“Affetti non desiderati” su Firenze e Dintorni
L’angolo del libro – “Affetti non desiderati” di Elena Rui
Presentazioni fiorentine a cura di Paolo Mugnai
“Per me il racconto è un’acrobazia, una piroetta”, dice Elena Rui, al Giardino delle Rose alla presentazione del suo “Affetti non desiderati” (Arkadia Editore) con Paolo Codazzi e Massimiliano Scudeletti, in un evento a cura dell’associazione Febbre e Lancia in collaborazione con “I libri di Mompracem”. “Nel racconto bisogna cadere in piedi”, spiega l’autrice, “che il cerchio si chiuda e si ritorni al punto di partenza, insomma ci sia una vera conclusione, qualcosa che lascia il lettore interdetto, stupito o con delle domande. È questo il mio intento”. “Affetti non desiderati” contiene nove racconti ambientati ai nostri giorni tra Parigi, dove vive l’autrice, e Padova, la sua città natale, ma ci sono anche dei non luoghi come gli hotel, “forse per costringere i personaggi in un ambiente chiuso e vedere le loro reazioni”. Il titolo del libro rimanda con un gioco di parole agli “effetti indesiderati” che si leggono nei bugiardini ed era il titolo originario, poi tramutato in “Affetti non desiderati”. Ma quali sono? “I racconti parlano di rapporti di amicizia, amorosi, passionali, familiari, complicati come nella vita di ciascuno di noi e quindi non desiderati in questo senso”. Prove da superare, scatti di ira, compromessi, rancori taciuti e poi esplosi, in relazioni difficili per più motivi: l’età, le condizioni sociali ed economiche, il sentimento non ricambiato o che va a diminuire. Nella forma breve dei suoi racconti Elena Rui disegna dei personaggi in cui ogni lettore può riconoscersi, per la vastità e universalità di ciò che viene raccontato ovvero l’amore nella sua quotidiana diversità. “Mi interessa guardare la complessità del reale senza prendere posizione”, dice l’autrice, “scrivere è soprattutto uno sguardo su ciò che ci circonda”. Che cosa è per lei la scrittura? “Per me scrivere è faticoso, perché si è soli con se stessi, non si sa se quello che si sta scrivendo va bene e lo si può sapere solo dopo averlo riletto e corretto a distanza di tempo. La parte più divertente della scrittura sono i dialoghi, mi piacciono molto, perché da questi si deducono molte cose”.
Paolo Mugnai
Il link alla recensione su Firenze e Dintorni: https://tinyurl.com/mr2zpkpd