I dolori del giovane bullo su Tottusinpari
Tottusinpari
13 aprile 2013
Se con un romanzo il lettore ha la possibilità di sognare, staccandosi quindi dalla realtà, un volume incentrato sulla paidèia, costringe a restare coi piedi obbligatoriamente saldi a terra. Sognare è lecito, si sa: ma pur sempre di finzione si tratta, e con essa non si fanno mai buoni affari. Oggi più che mai. Guardare in faccia la realtà dei fatti, razionalizzando il contesto dando a esso il suo giusto peso, significa acquisire responsabilità nei confronti di se stessi e di una società che ha smarrito la retta via. Troppo si parla e poco si ascolta. È l’effetto a creare sgomento, ma se ci preoccupasse della causa ci si aiuterebbe l’un l’altro. È più sbrigativo punire che educare, curare che prevenire, omologare che istruire. Ma il fuoco scotta, e se ci espone troppo, si finisce col rimanere ustionati: qui si parla di ripercussione sul lato non tangibile dell’essere umano e sono i sentimenti ad essere coinvolti. Emarginazione, esclusione, ricatto, prepotenza, violenza, intimidazione, molestie, aggressioni, persecuzioni, discriminazioni. Bullismo. “I dolori del giovane bullo” (Arkadia editore, 2012), il libro scritto dai due educatori cagliaritani Bruno Furcas e Salvatore Bandinu, approda sui banchi delle scuole del Piemonte. In provincia di Alessandria, più precisamente a Tortona, si è verificato uno spiacevole atto di bullismo in una scuola superiore, che ha creato scompiglio nella cittadina. Da lì l’intento di creare un progetto che coinvolgesse le scuole. Date le precedenti esperienze con la casa editrice Arkadia, l’idea è balenata dopo la consultazione del sito internet che documentava la pubblicazione dei due educatori, autori di un testo che trattava la materia del bullismo e del disagio giovanile. In accordo con l’editore, Riccardo Mostallino, è stato tracciato un percorso e proposto il volume a docenti e presidi, che hanno accolto l’idea positivamente. Così l’idea ha preso forma tra i banchi di scuola. I ragazzi sono stati coinvolti direttamente – sollecitando e ascoltando i loro pareri e proposte – perché i veri protagonisti, in fondo, sono loro. Fulcro centrale il bullismo, la comprensione del fenomeno con l’ausilio del saggio di Bandinu e Furcas. Gli istituti coinvolti sono le scuole medie dei comuni di Viguzzolo, Volpedo e S.Sebastiano Curone e la classe III A del liceo delle Scienze Umane di Tortona. Un progetto articolato, prodotto con l’aiuto dei due autori, grazie alle loro conoscenze ed esperienze. Il progetto, che ha avuto inizio questa settimana, prevede la lettura del volume in classe con gli insegnanti di Lettere. I giovani liceali, sulla base del loro percorso di studi, oltre che sull’analisi del testo (curata dalla docente di Italiano, Angela Pelizza) si concentreranno sulla tematica della violenza e della prevaricazione tra gli studenti con l’insegnante di Sociologia, Susanna Maggi. Prevista per oggi, inoltre, una videoconferenza tra gli alunni delle scuole coinvolte e la casa editrice Arkadia, oltre alla visione di un film e all’incontro con una psicologa. Tutto ciò in vista della XXVI edizione del Salone del libro presentato “I dolori del giovane bullo”. I ragazzi incontreranno gli scrittori, con i quali interagiranno, illustrando le loro relazioni e schede del libro, commentando il lavoro svolto e quanto appreso, riservandosi eventuali lacune e domande. Il libro è inoltre stato distribuito presso la libreria tortonese Namastè. Una mamma si è procurata il volume al di là del contesto scolastico, per leggerlo con suo figlio, per documentarsi assieme, di quel che è il bullismo. Queste le sue parole: «Ci tenevo a fare i miei complimenti agli autori, non potendolo fare di persona, che hanno saputo illustrare egregiamente e con estrema semplicità concetti spesso ignorati e trascurati dalla società. Sono la mamma di un ragazzo di 12 anni, insieme al quale ho intrapreso la lettura. Ho voluto questo libro, per lui, per me». Il fatto che ragazzi e docenti abbiano accolto con entusiasmo questo progetto, ma ancor di più che la notizia sia stata recepita con interesse da un genitore, sta forse ad indicare che esiste un’esigenza di fondo: quella di capire, ed essere capiti.
(Valentina Usala)