Si terrà venerdì 27 novembre, alle ore 17.00, presso la sala convegni della Fondazione di Sardegna in via Salvatore da Horta, 2 a Cagliari, il convegno per la presentazione del volume “Patrimonio nuragico e sviluppo della Sardegna: cultura, identità e turismo”, pubblicato dalla casa editrice Arkadia. Il volume presenta i principali risultati dell’attività di ricerca svolta dal CRENoS tra il 2021 e il 2023 nel contesto della predisposizione del Dossier per il riconoscimento della Civiltà Nuragica nel patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, un’iniziativa promossa e coordinata dall’Associazione “La Sardegna verso l’Unesco” e per la quale il CRENoS ha offerto il proprio contributo nell’ambito della gestione del patrimonio e della sua valorizzazione culturale ed economica in una prospettiva di sviluppo territoriale di scala regionale. Più nello specifico, vengono presentate le analisi del contesto territoriale dell’attuale programmazione destinata alla valorizzazione del patrimonio archeologico. A presentare lo studio saranno gli autori Raffaele Paci (Referente scientifico del progetto, Unica-CRENoS) e Andrea Zara (Project manager, Unica-CRENoS). Parteciperanno al convegno, coordinati dal presidente dell’associazione “La Sardegna verso l’Unesco” Pierpaolo Vargiu, gli assessori regionali Ilaria Portas (Pubblica istruzione e beni culturali) e Giuseppe Meloni (Programmazione e bilancio) che insieme a Francesco Pigliaru (Università di Cagliari e CRENoS), Gianfranca Salis (Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio Cagliari, Oristano e Sud Sardegna) e Daniela Falconi (Presidente ANCI Sardegna) discuteranno dei temi affrontati nel volume e delle direttrici strategiche da seguire per promuovere nuovi modelli di sviluppo legati alla valorizzazione dell’antica civiltà sarda. Ai partecipanti verrà consegnata gratuitamente una copia cartacea del volume fino ad esaurimento delle disponibilità.
Il link alla segnalazione su Sardegna. Ieri – Oggi – Domani: rb.gy/69ysoq
Presentazioni di libri, proiezioni ma anche mostre come l’omaggio a Giacomo Puccini alla 30esima edizione del festival LuccAutori, che anche quest’anno è abbinato al premio letterario Racconti nella rete, giunto alla 23/a edizione. Il festival letterario è in programma dal 5 al 20 ottobre in vari luoghi della città di Lucca come la sala Cred, Palazzo Bernardini, Villa Bottini e Barga al cinema Roma. A Villa Bottini poi il 19 e 20 ottobre, saranno premiati i 25 vincitori del premio Racconti nella rete e la vincitrice della sezione cortometraggi. Tra gli ospiti attesi durante il festival ci sono Bruno Bozzetto, Simone Tempia, Vittorino Andreoli, Marcello Sorgi, Margherita Zalaffi, Marco Lollobrigida, Chiara Lico, Paolo Restuccia, Maurizio Sessa, Marco De Angelis, Fabio Sironi, Luigi Nicolini e Mariacristina Di Giuseppe.
Primo appuntamento, il 5 ottobre, sarà con la giornalista e scrittrice Chiara Lico, per parlare di sport, cittadinanza e integrazione attraverso la storia di Sirine Charaabi, atleta della nazionale italiana di boxe femminile, protagonista del libro ‘Il ring’. Spazio poi sarà dato all’arte contemporanea con alcune mostre, tra cui una rassegna dedicata a Giacomo Puccini, ma anche ‘Racconti a colori’, che vede coinvolti gli studenti del liceo artistico Passaglia e la mostra ‘Trent’anni di LuccAutori’ con le immagini storiche dei nomi della cultura che sono stati ospiti della kermesse letteraria. Per il direttore artistico Demetrio Brandi “una rassegna letteraria potrebbe sembrare anacronistica ma resta indispensabile per dare visibilità a chi sceglie la scrittura rispetto ad un blogger o ad uno youtuber e restituisce un’emozione che solo la partecipazione diretta e non mediata può regalare”.
Il link alla segnalazione sull’ANSA: https://tinyurl.com/3kpmbaaz
Premio Emilio Lussu
Sezione Saggistica edita
1° premio ex aequo
45 milioni di antifascisti (Mondadori, 2024) di Gianni Oliva
Il nemico di Mussolini (Solferino, 2024) di Marzio Breda e Stefano Caretti
Sezione Narrativa edita
1° premio e Medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati
Invernale (La nave di Teseo, 2024) di Dario Voltolini
Menzione speciale a
Umor vitreo (Arkadia, 2023) di Paola Musa
Sezione Narrativa a fumetti edita
1° premio
Piero Manzoni BACGLSP (Coconino Press, 2023) di Paolo Bacilieri
Il link alla segnalazione su Festival Premio Emilio Lussu: https://tinyurl.com/yvmtjz7e
“… bisognerebbe fare qualcosa di più per queste persone. “Di sicuro c’è qualcuno che ci prova, ma i poveracci sono sempre esistiti e sempre esisteranno», le rispondo, inseguendola su per i gradini. Sono identici da millenni. Alcuni si aspettano qualcosa dal mondo, altri non più. Alcuni in questa condizione ci transitano, altri ci mettono radici, chi volentieri e chi no.”
