Italia 1940-1955. Sara e Silvana, una specchio dell’altra. Due storie che si alternano per poi forse incontrarsi solo anni dopo. Anni vissuti l’una all’insaputa dell’altra. Anni feroci in Italia e nel mondo.
Italia 1940-1955. Sara e Silvana, una specchio dell’altra. Due storie che si alternano per poi forse incontrarsi solo anni dopo. Anni vissuti l’una all’insaputa dell’altra. Anni feroci in Italia e nel mondo.
Alessandro Onofri è un reporter stanco di guerra, quasi dimentico della propria infanzia tra Venezia e il petrolchimico di Porto Marghera, dove è rimasto invischiato in una brutta storia tra sette e delinquenti comuni, ma quando un’amica disperata gli mostra il filmato del figlio che terrorizza il fratello mimando una lezione di scuola dai macabri rituali, non riesce a tirarsi indietro.
Enrico Criaco, scrittore di successo, dopo cinquant’anni torna a Leuta, una piccola isola dov’è nato e cresciuto, per mettere in ordine la sua vita, ma soprattutto per riconnettersi con un doloroso passato che, appena diciottenne, lo ha costretto ad andare via portandosi dietro e ingarbugliando strada facendo i tanti nodi non ancora sciolti della sua esistenza.
Lui è un uomo colto che, dopo un lungo periodo di successi professionali, improvvisamente, senza un motivo manifesto, precipita nella più totale abulia della quale non sa darsi una ragione. Uno stato esistenziale che sarà rotto dalla telefonata di una donna misteriosa “dai capelli rossi e dal pancino prominente” che gli chiede notizie di Abel, il fratello che lui non vede da anni. L’episodio scatenerà una serie di avvenimenti sconvolgenti.
Come nelle opere di Giuseppe Verdi, i personaggi di questo libro – del passato e del presente, smarriti e sognatori – cantano in solitudine e iniziano timidi duetti. Per quanto fantastiche siano le loro storie d’amore, e malgrado i fallimenti che contengono, ci appaiono vere quanto la vita stessa, e finiscono per ricreare il mondo della Barcellona prima della guerra fino ai giorni nostri, dipinto con umorismo e ironia rivelatrice.
Ulteriore capitolo sui vizi capitali, questa volta a fare da protagonista è la lussuria, in una vertiginosa giostra di desiderio e rovina, eros e thanatos, estasi e conoscenza di sé, magistralmente descritta da una donna che attraversa i tempi.
Un romanzo a episodi che, pur essendo autonomi dal punto di vista narrativo, trovano il proprio compimento nell’unione con gli altri. Il risultato è una storia omogenea il cui filo conduttore è dato dalla tonalità emotiva e dalle tematiche affrontate: il lato nascosto della vita di ognuno, lo scacco, il vicolo cieco, le decisioni sbagliate.
Quante volte abbiamo immaginato di mandare tutto all’aria e di cambiare completamente vita? In tanti, ammettiamolo, lo pensiamo spesso. Ma mentre meditiamo di farlo la vita ci scorre davanti e c’è chi si decide di dar seguito al proposito e chi invece resta fermo lì ad attendere che qualcosa muti all’improvviso.