Ballata di eretici e marinai
Prologo
Una marea lenta fluisce sul bordo del gradino. Il marmo bianco coperto da quella melma scura, densa. Attraversa il bordo e cade, spumosa, sul cemento del marciapiede e scivola oltre. Discende, va a mescolarsi con l’acqua che timidamente cade dal cielo che si va aprendo, dopo un giorno e una notte di diluvio. Blob. Va a spalmarsi, distendersi, dissiparsi, quasi a ripulirsi. Amore e follia. Luce e ombra. È arrivato il silenzio, quello totale. L’alba da qualche parte comincia ad arrossare il cielo. Gli spettri della notte ancora presenti, ombre innaturali e lunghissime, misteri impertinenti che si affacciano, ma non vogliono ancora mostrarsi.