“Bruciati vivi” su La Sicilia
Come la nevrosi riesce a trasformare una insegnante in un serial killer
Bruciati vivi (Arkadia, pp. 188, € 15,00) di Daniela Stallo, è un titolo violento, come violento è il burn-out, fenomeno che fino a un tempo era solamente legato a chi lavorava nel settore sociale. Con questo suo “esplosivo” romanzo/saggio, che ha molte sfumature del thriller noir con affondi reali che in molti vivono: burn-out scolastico. Una docente viene colta da questo malessere e le sue risposte non sono per nulla semplici, come si può immaginare. Daniela Stallo nel romanzo si muove tra una trama devastante e alcuni ambienti toscani (non dimentichiamo che la collana Eclypse dell’editore Arkadia, vanta un bacino di utenza non indifferente nella Toscana). Uscito il 28 gennaio, narra la storia di Luisa, con oltre trent’anni di attività, che giornalmente è costretta a viaggiare per raggiungere il luogo di lavoro. Sposata con un americano che ha l’hobby per i trapani, che gli prendono tutta la giornata lasciando sola la moglie. Una vita in solitudine e con un figliolo che vive lontano. Un giorno trova del denaro, tanto che pensa possa cambiarle la vita. È il momento ideale: può risolvere la sua vita, stanca e annoiata da un lavoro routinario che non la rende felice, ma non solo, il livello di aggressività nella sua vita sale, lo stress non solo ha creato questo aspetto patologico, ma anche un atteggiamento violentissimo di prevenzione, ma non contro qualcuno, quanto per scaricare le tensioni che questo lavoro le crea, ed eccola camminare con quei blocca sterzi che pesano un quintale pronta a spaccare il cranio di chiunque possa capitarle sotto mano. È palese lo studio dell’autrice nell’affrontare un male non riconosciuto in ambiente socio sanitario, ma anche in altri ambiti, proprio come quello della scuola. Un male che richiama il Berto de “Il male oscuro”, che fa riflettere su una questione essenziale: quando si capirà che bisogna avvicinarsi a sistemi scolastici come quelli dei paesi nordici dove vi sono margini di riposo per i professionisti? O nelle realtà private: quando si capirà che molte volte l’odio, il dolore, la rabbia emergono quando si rischia di non essere compresi senza subire umiliazioni da scolari, dirigenti, genitori e stress vari? Ai governatori che periodicamente giocano a sperimentare nuove riforme scolastiche, questo bel libro può servire per scuotere le coscienze e magari, abbassando la soglia dei loro vitalizi, dare qualcosa in più al fine che anche un semplice operatore del sociale possa permettersi una scorta “pedagogica” per attivare quella resilienza della quale troppo si parla, ma poco si insegna. Ardita e coraggiosa Daniela Stallo lancia un grido d’allarme, che in molti non hanno coraggio di fare, per quella frustrazione che è il mantenimento al meglio della propria famiglia e per quel po’ di denari che restano per la propria sopravvivenza, spesi in ansiolitici e psicofarmaci per resistere: dove? Nei fondali osceni di una società che devasta, raccomandando sempre di fare sacrifici con il lato B dell’altro.
Salvatore Massimo Fazio