È da pochi giorni in libreria il nuovo libro di Olivia Crosio Josh in fuga, edito come il precedente, La mentalità della sardina (2022), da Arkadia editore. Una pizza e una coca cola, il sogno proibito del misterioso Josh che sbucando da una metropolitana con le mani nelle tasche del chiodo, osservando il mondo che lo circonda e stando attento a non farsi investire, si dirige verso la Chiesetta per un chupito, prima di gustarsi la tanto agognata pizza. Qui s’imbatte nella scontrosa e brusca Miranda, la barista, ma senza il becco di un quattrino Miranda si rifiuta di dargli da bere, e così Josh deve inventarsi qualcosa, ma cosa? Ecco che il piano prende vita: ruba il Bologna 80, il taxi di Christian, un ragazzone dall’aria pacifica, glielo riporterà dopo aver fatto una corsa e guadagnare il necessario per pagarsi da bere alla Chiesetta. Da qui il ritmo frenetico che intreccerà le vite di Susy, una celebre influencer e di suo marito Amore, che in realtà si chiama Fabio e dei loro figli; del tassista Christian e della sua puffetta, Assunta, e naturalmente Miranda, che nutre forti dubbi sul misterioso Josh.
“Allora perché hai accettato di mangiare una pizza insieme? Cosa ne sai tu di chi sono io? Potrei essere un pazzo, un pervertito, un terrorista, un replicante, persino. Eppure hai mollato il lavoro per uscire con me.» «E forse ho fatto male, perché sei proprio strano. Stranetto forte.”
Un ritmo vorticoso travolgerà le vite dei personaggi che si imbatteranno in situazioni davvero rocambolesche accentate da una brillante ironia. Perché Josh è in fuga? E chi è G, la voce che gli sussurra negli auricolari e che sa sempre dove si trova Josh? Beh, questo lo scopriremo nelle ultime pagine e vi assicuro che sarà una scoperta davvero inusuale e illuminante! La narrazione è coinvolgente e accattivante, con leggerezza Olivia Crosio crea personaggi indimenticabili e fuori dal comune, e chi più di Josh lo è, che si concede una vacanza “lampo” per guardare il mondo da un’altra prospettiva, quella dei suoi nuovi amici, invitando il lettore a riflettere su ciò che siamo realmente. I dialoghi fra Josh e Miranda sono intensi e veri, il senso della vita, dei desideri, dei sogni, e che alla fine ci si può accontentare davvero di poco per essere felici, come un soffitto che non gocciala più.
Josh è piombato al momento giusto nella mia vita, e non posso che dire grazie, un piccolo grande libro!
OLIVIA CROSIO
Vive a Milano, dove lavora come traduttrice. Tra le opere da lei tradotte il successo internazionale Il diario di Bridget Jones. Tra i suoi romanzi si ricordano Solo in città (Fanucci, 2007), Giulio e il colore dei baci (Fanucci, 2009), La felicità non fa rumore (Giunti, 2015), Incatenati alla tastiera. Manuale di sopravvivenza per traduttori (Editrice Bibliografica, 2017), Un amore incosciente (Feltrinelli, 2017), Quando mi sei accanto (DeA Planeta, 2018), La mentalità della sardina (Arkadia, 2022).
Loredana Cilento
La recensione su Mille Splendidi Libri e non solo: https://tinyurl.com/bdnju5tw
Sono realmente esistiti i personaggi di questo romanzo storico, come risultano autentiche le vicende raccontate, di oltre duecento anni fa, in Sardegna e altrove. Molto dei contenuti si deve però alla fervida creatività e alle provate doti narrative di Renata Asquer, ex insegnante e ora fervida autrice. Il visconte che amava i gelsi è il titolo dell’opera più recente della scrittrice di antica nobiltà sarda. È in distribuzione da maggio 2024 nella collana Eclypse della casa editrice Arkadia (Cagliari, 132 pagine).
Renata, cagliaritana d’origine nata a Varese, laureata in lettere moderne alla Cattolica di Milano, ha insegnato italiano, storia e geografia nelle scuole medie di Varese e provincia per diversi anni. Ha collaborato con articoli letterari a varie testate tra cui “L’Unione Sarda”. Oltre ad avere firmato raccolte di racconti e poesie, è autrice di narrativa, a cominciare dalle biografie romanzate di Fausta Cialente nel 1998 e Dino Buzzati nel 2002. Sono evidenti le radici familiari della scrittrice in relazione al nobile Francesco Asquer di Flumini. Lei stessa spiega d’essere passata, sulla scia della passione per la propria famiglia nel corso degli anni, dai fatti degli antenati più interessanti alla storia dell’isola in generale a partire dal Cinquecento. Solo da pochi anni ha scelto di concentrarsi sugli anni dal 1792 al 1812, che evocano uno dei capitoli più gloriosi e drammatici: la sarda rivoluzione.
