“Con tutto il mio cuore rimasto” su Convenzionali
“Con tutto il mio cuore rimasto”
Svirgolo dalla sacrestia, esco dalla chiesa, giro a sinistra e mi metto a correre velocissimo, la strada è una strada stretta dove non c’è nessuno, c’ho un’espressione perplessa, sicuro, l’espressione di uno che è caduto dentro un mare di merda e adesso vorrebbe soltanto sgrasciarsi, ripulirsi da tutta la schifezza che c’ha addosso, mi sento confuso e mi sento sporco e mi sento disperato, giro a destra, corro e non mi accorgo che lì vicino ci sta una stecca con dei vestiti stesi ad asciugare, ci rovino sopra e prendo a sgomitare in mezzo alla biancheria, le gambe me le perdo dentro dei pantaloni che non sono i miei, e allora si ribellano, le gambe, usano le braccia per strappare lenzuola, maltrattare tovaglie, e qui certi pensieri disordinati c’hanno la meglio, mi sento come se sono ancora nello studio di padre ettorino, vorrei urlare, adesso come prima, vorrei tramutarmi in una sirena dei pompieri, adesso come prima, ma so solo piangere zitto zitto, proprio spiccicato a prima, finalmente riesco a liberarmi e prendo a correre ancora più forte, il cervello, nel mentre, mi fa la maionese nel cervello, e adesso mi grida parole di malaugurio, sento che mi dice Ammazzati!… Splendida sin dalla copertina e dal titolo, la vicenda, drammatica, potente, intensa, appassionante, destabilizzante, ricca di livelli di lettura e chiavi d’interpretazione, prende le mosse da una Palermo mai così oscura, vivida e bruciante, nella quale, in una stanza buia, un ragazzo è rinchiuso con la porta sprangata da fuori da due carceriere: lo scopo è farlo morire, d’inedia, tra atroci patimenti. Ma come una lettera indirizzata all’Altissimo si dipana con andamento suggestivo e cocleare una meditazione profondissima sulla perdita dell’innocenza. Con tutto il mio cuore rimasto, Rosario Palazzolo, Arkadia.
Gabriele Ottaviani
Il link alla recensione su Convenzionali: https://bit.ly/3sX2p3q