… e allora senti cosa fò
Mi ha accompagnato come la melodia e la profondità delle parole della musica di Stefano Rosso Il sorriso di chi ha vinto, nuovo romanzo di Paolo Restuccia. È un sequel del romanzo precedente, Il colore del tuo sangue (Arkadia, 2022), sempre con il medesimo personaggio, la protagonista Greta Scacchi, filmmaker giovanissima e indipendente non soltanto nel lavoro ma anche nella vita. Il vero interesse di Greta è quello di guardare il mondo attraverso un obiettivo, il singolo fotogramma dell’esistenza reale che immortala nel loro emergere momenti salienti, vivi. E quel mondo è portato dentro il romanzo da Restuccia, scrittore, autore e regista radiofonico conosciuto per il programma satirico di Rai Radio Due “Il Ruggito del Coniglio”. Mi piace pensare a questo romanzo come un libro le cui parole non sono tanto racconto ma vita concreta. I personaggi vivono più che raccontarsi e questa componente risuona fortissima al lettore. Ed è per questo che mi è venuto in mente il cantautore romano nato a Trastevere. Ho avuto l’impressione che Paolo Restuccia ne abbia attraversato la strada, perché come nelle canzoni di Stefano Rosso la parola stessa suggerisce che la vita si vive e non si racconta. Paolo Restuccia ha scelto come protagonista Greta, che gira con una videocamera portatile e riesce a cogliere dettagli e prospettive che a occhio nudo si perdono con facilità. Una ragazza forse superficiale all’apparenza, ma che maschera bene la sua vera personalità e l’intelligenza profonda. Accanto a lei ritorna un personaggio del libro precedente, Tommaso Del Re, poliziotto sospeso dal servizio e che in questa storia funge da consulente per un canale televisivo, Crime Net. Torna anche Irene Russo, compagna di Greta con un ruolo di comprimaria. Dando prova di un grande talento affabulatorio Paolo Restuccia offre ai suoi personaggi una dimensione di vivida realtà. Spesso il noir di casa nostra pone in scena la provincia italiana con tutte le sue contraddizioni. Il sorriso di chi ha vinto, ambientato a Roma, metropoli, capitale, si libera di un certo provincialismo ma insieme presenta alcune borgate come terra di frontiera, puzzle etnico dalle mille anime i cui problemi di identità portano il peso e le ferite della storia. Il sorriso di chi ha vinto evoca questa varia umanità, scandaglia il ventre molle di una Roma protagonista in sordina del narrare, offrendo – per così dire – il sorriso aspro di una città. Interessante vedere Greta all’opera mentre si fa strada nei quartieri movimentati, tra personaggi equivoci, bar di aspetto discutibile e case popolari. La Roma di queste pagine varca i confini del realismo, perché è protagonista di quanto abbiamo perduto e di quello che si andrà dimenticando. E in questa città indifferente e spersa, rivestita di mistero, si rispecchia l’Italia intera: sullo sfondo un’umanità dolente, come un’immensa scacchiera dove si consumi una partita tesa, sinistra. Indubbiamente l’attività di regista ha lasciato un’impronta sulla narrazione: Greta muove la storia dietro una videocamera in un modo che offre vigore e incisività alla narrazione, e non abbandona un istante il lettore. Come un abile giocatore che sposti i pezzi in modo mirato, giocando con le azioni dei personaggi per arrivare alla conclusione. Che fine hanno fatto Daria Gentile e Carla Ferrara, due ragazze giovanissime scomparse senza un motivo plausibile nel centro della Città eterna? Il giovane attore Casemiro è morto per un abuso di droghe oppure è stato ucciso – e cosa fa la tonaca di un prete nel suo appartamento? Si trova coinvolto forse uno dei prelati della Chiesa della Perfezione di tutti i santi? Magari proprio il maestro che dirige una scuola di musica e un coro di giovani? A tale interrogativi cerca di dare una risposta Greta insieme all’amico poliziotto. Mentre l’indagine procede, un oscuro personaggio sta allestendo una cappella per consumare qualcosa di indicibile e sullo sfondo si staglia con un ruolo di rilievo un’azienda farmaceutica… Molte sono le questioni aperte e, tra suspense e colpi di scena ma anche silenzi e allusioni, l’autore raccoglierà tutti i fili attraverso le indagini condotte da Greta: dove ogni immagine, ogni azione sono immortalate da flash istantanei. Sono arrivato alla fine del libro e inizio a scriverne. Mi accompagnano le parole di Paolo che hanno lasciato il segno, i dialoghi, negli occhi mi restano le immagini mentre risuonano le parole di Letto 26:
Via della Scala stava là
ed io dal letto 26
sognavo la mia libertà
cercando fra i ricordi miei
se adesso vado per il mondo
mi guardi tanto strano tu
ma sono sempre un vagabondo
che ha in tasca cento lire in più.
Giorgio Bona
Il link alla recensione su Carmilla: https://bitly.ws/354Mh