È il contesto in cui ha scoperto il visconte Francesco, antenato molto noto in Sardegna per avere difeso eroicamente Cagliari dai francesi, giunti con una nave da guerra in porto alla fine del 1792. Meritò l’appellativo di “Buttafuoco” per l’ostinazione nell’uso del cannone, oltre alle eccelse qualità militari. L’autrice conferma che i personaggi, i luoghi e i grandi eventi del romanzo sono quasi tutti reali. Perfino il podere di famiglia – nel quale il protagonista scrive il lungo memoriale – è ancora allo stesso posto, nella campagna a pochi chilometri da Cagliari, per quanto irriconoscibile dopo la trasformazione in resort e sede di congressi e appuntamenti culturali e artistici. Non è autentica invece la vita dell’antenato, in particolare gli episodi sentimentali e personali. Riconosce d’essersi concessa qualche libertà, allo scopo di rendere ancora più avventurosa e interessante la sua lunga vita. Il romanzo è in forma di testimonianza resa dal visconte attraverso un manoscritto destinato ai posteri, che il nobile sardo comincia a scrivere nel 1829, nell’esilio volontario in campagna. Intende affidare un diario, più spirituale che biografico, al figliolo primogenito prossimo alla maggiore età. L’omonimo Francesco dovrà leggerlo per primo, solo dopo la morte del genitore e quando lo riterrà opportuno passarlo ai fratelli, numerosi e tutti in età diverse.
Nelle pagine del nobile cagliaritano, si ritrova la “mano” moderna della discendente:
Nonostante lo scritto non riveli chissà quali segreti, in esso c’è vostro padre assolutamente allo scoperto, da giovane, da uomo maturo e da anziano… Ero nato per una vita d’avventura sono stato a lungo un soldato.
Sui vent’anni sognava di distinguersi come combattente, presto però non si era più accontentato degli incarichi banali, dei turni di ronda noiosi sulle mura del Bastione, dei servizi di guardia nelle torri costiere di avvistamento e delle cavalcate all’inseguimento dei banditi dell’isola in mezzo alle montagne. In verità aspirava a fare il patriota, come più tardi sarebbe diventato l’amico Giommaria Angioy, che non era un uomo d’armi ma un magistrato e fu il grande eroe dell’indipendenza, arrivando a sacrificare ogni cosa, compresa la vita, per la libertà e la giustizia sociale nella sua terra. Al contrario, il visconte si è ritirato, dopo aver visto irrealizzati i suoi obiettivi. Lo note autobiografiche che Renata fa schizzare all’antenato consentono di apprendere che il governo piemontese lo considerava un pericoloso giacobino, termine nato dalla Revolution française. In effetti la si riconosce nella corrente rivoluzionaria che spingeva a lottare contro l’assolutismo e le annose ingiustizie sociali dei feudatari a danno delle popolazioni delle campagne.
Se tornassi a nascere mi batterei per essi con molto più coraggio e tenacia.
Rapito dai pirati barbareschi e tenuto schiavo a Tunisi per cinque anni, proprio durante i grandi fermenti patriottici nell’isola, al rientro si ritrova solo in un deserto, persi quasi tutti gli amici che condividevano i valori.
Questo rimuginare senza direzione succede di rado. Per fortuna mi rialzo presto, consapevole che alla mia età, più o meno vegliarda, devo mantenere uno sguardo distaccato su rimpianti e su tutto ciò che non è andato come si prevedeva.
Si tratta solo della premessa alle pagine seguenti del diario, che raccontano la sua vita o, meglio, le sue tre vite, contrassegnate dalla grande storia e da quella locale. E col tempo, in vecchiaia, da una grande saggezza retrospettiva, illuminante tanto rispetto alle vicende collettive che alle motivazioni soggettive di quelle individuali. Si riconosce un merito, quello d’esser riuscito a girare la barra del timone della sua esistenza, da un passato d’illusione di un destino di eroismo alla pacifica realtà dell’allevatore di bachi da seta in una campagna sperduta dei suoi avi.
Da giovani giochiamo alla guerra, al grande amore, alla lotta per gli ideali. Con gli anni, invecchiando, ci si accontenta di passioni semplici e di credere in quel che si fa per sé e per gli altri.
E questa è una grande verità.
