Un estratto dell'antologia a cura di Alessandro Berselli, Luca Martini, Gianluca Morozzi, Paolo Panzacchi
Prefazione
“Satisfiction”, la rivista letteraria nata venti anni fa su iniziativa di Gian Paolo Serino con l’intento programmatico di rivolgersi a lettori soddisfatti o rimborsati – in caso di mancato apprezzamento di un libro consigliato è previsto il rimborso della spesa sostenuta, previa presentazione di una “contro-recensione” –, si è da sempre proposta come un’occasione di avvicinamento alla lettura. Gli strumenti utilizzati, oltre alle recensioni, ovviamente, sono quelli degli inediti – un modo per mettere in evidenza testi, in alcuni casi autentiche scoperte, di autori italiani e stranieri – e delle anteprime, a loro volta occasione per mettere in evidenza ciò che ancora deve accadere o sta accadendo sul piano della letteratura e della narrativa.
Nel corso degli anni, “Satisfiction” è riuscita, grazie anche a importanti contatti con gli ambienti culturali nordamericani, a proporre ai lettori testi inediti di scrittori (e non solo) del calibro di Philip K. Dick, Hunter S. Thompson, Michel Foucault, George Orwell, Albert Camus, Louis-Ferdinand Céline, Giorgio Manganelli, Joe R. Lansdale, Curzio Malaparte, William Burroughs, Valerio Magrelli, Michel Houellebecq, Stephen King, Francis Scott Fitzgerald, Jack Kerouac, John Cage, Salvador Dalí, Enrique Vila-Matas, J.D. Salinger, tanto per sceglierne qualcuno all’interno dello smisurato “patrimonio” di inediti targato “Satisfiction”.
“Satisfiction”, inoltre, ha raccolto intorno a sé anche una notevole quanto variegata “schiera” di collaboratori – giornalisti, scrittori, artisti – che hanno contribuito a costruire e far crescere una testata la cui vocazione è stata sempre quella del periodico rinnovamento.
In questo modo, “Satisfiction” è diventata una delle riviste letterarie più lette in Italia e, dopo un trascorso in versione cartacea, si è imposta con forza attraverso il suo portale, registrando cifre record per quanto riguarda i dati di lettura online.
La presenza di Anna Vallerugo nelle pagine di “Satisfiction”, presenza consolidata negli anni grazie all’apporto di recensioni e articoli di rubrica, si è inserita nella polifonia della rivista in maniera quanto mai funzionale, diventando una delle firme più apprezzate dai lettori: il riscontro è oggettivo. Leggere la sua prima recensione per “Satisfiction” fu una conferma di qualcosa che avevo presentito: la grande capacità di dire i testi letterari con un’efficacia straordinaria.
Ai miei occhi, infatti, uno dei meriti più grandi di Anna Vallerugo è quello di essere capace di raccontare un libro e un autore in ossequio a due delle cinque categorie calviniane di Lezioni americane: Esattezza e Visibilità. La precisione di espressione, la capacità di rappresentare attraverso il filtro critico la sostanza stessa del testo letterario, tramite una leggera quanto efficace capacità di rendere visibile ciò che il testo contiene, sono due degli aspetti fondamentali riconducibili al lavoro svolto da Anna Vallerugo dinanzi all’esigenza di dire ciò che va detto di un libro. Si tratta di una dote preziosa, che sa distanziarsi dalla facile tentazione di “girare intorno”, andando invece dritto al cuore del testo, sapendolo cogliere con grazia e competenza unite in maniera indissolubile. Che siano classiche recensioni o articoli retrospettivi, il piacere del testo – per dirla con Barthes – sta proprio nella cristallina e per certi aspetti rigorosa accuratezza espressiva e nella fluida capacità di costruire immagini dalle immagini: la cifra stilistica di Anna Vallerugo. Si sa, poi, che sono proprio i significanti nel loro stratificarsi a far balenare qua e là i significati, come avrebbe detto Carmelo Bene.
Come si diceva, queste doti trovano una cartina al tornasole nella risposta dei lettori, oggi molto più facilmente quantificabile grazie ai social media. In questo senso, è da citare il suo articolo dedicato a La vita agra di Luciano Bianciardi, che nel giro di poco più di quarantott’ore raccolse oltre quarantamila visualizzazioni, stabilendo un vero e proprio record nella storia in rete di “Satisfiction”. In quel caso, al centro dell’attenzione non stava un libro di facile consumo, tantomeno una novità appena sfornata dall’editoria mainstream, ma il libro di un letterato e scrittore – oramai d’altri tempi – che fu contemporaneamente un outsider e un “contestatore”. Il risultato fu sbalorditivo, e servì, se ce ne fosse stato davvero bisogno, a confermare quanto valesse il lavoro di Anna Vallerugo, laddove l’obiettivo della rivista è proprio quello di raggiungere nella maniera più ampia possibile i lettori, offrendo loro un’esperienza e un percorso in grado di condurre alla lettura.
Sulla scia di quell’articolo, si possono rievocarne molti altri: quelli dedicati, tanto per riportare qualche ulteriore esempio, a Pastorale americana di Philip Roth e al grande Cesare Zavattini e a Julio Cortázar, fino a Kent Haruf, J.D. Salinger e John Cheever. Tutti autori fronteggiati e trattati con la dovuta profondità e, allo stesso tempo, con la migliore delle capacità di esprimere un testo letterario, all’insegna di un equilibrio assoluto che si pone anche come gustosa possibilità per il lettore di pre-leggere l’opera di cui si sta parlando.
Gli articoli raccolti insieme in questa opera testimoniano appieno quanto detto fino a questo punto, e a me piace considerarli nel loro insieme come un testo a cui ricorrere non in un’unica soluzione/lettura, ma come una sorta di “guida” da consultarsi di volta in volta per necessità, interesse o piacere.
Buona lettura
PAOLO MELISSI
Condirettore di “Satisfiction”