Destini di sangue su “Conquiste del lavoro”
Conquiste del lavoro
Quotidiano della Cisl
27 luglio 2013
Il cinque per cento degli omicidi seriali del mondo si colloca in Italia, dove circa trenta serial killer circolano oggi a piede libero. Saranno questi inquietanti dati, combinati ad una forte passione per la narrativa e in particolare per il romanzo giallo il pretesto che ha suggerito a Marco Di Tillo una storia singolare e avvincente. Nella quale non manca nessun elemento proprio del genere: dagli accenti macabri che abitano le scene del delitto, alla complessità degli intrecci, alla descrizione delle brutture di esistenze “perse”, alla suspence dei momenti risolutivi. Ma accanto agli “ingredienti tipici” emergono componenti del tutto originali. Che collocano la storia in un ambito piuttosto ampio capace di aprire al lettore stralci di vita vera offrendo, tra le righe, letture psicologiche ed etiche inconsuete nel genere. Inconsueto, per cominciare, lo stato di laico consacrato dell’ispettore Sangermano e l’ambiente in cui di conseguenza ha deciso di vivere: una comunità parrocchiale in cui l’accoglienza sembra essere il carisma fondamentale. Sprazzi di questa vita personale e comunitaria animata da una profonda umanità si affacciano nello svolgersi dell’inchiesta e a volte, casualmente, ne offrono un prezioso contributo. “Destini di sangue” accompagna il lettore alla ricerca dello spietato omicida i cui pensieri confusi, sofferti, feroci e vendicativi intervallano la narrazione del corso delle indagini. Che sembrano non approdare ad una soluzione del caso, proprio mentre l’opinione pubblica e le autorità sollecitano con forza la consegna di un criminale la cui efferatezza sembra accanirsi verso innocui anziani, assassinati e orrendamente mutilati. Tra le righe emergono personaggi credibili: lo stesso Sangermano, innanzi tutto, riservato e intenso, mosso da valori di fede e umanità. Sullo sfondo, in modo preponderante, la città di Roma, presente nei suoi molteplici aspetti. Si riconoscono le realtà e le immagini delle zone che sono teatro delle vicende descritte. Una città resa in modo veritiero, sia che si tratteggino le periferie e i quartieri popolari dove scorre una vita difficile, sia quando si raccontano i luoghi più noti del centro della capitale, dove tutto appare tranquillo. Appare; perché l’autore, conoscitore profondo della città in cui vive, non tralascia di denunciare uno stato delle cose spesso scoraggiante, come la gravosa presenza di ‘Ndrangheta e mafia cinese sul territorio urbano: clan associati e proprietari di una grande quantità di beni immobili nel centro storico. Sangermano e i colleghi dell’Unità Operativa per i Crimini Seriali lavorano al caso con passione e nel dipanare la situazione lasciano trasparire, a volte con ironia, i sentimenti, gli stati d’animo, i problemi umanissimi che affollano la vita di ciascuno. Un libro trascinante, un commissario che ci auguriamo di rincontrare in altre appassionanti indagini. Marco Di Tillo, Destini di sangue, Arkadia editore, Cagliari 2013, pp. 219, euro 16,00