira fuori il leone che alberga nel cuore di Andrea. Inizia a capire che è ora di crescere, di trovare il proprio posto nel mondo, di pretendere la propria fetta di felicità. A partire dalla realizzazione del suo più grande desiderio: scrivere un libro sulla sua vita. Bussa così alla porta di Bruno Furcas, che decide di aiutarlo. E noi grazie a questo testo scritto a quattro mani e pubblicato da Arkadia possiamo aprire una finestra sul mondo di questo ragazzo coraggioso, autoironico, che propone con forza la propria identità e spera in un mondo dove “ l’integrazione è possibile quando non si ha la pretesa di uniformare, bensì di potenziare tutte quelle abilità residue che rendono la persona disabile unica ed insostituibile”. Una storia fatta di piccoli e meravigliosi dettagli. Andrea ci racconta di come a scuola desiderasse essere messo in gioco come gli altri. Di come lo infastidisse la commiserazione altrui. Di quanto fosse difficile fare amicizia. Dei suoi genitori, così teneri e protettivi. Della sua amica Rita. Del rapporto con Iosella. Dell’esigenza di crearsi uno stile personale. Della fame di autonomia e delle conquiste ottenute con la propria determinazione. Di quella volta che ha fatto il bagno al mare. Di quanto detesti le zone riservate ai disabili. Di quando ha partecipato ad un convegno e ha portato a termine il proprio intervento. Di quanto sia deciso a non farsi sciupare le sue piccole gioie dagli sguardi di pietà di persone superficiali che forse non si renderanno mai conto quanto lui di come la vita sia straordinaria. Un libro che mi ha lasciato la sensazione di aver ricevuto un schiaffo e una carezza insieme. Che mi ha emozionata e scossa. Parole semplici e dirette che dovrebbero a mio parere essere sistematicamente lette nelle scuole. Capire meglio il mondo della disabilità e sviluppare la giusta sensibilità per relazionarcisi credo sia molto più importante della tabellina del cinque o delle declinazioni latine. Grazie ad Andrea per questa piccola grande lezione di vita.
(Michela Girardi)