Una commedia in cui Venezia fa da sfondo ai nostri anni migliori
Un viaggio che si snoda attraverso nove racconti articolati idealmente in tre sezioni tematiche che formano un percorso unitario nelle dimensioni della memoria, del sogno come territorio di una possibile riscoperta dell’identità, delle profondità cosmiche intese come realtà e metafora dell’ignoto e dell’oltre.
Arun, Sara, una terra lontana lasciata per povertà, una nuova patria che forse non saprà accoglierli e capirli.
L’autore conduce il lettore in contesti cittadini e familiari, attingendo dal quotidiano e dal sottobosco di stili e di voci padroneggiate con incredibile maestria.
Un romanzo comico e tragico al contempo, in cui, fra una spiaggia dorata e un labirinto di umide calli, ogni lettore può ritrovare se stesso.
Simón Radowitzky è stato tante cose: anarchico, russo, ebreo, argentino naturalizzato, rivoluzionario, omicida del capo della Polizia di Buenos Aires nel 1909, prigioniero, fuggiasco, militante in guerra, esule, fabbricante di giocattoli. Ma nessuna di queste “etichette”, utilizzate per descriverlo telegraficamente, può neanche lontanamente rendere appieno il suo ritratto, il dolore che in ogni azione si è trascinato dietro.
Un romanzo in cui l’autore racconta la storia poco nota del principe indiano Rajaram Chuttraputti che, di ritorno dall’Inghilterra, morì giovanissimo a Firenze. Nella narrazione, tra poeti romantici, eccentrici studiosi ed esploratori dell’India, emergono un singolare viaggio e una riflessione sulla bellezza della vita nella sua fragilità.
Un romanzo in cui l’autore racconta l’incontro e la storia d’amore tra una giovane andalusa e un ragazzo italiano nel cuore di una terra che pulsa di vita e vivacità.
Una romanzo appassionante che conduce il lettore agli approdi letterari più inaspettati