Felice Laudadio
Il link alla recensione su SoloLibri: https://tinyurl.com/mr23jsk9
Le ferie sono state lunghe e stressanti? Nel paradosso di un caldo che sfinisce e non vuole arrestarsi, tra una folata di violenti lapilli dell’Etna e l’afa incessante dal nord Africa, ciò che ci salva è l’arte e la cultura, con in prima linea il libro. Ed eccoci tornati al blog “Massimo volume” con le novità settembrine che consigliamo ai lettori, iniziando con qualche feedback di poco precedente al giorno del ritorno come Olivia Croscio per Arkadia, il nuovo numero di The Passenger di Iperborea sulla Thailandia (l’ultimo fu dedicato alla Sicilia) al colpaccio Morellini che si afferma sempre più tra i giganti delle arti (stavolta in partnership con MyMovies racconta le città del cinema) e alle superstizioni di Giancarlo Malacarne per Oligo. L’attesissimo ritorno di Maria Elena Aloisi è pronto e possiamo recarci in libreria a goderne lettura e indagini per i tipi di Mondadori. Immancabili la scelta dei libri #copertina, di Paolo Torrisi, “I tornado che hanno cambiato la storia”, Edizioni Artestampa e #contropoertina con il ritorno di Maria Elisa Aloisi, “Sto mentendo”, Mondadori.
Libro copertina, Paolo Torrisi, I tornado che hanno cambiato la storia, Edizioni Artestampa
Dalla prefazione di Paolo Corazzon: “Cosa sono i tornado, come si formano, come si classificano e dove nascono? Cos’è lo storm chasing ed un jet stream? Un excursus storico che partendo dal XIX secolo attraversa il ‘900 per giungere sino ai giorni nostri. Un’opera che analizzando gli eventi tornadici più importanti a cavallo di circa 130 anni descrive questi fenomeni, gli impatti economici e sociali, e lo sviluppo degli studi scientifici volti a comprendere le dinamiche meteorologiche scatenanti, le scale di misurazione e le metodologie predittive indispensabili alla salute collettiva. È un’opera inedita nel suo genere in quanto per la prima volta raccoglie e divulga notizie, immagini e dati sugli eventi catastrofici anche italiani. Il libro, inoltre, nella sua parte finale è corredato da un’appendice che riassume i record relativi ai tornado, nonché bibliografia, filmografia e sitografia scientifica riguardante il fenomeno. «Una parte del volume è dedicata alla figura del “cacciatore di tornado”, un incrocio tra scienziato e supereroe, che per lavoro o alle volte anche per semplice passione, sfida questi bestioni per svelarne i segreti più nascosti”.
Titoli già in libreria
MyMovies, Le città del cinema, Morellini
Da “Vacanze romane” a “La dolce vita”, da “Notting Hill” a “Il meraviglioso mondo di Amélie”, il cinema non solo ha plasmato il nostro immaginario ma ha anche ridefinito l’attrattiva di centri urbani e quartieri. Le città italiane, con i loro set straordinari, hanno contribuito a narrazioni indimenticabili, conferendo un valore aggiunto alle produzioni cinematografiche e ai luoghi stessi. Il team di giornalisti di MYmovies, il grande portale di cinema, vi condurrà in un viaggio giocoso e coinvolgente attraverso il mondo del cinema e dei suoi luoghi iconici. Tra queste pagine scoprirete nuovi film e rivivrete quelli che avete amato, vi innamorerete delle storie e dei personaggi, ma anche dei luoghi in cui i film sono ambientati. Gli autori dei testi sono Paola Casella, Simone Emiliani, Pino Farinotti, Marzia Gandolfi, Roberto Manassero, Giancarlo Zappoli. Questo libro vi offre la possibilità di accedere a tutti i film in streaming su MYmovies ONE a condizioni riservate.
Giancarlo Malacarne, Monstrum. La “via oscura” tra storia, superstizioni e immaginario collettivo, Oligo
Un viaggio alla scoperta del mostruoso tra medioevo ed età moderna, dalla contrapposizione di mostrum e prodigium come alterazioni dell’ordine divino, alle prime sistematizzazioni della cultura umanistica erede del mondo classico, che conobbe i ciclopi e gli animali chimerici: grifoni, aquile bicipiti, sirene, basilischi, liocorni. Giancarlo Malacarne, a partire dalla rilettura di Aristotele e sant’Agostino, fino ad arrivare alle suggestioni dei documenti d’archivio, rivela il fascino sinistro e coinvolgente del “mostruoso”, tra paure ataviche ed esoterismo, mostrandolo in modo inedito come segno del sacro e derivazione dalla dalla simbologia dei cosiddetti “riti di passaggio”. Il “mostruoso”, per il suo fascino sinistro e coinvolgente, proprio per quella curiosità che alberga nell’animo di ognuno, da sempre incatena l’uomo a fosche fantasie, a leggende conturbanti, le più strane immaginabili, a una sorta di transfert inconsapevole, che cattura l’interesse di molti, intimamente soddisfatti di trovare nella diversità un momento di evasione a un’omologazione senza orizzonti, quella dell’angoscioso quotidiano. La storia sappiamo essere costellata di racconti fantastici e di improbabili mostri creati dall’immaginario collettivo: vampiri, lupi mannari, draghi, creature fantastiche, morti viventi sono senza dubbio tra le componenti più significative di questo aberrante ma fascinoso fenomeno che chiama in causa ataviche paure, ancestrali terrori, i quali riassumono nel teratologico componenti di simbolismo e grande spettacolarità.
