“Avanti marsch”, un libro sulla grande guerra

da: L'Unione Sarda
L’Unione Sarda
21 marzo 2015

Novità. Il libro di Copez e Follesa. La guerra spiegata ai ragazzi

Un viaggio nel tempo per rievocare un triennio triste e doloroso con gli occhi dei giovani di ieri e oggi

La volontà di ricostruire l’epopea della Brigata Sassari nella Prima guerra mondiale e di celebrarne una memoria trascurata non è l’unico motivo che ha ispirato il libro “Avanti Marsch! La Grande Guerra 100 anni dopo” che sarà presentato mercoledì prossimo (ore 18 e 30) al THotel. Scritto da Rossana Copez e Giovanni Follesa e pubblicato da Arkadia Editore in tempo per celebrare il secolo trascorso dall’entrata dell’Italia in guerra, tradisce anche la volontà di riscattare la scuola dalle tante colpe che le vengono attribuite e di far comprendere quanto sia prezioso, per la formazione delle coscienze, il lavoro che si svolge. La cornice del racconto è infatti rappresentata dall’attività didattica – non una lezione ordinaria – di cui è protagonista una classe di una scuola media cagliaritana. Stimolata dall’entusiasmo della professoressa Annetta De Carli, che sopperisce ai limiti della tecnologia e della scarsa disponibilità di risorse economiche, gli studenti sono chiamati a misurarsi con un concorso indetto dalla presidenza della Repubblica proprio sull’evento che insanguinò il secondo decennio del Novecento. Non è la vicenda raccontata dai manuali scolastici a finire al centro dell’approfondimento. È ciò che invece la storiografia nazionale dimentica di raccontare: la nascita e il ruolo centrale che per le sorti del Paese giocò la Brigata Sassari, «un’élite – come ebbe a dire il generale in capo degli austriaci – dell’esercitò italiano». L’insegnante (il mestiere appartenuto per anni a Rossana Copez, uno dei due autori) sa che l’impresa di appassionare i suoi allievi allo studio e alla ricerca non sarà facile. Non usa quindi i libri come unico strumento, né predilige la modalità della lezione frontale. Fa in modo che i ragazzi si rapportino direttamente con le fonti della storia si sentano parte attiva ed eredi. Nel racconto il percorso inizia da ciò che è più vicino alla possibilità di documentazione degli studenti. La lista dei nomi impressi sul monumento ai caduti consente di avere la prima e più immediata percezione del grande sacrificio che i giovani sardi, inviati sul fronte del Carso e poi sull’altipiano di Asiago (nei luoghi che gli studenti conoscevano solo perché legati alla toponomastica del quartiere cittadino di Is Mirrionis), compirono in nome della Patria: la Grande Guerra costò alla Sardegna il maggior tributo di vite umane rispetto alle altre regioni italiane. Nel racconto i numeri sono parte imprescindibile del percorso di conoscenza che porta la scolaresca al museo dei Dimonios a Sassari e infine a Roma per esporre il frutto della ricerca.  I ragazzi non li ripetono con rigore ragionieristico, ma col coinvolgimento emotivo di chi ha colto la forza dei sentimenti che, celati negli epistolari o soltanto immaginati, lacerarono i soldati chiamati a combattere lontano dalla loro terra. Nella finzione narrativa l’obiettivo didattico è così raggiunto. Coincide con la finalità che i due autori si erano dati: non scrivere di storia o fantasia, ma indagare sulle tante storie che hanno fatto la Storia.

(Manuela Arca)


Arkadia Editore

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