“Caribe” su Una banda di cefali
Caribe di Fernando Velázquez Medina
Scritto da Fernando Velázquez Medina ed edito dalla casa editrice Arkadia, è ambientato nella seconda metà del XVI secolo ed è il primo libro di una trilogia. La storia narra di Diego Valdes, nato e cresciuto a L’Avana e figlio dei proprietari di una piccola osteria. Diego passa la sua infanzia ad ascoltare, rapito, il racconto di tutti gli avventurieri di passaggio presso l’osteria e sognando di vivere anche lui storie fantastiche in prima persona. Il suo desiderio si avvera, suo malgrado, quando viene costretto a lasciare la terra natìa per via di un complotto ordito ai suoi danni. Accolto sotto l’ala protettiva di Uberto Eco, membro di un ordine religioso, Diego vivrà varie avventure esplorando gli allora sconosciuti territori americani. Uno degli aspetti che rende Caribe una piacevolissima lettura è senz’altro la fusione perfetta tra realtà e fantasia. Tra le sue pagine, infatti, Medina mescola in una miscellanea perfetta eventi personaggi inventati di sana pianta con quelli realmente esistiti. Fra questi ultimi, ad esempio, viene nominato spesse volte Francis Drake, corsaro inglese, simbolo delle conquiste britanniche nel Nuovo Mondo. Anche dal punto di vista letterario sono numerosissime le allusioni letterarie che si succedono durante la lettura di Caribe. Fernando Velázquez Medina rivela un’ampia cultura letteraria facendo menzione sia di esempi coevi all’epoca da lui descritta nel romanzo, sia ad autori e opere di periodi storici differenti. Ed è così che, durante la lettura di Caribe, il lettore si imbatterà in chiari riferimenti a Shakespeare, a Dante e in particolare al suo Inferno, a Moby Dick di Herman Melville. Dalla lettura del romanzo spicca prepotentemente anche la passione di Medina per il cinema. Vi sono, difatti, alcuni brani che sembrano quasi sceneggiature di film, come il racconto degli incontri con animali mai visti prima, con tribù sconosciute che venerano déi ignoti e con l’entrata in scena del cattivo sempre in momenti di una drammaticità cinematografica quasi palpabile. Il romanzo è altamente descrittivo e piuttosto scorrevole, il lettore riesce a proiettarsi sulla nave o nella giungla o ovunque sia ambientata la scena con grande facilità, anche grazie alla traduzione, ad opera di Riccardo Ferrazzi e Marino Magliani, i quali riescono a riportare nella versione italiana del romanzo termini tecnici senza far perdere vis narrativa e linearità alla storia. Caribe è consigliato a chi vuol leggere un romanzo d’avventura senza rinunciare alla parte storica, a chi, soprattutto in tempi di pandemia, vuol viaggiare senza uscire di casa, a chi si sente un po’ corsaro.
Giorgia Recchia
Il link alla recensione su Una banda di cefali: https://bit.ly/3bDlsXA