AA.VV., The passenger. Thailandia, Iperborea
Per capire meglio la Thailandia occorre provare a familiarizzare con il concetto di thainess, o thailandesità, l’ideologia etnocentrica che ha accompagnato lo sviluppo della nazione thailandese moderna per tutto il XX secolo e la cui eco è tutt’altro che svanita. Anzi, a ben vedere, le cause di molte delle fratture che agitano la società contemporanea, alcune più evidenti altre sottotraccia, possono essere ricondotte alla volontà di creare una cultura egemone in un paese multietnico, imposizione che spesso ha preso la forma di una thaificazione forzata e violenta. Da nord – dove persiste il pregiudizio verso il popolo isan – a sud – dove le spinte separatiste delle province a maggioranza malese e musulmana vengono represse da draconiane leggi speciali – lo scontro tra centro (Bangkok) e periferia è una ferita mai sanata. Non solo in termini geografici, ma anche gerarchici, di centralizzazione del potere, come per esempio nella sfera religiosa, dove lo stato cerca, spesso invano, di addomesticare le correnti non ufficiali del buddhismo. Anche dietro le recenti manifestazioni di piazza e i tanti colpi di scena (e di stato) si celano dinamiche simili: la contrapposizione tra chi è ai margini della società, o appartiene a una classe emergente ma ancora senza voce, e l’élite nobiliare e imprenditoriale conservatrice vicina ai centri del potere. Se vuole emanciparsi dal ruolo limitante di ambita meta turistica, far valere il proprio peso economico, proiettare il suo soft power nel mondo, la Thailandia deve prendere esempio dal coraggio e dallo spirito critico di questa nuova generazione che ha a cuore la libertà e i diritti civili. Forse, in fondo, è proprio la prepotenza a essere una caratteristica poco thailandese, in una società che ha anche un volto solare all’insegna dell’armonia, della gentilezza, dell’accoglienza di minoranze e rifugiati, della (relativa) tolleranza verso la comunità lgbtq+. Per quanto ci si sforzi di imporre un’unica cultura, etnia e religione, la vera forza thai sembra essere invece il sincretismo, la metabolizzazione.
Olivia Crosio, Josh in fuga, Arkadia Editore
Un tardo pomeriggio d’inverno, da un’imprecisata fermata di metropolitana sbuca un uomo in jeans e giubbotto di pelle. In tasca non ha né soldi né documenti, ma sembra avere un obiettivo ben preciso: mangiare una pizza e bere una Coca-Cola. La prima persona che incontra, la ruvida barista Miranda, lo caccia dal locale appena scopre che lui non può pagare. Per procurarsi qualche banconota l’uomo, che dice di chiamarsi Josh, ruba un taxi con l’idea di restituirlo, tenendosi però i soldi della corsa. Da qui ha inizio una nottata che porterà Josh, Miranda, il tassista Christian e la sua ragazza Assunta dalle stelle (casa della famosa influencer Susi Fashion) alle stalle (i meandri della stazione con i suoi senzatetto). Josh però scatena in Miranda una serie di dubbi, perché quest’uomo che riceve continui messaggi dagli auricolari ma non possiede un telefonino sembra proprio, diciamocela tutta, un terrorista mediorientale, se non addirittura una sorta di replicante. Non convince, ma quando sorride è così affascinante che Miranda potrebbe persino innamorarsene.
Le uscite di giovedì 19 ottobre
Angelo Lumelli, La vecchiaia del bambino Matteo, Edizioni QED
In un momento prodigioso del millenovecento, all’inizio della nostra storia contemporanea, tre bambini, in una classe di prima elementare del 1950, in un piccolo paese del Piemonte, stringono un’amicizia straordinaria, che li accompagnerà fino ai nostri giorni. La loro infanzia attraversa l’ultimo dopoguerra, il cambiamento che fece diventare remoti e quasi incredibili i decenni appena passati – l’era dei buoi, delle lucerne a petrolio, degli attrezzi primordiali – per cui essi si ritennero gli ultimi ad avere una memoria diretta del passato, esuli di un tempo mitico – ragazzi di un poema perduto. La loro infanzia non avrà fine, sarà per sempre attesa della vita, inesausta, la quale, disperdendoli tra le tre città del nord – Milano, Torino e Genova – non riuscirà, attraverso i fatti, a cancellare la magia del vero accadere. La storia, mentre vince la partita del vivere, soccombe davanti al perenne inizio che, miracolosamente, anima anche ogni fine, tanto che Ernestino Campolungo, uno di loro, sarà assunto in cielo abbracciato a una santa, mentre gli affreschi delle chiese di Genova scendevano per strada. Uno di loro è il narratore: il suo racconto corre lungo i fili invisibili del pensiero infantile, fiabesco e concreto, con una lingua che da umile diventa temeraria, una scalata all’ineffabile, tra descrizioni colossali e meravigliose fantasticherie. Il vagone di un treno merci abbandonato su di un binario in mezzo alle risaie dà il via al tema della vecchiaia, dell’abbandono e dell’attendere fallimentare, ritentato con timore e spavalda fantasia – mentre un personaggio accompagnerà, quasi segretamente, il racconto dall’inizio alla fine – l’uomo con gli occhiali riparati con il nastro isolante – figura della quale il figlio non riesce ad accogliere l’eredità, se non tra le lacrime, mentre nella notte, tra il generale sconvolgimento del cosmo, fuggono, in una colossale e tempestosa migrazione di corna e zoccoli, tutti i bovini d’Europa, proclamando la fine di un’era.
Le uscite di venerdì 20 settembre
Rosanna Turone, Santa, NN Editore
Fin da bambina, Santa ha solo un sogno: essere amata senza condizioni. Ma i suoi genitori, che avrebbero voluto un maschio, le hanno sempre preferito la capricciosa sorella Beatamaria. Santa cresce insofferente per questo amore a metà, e quando ritrova Gianni, un ex compagno di scuola, coglie l’occasione di lasciare il paesino calabrese dove vive per seguirlo in Piemonte. Santa tocca il culmine della felicità quando diventa madre di Tommaso, mentre Gianni si rivela sempre più irascibile e violento; contro tutti i precetti della famiglia, Santa lo lascia. Finalmente libera, lavora come modella di abiti da sposa e inizia una relazione con Mauro, un uomo sposato per cui prova un’intensa passione. Ma quando scopre di aspettare un figlio, Santa si ritrova da sola di fronte a una scelta estrema, che la porta a sfidare tutte le sue più profonde convinzioni. Scritto in uno stile vertiginoso, con tratti di lucida ironia e ricco di personaggi memorabili, Santa è il romanzo di una donna che splende di luci e di ombre, che rompe ogni regola per rivendicare al tempo stesso la voglia di essere amata e di emanciparsi. Nel suo esordio, Rosanna Turone trasforma la fragilità in un’arma pericolosa, con cui travolgere limiti e compromessi, in una corsa a perdifiato verso la libertà.
Le uscite di martedì 24 settembre
Massimo Melpignano, Soldi sicuri. Guida antitruffa per affrontare i rischi digitali, Armando Editore
È in atto la rapina del secolo. A realizzarla sono gli smartphone di ultima generazione, i profili social, le app di messaggi istantanei, gli account di posta elettronica. I nostri soldi sono sotto attacco: molte persone ne hanno già pagato le conseguenze trovando improvvisamente svuotati i conti in banca. Questo volume è un importante strumento di autodifesa, perché spiega in modo comprensibile a tutti i meccanismi complessi con cui vengono realizzate raffinate truffe tecnologiche ai danni dei nostri risparmi. L’autore dismette la toga di avvocato e impugna la penna per metterci in guardia contro i pericoli che provengono dagli oggetti tecnologici della nostra quotidianità. La narrazione è accattivante e leggera, la lettura delle pagine scorre veloce strappando anche qualche sorriso, talvolta amaro. Prendono vita parole come phishing smishing, vishing, spoofing, bec, sim swap, iban swap, malware. Guidati per mano pagina dopo pagina, impareremo a difendere i nostri soldi sotto attacco: bastano poche e semplici regole per attivare le giuste contromisure e mettere al sicuro i nostri sudati risparmi dalle truffe digitali.
Anonimo (a cura di Beppe Mecconi e Vanessa Isoppo), Cronache del Diana. Un antropologo dilettante in un cinema a luci rosse, Oltre edizioni
Di pornografia talvolta si parla, spesso con malizia o volgarità. Questo libro vuole dare uno spaccato nuovo, non a caso è scritto da “anonimo antropologo dilettante”. Ambientato in un cinema a luci rosse di una città di provincia, La Spezia, ma solo per caso, perché riguarda una realtà italiana viva fino a non molto tempo fa. L’autore narra la sua esperienza di frequentatore di cinema porno, intima e intimistica, cercando soprattutto una chiave di lettura, senza necessariamente cercare risposte a domande, ma sempre con spirito criticamente curioso. Da antropologo, appunto. Un libro che è un po’ un’autobiografia e un po’ un saggio, senza essere autocelebrativo come molte autobiografie e senza essere noioso come quasi tutti i saggi. Vedere un film porno al cinema significava, anche, socializzare perché, che piaccia o meno, il sesso è anche socializzazione. Oggi, che la pornografia è fruibile comodamente a casa propria, si è inevitabilmente persa anche questa dimensione. Il libro ci riporta anche a quei tempi, che sembrano lontani anni luce da oggi, oggi che un clic ci consente di avvicinarci a qualunque realtà, allontanandoci però sempre di più dalla vita. Quella vera. Questo libro profuma di vita vera.
Le uscite di giovedì 26 settembre
Enrique Gallud Jardiel, Breve storia umoristica del libro, Graphe.it
Il libro è un oggetto amato ma ambivalente: il risultato che produce è soggetto talvolta al caso, spesso alla stoltezza dell’uomo che lo maneggia. Sapienti di tutte le epoche si sono (insospettabilmente) espressi contro il libro e contro il lettore e hanno manifestato la propria frustrazione per l’eventuale e irrimediabile fraintendimento dei contenuti (per non parlare dell’affidabilità degli storici!). Questo volume, dissacrante e spassoso, ripercorre con leggerezza la storia della trasmissione scritta della conoscenza, affiancando nozioni filologicamente impeccabili a riflessioni facete e curiosità poco note. Per esempio, sapevate che gli scribi egizi («quel popolo dal girovita così sottile») usavano un inchiostro apposito per le parolacce?
Francesco Gligora e Biagia Catanzaro, Il Giubileo. Segni, simboli, riti, Armando Editore
Questo volume offre una panoramica sintetica sugli aspetti più rilevanti e più incisivi che hanno determinato la fisionomia del pontificato di ciascun papa dei Giubilei. La trattazione, da Bonifacio VIII (1300) fino al 2015, segue l’ordine cronologico con cui gli Anni Santi sono stati indetti e celebrati; individua e sottolinea il contesto storico nel quale si staglia la figura del pontefice come protagonista di molteplici attività che segnano il carattere e lo sviluppo dei tempi. I dati informativi, strutturati in un inquadramento storico, sono articolati in forma semplice e chiara e puntano a far comprendere la funzione che ciascun pontefice ha svolto nel processo storico. Ampio spazio viene riservato al Giubileo sia come evento storico-religioso sia come “opera d’arte”: un’occasione straordinaria per promuovere e realizzare opere urbanistiche e artistiche che hanno abbellito la Roma dei papi, rinascimentale e barocca. Il richiamo, infine, a qualche particolare che sa di curiosità rende il testo un utile strumento di conoscenza di base e di facile consultazione.
Le uscite di venerdì 27 settembre
Roberto Franchini, Gramsci e il jazz, Bibliotheka
Un improvviso fragore di piatti d’argento rotolati al suolo. È caduta qualche cosa? No, zitti, si suona”
Nei “ruggenti anni Venti” la musica jazz irrompe come un ciclone nel ritmo compassato della vecchia Europa, abituata a ruotare a passo di valzer. La Francia è il primo e più accogliente porto europeo per i nuovi brani che provengono dall’America, espressione di un desiderio di divertimento e della necessità di dimenticare in fretta gli orrori e le devastazioni della grande guerra.
Quella sinfonia dell’irrequietezza, di sottane corte e gambe in aria, che Josephine Baker trasforma in selvaggia seduzione, si presenta agli osservatori e ai critici come un’orgia di suoni e di movimenti, di evasione e di irrazionalità. Gramsci, che nei suoi scritti dedica al jazz solo due appunti occasionali, sembra tuttavia intuirlo perfettamente: in quegli anni a Parigi si gioca l’egemonia culturale dell’intero paese e, considerata la rilevanza della Francia, anche dell’intera Europa, spiega il giornalista e saggista Roberto Franchini nel libro “Gramsci e il jazz”, in libreria il 27 settembre per le edizioni Bibliotheka (90 pagine, 12 euro). “Egli teme – spiega l’autore – che finisca per prevalere una cultura elementare e ripetitiva, poco incline alla riflessione, capace di impadronirsi del corpo prima ancora che della mente. Teme una società massificata, consumista, semplificata, meccanizzata, dove il jazz si intreccia con le fabbriche tayloristiche e le città americane popolate di grattacieli”.
Gramsci coglie la capacità prensile del jazz di fare breccia nei gusti degli europei: musica sì, ma per ballare (ci ritornerà poche righe dopo). Europei, certo, ma di una precisa classe sociale: la borghesia colta e più internazionale. “Questa musica ha veramente conquistato tutto uno strato della popolazione europea colta, ha creato anzi un vero fanatismo”. Gramsci va oltre, spinge lo sguardo a immaginare gli effetti di quella musica e di quella danza.
Bryan Washington, Pranzo di famiglia, NN Editore
Cam è straziato dalla perdita di Kai, l’amore della sua vita, ucciso dalla polizia di Los Angeles durante un controllo. Il suo fantasma gli appare di continuo, regalandogli attimi di tenerezza e di profondo smarrimento. Senza più una direzione, Cam torna a Houston. Qui, orfano, è cresciuto insieme a TJ e ai suoi genitori, lavorando nella panetteria di famiglia che TJ continua a portare avanti dopo la morte del padre. Ma il legame tra i due ragazzi, fraterno eppure carnale, appartiene al passato, ed è stato segnato dai rispettivi lutti. Di fronte a un Cam triste e autodistruttivo – che cerca di annullarsi attraverso le droghe, il sesso occasionale e il rifiuto del cibo, che nella relazione precedente era simbolo di cura e condivisione – TJ mette da parte i rancori e decide di accompagnare l’amico nella sua lenta rinascita. E stando vicino a Cam trova la forza di prendere in mano la propria vita, aprendosi all’amore che non ha mai pensato di meritare.
Pranzo di famiglia è un’ode agli affetti più puri e ai piaceri della vita, come il cibo e la compagnia delle persone care. Bryan Washington racconta l’amore e il lutto, la ricerca del proprio posto nel mondo quando ogni riferimento sembra perduto, e celebra il potere della famiglia di sangue e di quella elettiva, stelle di una stessa galassia, capaci di portare luce e calore anche nei momenti più bui.
Libro controcopertina, Sto mentendo di Maria Elisa Aloisi, Mondadori
Si può difendere una persona ai nostri occhi spregevole? Questa è la domanda al centro di “Sto mentendo”, il secondo giallo di Maria Elisa Aloisi con protagonista l’avvocatessa Ilia Moncada, che segna il suo ritorno nella collana Il Giallo Mondadori. In una Catania sospesa tra le aule dei tribunali e le sue spiagge, la giovane avvocatessa deve difendere un imprenditore dalla dubbia moralità. Una vicenda intricata e serratissima, in cui anche Ilia, sempre capace di leggere nell’anima dei clienti, nelle carte di un processo e nei segreti annidati tra le pieghe di un delitto, sembra non trovare il bandolo della matassa.
Salvatore Massimo Fazio
Il link alla segnalazione su SicilyMag: https://tinyurl.com/amwhrsvw
Oliva Crosio
“Sono nostalgico. Non vecchio, ma nostalgico. O meglio, vecchio a modo mio. Ma provo per l’inconsapevolezza dell’infanzia un attaccamento morboso, perché è stato l’unico momento della mia vita in cui sono riuscito a rifugiarmi con efficacia nelle mie fantasticherie, prima di veder svanire la loro magia e di prendere coscienza che erano solo quello, fantasticherie. Non sto dicendo niente di nuovo. È quello che succede a tutti gli esseri umani da sempre. Appena ti accorgi che la realtà va vissuta e qualcuno si aspetta qualcosa da te, finisce la festa”.
Josh si inabissa nella metropolitana e poi riemerge. Un brulichìo di anime assenti, gente senza sguardi da donare.
“A peggiorare l’impressione che ho di queste persone nervose e infelici, noto che sono tutte vestite di scuro. Predominano, il marrone, il nero blu, il grigio”.
Josh viene catapultato per sua volontà in un mondo con un solo colore. La sua doveva essere una vacanza lampo, un’esperienza per soddisfare il palato. Consumare una pizza e una coca cola può condurre alla salvezza, o forse no, può causarti molti guai. Ma Chi è Josh? Olivia Crosio nel suo romanzo “Josh in Fuga” ci lascia riflettere sull’immagine che siamo diventati, automi in perenne movimento, inabili nell’apprezzare i panorami che si presentano davanti ai nostri occhi. Solo che per Josh è diverso. Porta scompiglio con la sua ingenuità, con le sue bugie bianche e imprescindibili se vuole prolungare la sua gita in una parte di mondo. Dal nulla, uno straniero, un tassista, una celebrità dei giorni nostri e la scontrosa Miranda troveranno il modo di stare insieme.
Olivia Crosio ci racconta del nostro timore nell’approcciarci agli altri, di come il nostro sia solo un retaggio antico. Come Pollicino nella fiaba dei fratelli Grimm sistema degli indizi lungo il percorso, portandoci in dono, una storia fatta di luce e rivelazione.
Chiara Ascione
Il link alla recensione su Quattro Libri: https://tinyurl.com/2mkwjdxy
Ho “incontrato” per la prima volta, seppur virtualmente, Olivia Crosio, scrittrice e traduttrice, due anni fa con il suo “La mentalità della sardina”. L’ho poi conosciuta de visu al Salone del libro lo scorso maggio ed è tornata a “trovarmi” con questa sua opera più recente, appena uscita, che mi ha fatto sorridere e appassionare per vari motivi. Chi è Josh e perché è in fuga lo scopriremo solo nelle ultime pagine ma devo ammettere che l’avevo un po’ intuito durante la narrazione da vari input che Crosio dissemina magicamente qua e là; complimenti di vero cuore per la deliziosa, leggera ironia con cui colora questa sua nuova opera, ne è l’elemento distintivo: bravissima! E complimenti per la caratterizzazione dei/lle principali co-protagonisti/e, in primis di Miranda (il cui nome credo sia stato scelto in base all’etimologia latina) che fa la barista e poi l’influencer Susi Fashion e suo marito Fabio, il tassista Christian e la sua ragazza Assunta, semplicemente perfetta; e poi Josh, il deus ex machina (gioco di parole…) della storia che l’autrice sceglie di far accadere tutta in un giorno (mrs Dalloway di Virginia Woolf) denso di momenti dal ritmo incalzante che portano a una conclusione inattesa: standing ovation!
Daniela Domenici
Il link alla recensione su Daniela e Dintorni: https://tinyurl.com/bdf2zhnx